Rimandate per molti, ma irrinunciabili per altri, con la Fase 2 tornano a essere celebrate anche le nozze, seppure in modalità “contenuta”. A partire dal numero di invitati che, a seconda dei casi, supera di poco la decina, familiari compresi. Insomma, i matrimoni post-Covid diventano tra parenti (e amici) molto stretti.
Un “sì” per pochi intimi
«Giusto pochi giorni fa ho curato l’allestimento di un matrimonio per sole 16 persone, familiari compresi. Naturalmente niente banchetto mentre il pranzo è stato in pizzeria, per motivi di distanziamento» racconta Tiziana Temporali, titolare della Coral Flower Shop & Event Design, impegnata negli allestimenti di matrimoni ed eventi. «Gli sposi non hanno voluto rinunciare alle nozze, che si sono celebrate con rito civile in Comune a Gaggiano, in provincia di Milano, con i genitori e pochi amici. Naturalmente tutti indossavano la mascherina» spiega Tiziana Temporali. Sono lontani i tempi dei banchetti sontuosi, quindi.
Come cambiano le nozze post-Covid
Secondo un sondaggio condotto da Zankyou, piattaforma specializzata nell’organizzazione di matrimoni, il 97% delle coppie italiane durante il lockdown aveva deciso di rinviare le nozze all’ultimo trimestre del 2020 e alla seconda metà del 2021. Oltre la metà ha pianificato, infatti, il matrimonio tra maggio e agosto del prossimo anno. A chi però non ha rinunciato, il 63,6% dei fornitori ha presentato alternative per la Fase 2, soprattutto con servizi a domicilio. «I matrimoni in Lombardia, per lo più in ville, cascine o dimore d’epoca, hanno una media di 100/130 invitati, che non sono gestibili in spazi contenuti. Chi può, però, usufruisce del giardino di casa propria o dei genitori» spiega la titolare di Coralflowers.it.
La location diventa “casalinga”
«Noi lo chiamiamo intimate wedding, è l’idea di fare il ricevimento in casa propria: finora era scelto da chi è molto affezionato all’ambiente familiare e che optava per una casa di famiglia, al mare o in montagna, ma che in una condizione come quella post emergenza sanitaria si è consolidata in una certa fascia» spiega Patrizia Zannoni, wedding planner di White Omnia Wedding. Anche i servizi di catering si sono attrezzati e, pur evitando il vecchio classico buffet, portano a casa bevande, cibo, biancheria da tavola e posate speciali: «Occorrono uno o più sopralluoghi, poi si sceglie lo spazio più idoneo dove allestire il catering, puntando su finger food monodose e, ad esempio, posate confezionate singolarmente insieme al tovagliolo» spiega Zannoni. Se invece si riesce a trovare un locale adatto, che garantisca il distanziamento, ecco che le misure di sicurezza diventano fondamentali.
Pranzo “a distanza”
Per gli “irriducibili” delle nozze post-quarantena il segreto è trovare un locale ad hoc: «Nell’ultimo periodo andavano molto i tavoli imperiali, cioè le lunghe tavolate rettangolari. Se prima per 100 persone occorreva uno spazio di circa 30 metri, ora ne occorre il doppio: è molto difficile trovare ristoranti con una disponibilità così ampia. Nel caso del matrimonio con 16 invitati naturalmente si è ovviato con 3 soli tavoli rotondi: uno per la famiglia della sposa, uno per quella dello sposo e un terzo per gli amici» spiega Temporali. «Anche per i camerieri non è semplicissimo: oltre a guanti e mascherina devono indossare le visiere, che col caldo sono più scomode. Ci sono però diversi locali che mettono a disposizione salette private con cui poter festeggiare tra gruppi più intimi».
Partecipazioni via email e WhatsApp
«Cambia
anche il modo di inviare le partecipazioni, non più consegnate a mano come
vorrebbe la tradizione, bensì con inviti digitali, via posta elettronica o WhastApp,
accompagnati da appositi Save the Date come promemoria» dice l’autrice del blog whiteomniawedding.com.
Dal DJ al trucco: tutto a domicilio
Sempre all’insegna della sobrietà è possibile anche prenotare un servizio di dj set a domicilio, prestando attenzione a non disturbare il vicinato. Riadattandosi alle limitazioni, però, è anche possibile “reclutare” un amico che si occupi della scaletta musicale della festa, senza dimenticare che però occorrerà indossare la mascherina quando si balla, come in quei casi in cui si può mantenere le distanze di almeno 1 metro. «L’idea è quella di mantenere inalterato lo spirito della festa, per questo si ricorre, ad esempio, anche a mascherine a tema o con la cannuccia, per poter sorseggiare un drink in sicurezza» spiega Zannoni.
Quanto al trucco e ai capelli, «make up artist e hairstylist da tempo si erano organizzate per lavorare a domicilio, facendo una o due prove prima della cerimonia e dedicandosi al lavoro vero e proprio il giorno delle nozze. Ovviamente adesso occorre seguire protocolli sanitari specifici» dice Zannoni. In molti chiedono di arieggiare l’abitazione e tenere le finestre aperte nella stanza in cui si procederà col trucco, disinfettare le superfici, sedie e prodotti. Nel locale adibito rimangono in genere solo due persone (sposa e operatrice), che avranno controllato la temperatura e indosseranno la mascherina (la sposa, che si presenterà con viso e capelli appena lavati, la toglierà solo al momento di truccare la zona naso/bocca).
Abito e mascherina coordinati
Se la mascherina è ormai d’ordinanza, la nuova tendenza è quella di indossarne una speciale, preparata da atelier e stilisti in modo da richiamare tessuti e linea dell’abito, «realizzate con la stessa stoffa, in tela o lino, con ritagli di pizzo, in modo da avere un contatto morbido col viso e da essere coordinate nella parte esterna» spiega Zannoni.
Le nozze in chiesa
Per i più tradizionalisti, il “sì” va comunque pronunciato sull’altare. La condizione essenziale per poterlo fare è sceglierne una che dia la possibilità di ingresso e uscita da porte differenti e che il numero degli inviati sia proporzionato alle dimensioni. Non si potranno superare comunque i 200 invitati, come da accordo siglato tra Cei, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero degli Interni. Può esserci anche un organista, ma non il coro. Niente obbligo di guanti per gli sposi, ma il prete dovrà indossarli durante la Comunione (previa igienizzazione delle mani e tenendo la mascherina) lasciando l’ostia nelle mani dei fedeli, senza toccarle. Il lancio del riso non è vietato, ma ciascuna diocesi ha provveduto a regolamentarlo: in alcuni casi è vietato per evitare assembramenti. «Quanto alla data, chi ha spostato l’evento a settembre/ottobre ha anche accettato di rinunciare al sabato optando per un giorno infrasettimanale visto che molte date erano già occupate» dice la wedding planner.
E la luna di miele?
Anche in questo caso, molti hanno optato per il rinvio, puntando sulla possibilità di voucher di rimborso per le caparre già versate. Ma non manca chi ha semplicemente ridimensionato il viaggio, puntando su mete italiane, dal momento che dal 3 giugno è possibile muoversi tra regioni.