“Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, hanno l’immensa pena di annunciare la dipartita di loro padre. Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, con accanto i suoi figli e i suoi familiari. La famiglia vi chiede di rispettare la propria intimità in questo momento di lutto estremamente doloroso”. Lo hanno annunciato così al mondo i figli con un comunicato congiunto all’Agenzia di stampa francese. Se ne è andato a 88 anni Alain Delon, l’icona del cinema mondiale, per molte di noi l’uomo che ha incarnato il fascino della bellezza maschile sul grande schermo e nelle cronache rosa degli anni Sessanta.

Alain Delon, leggendaria icona del cinema

Luchino Visconti aveva visto subito in quel giovane attore di cinema e teatro quel talento che lo ha trasformato in personaggi ancora oggi immortali. Il bell’immigrato meridionale nella Milano neoralista di Rocco e i suoi fratelli, il giovane principe Tancredi Falconeri nella Sicilia del Gattopardo. E da lì Delon non si è più fermato, film di successo con la regia dei più grandi, da Melville fino a Godard e Antonioni. Bello e dannato al cinema e nella vita: li hanno definiti la coppia più bella del mondo lui e Romy Schneider, poi tante love story da rotocalco, i matrimoni, un figlio mai riconosciuto.

Alain Delon nel 1980. Foto: Getty Images

Luci e ombre, dolcezza e crudeltà

Negli ultimi anni il figlio Alain Fabien lo ha definito un uomo anaffettivo e violento portando allo scoperto nel libro biografia Dolce e crudele gli episodi cupi della sua infanzia con il “padre padrone” Delon. E poi i tanti problemi di salute e depressione della sua vecchiaia, un brutto finale con la famiglia e i figli in tribunale a litigare sulle cure e i destini del vecchio attore. Lui il sipario forse lo aveva già chiuso nel 2019 ricevendo la Palma d’Oro alla carriera a Cannes, giusto un mese prima di quell’ictus da cui non si è più risollevato.

Alain Delon con la moglie Nathalie Canovas e il figlio Anthony nel 1966 in Francia. Foto: Getty Images

Alain Delon: “alti e bassi che diventano ricordi vani e lontani”

Proprio in quell’occasione, il 20 maggio di cinque anni fa, Alain Delon, affidava all’AFP una lettera di ringraziamento al pubblico che allora suonava più come un testamento. E che oggi rileggiamo con occhi e sentimenti diversi. «Il giorno dopo questa Palma d’Oro onoraria, mi sento di ringraziare tutti coloro che in un modo o nell’altro mi hanno dimostrato il loro affetto, la loro simpatia, e non solo. Affinché il mio viaggio giunga al termine, voglio dirlo:

Ho conosciuto tante passioni, tanti amori, tanti successi e fallimenti, tante polemiche, tanti scandali, vicende oscure, tanti ricordi, tanti appuntamenti mancati e incontri estemporanei

Tanti alti e bassi che, anche quando sono onori, diventano poco più che ricordi vani e lontani. C’è solo una cosa che brillerà con la sua costanza e longevità: tu, tu solo, a te che hai fatto quello che sono, e che farai quello che sarò, dovevo dirlo. A te: grazie, grazie, grazie!».