«Brad e io siamo amici da molto tempo e ogni tanto, visto che la vita si complica, facciamo un check per essere certi che sia tutto a posto». «George è il più comprensivo, è lui che chiamo quando le cose si mettono male». Questa è la storia di un bromance che dura da oltre 20 anni: l’amicizia, o l’amore da “brothers” come dicono gli americani, tra George Clooney e Brad Pitt. Icone del cinema eppure mai rivali. Insieme in sette film, a cominciare dalla saga di Ocean’s di cui forse gireranno un nuovo capitolo.
Brad Pitt e George Clooney: un duo che non stanca mai
Complici, sullo schermo e fuori, George e Brad hanno portato la loro intesa giocosa all’ultima Mostra del Cinema di Venezia insieme a Wolfs – Lupi solitari, il film di Jon Watts Fuori Concorso che segna il loro ritorno in un duetto fatto di azione e comicità. Pure il loro red carpet è stato uno show: si sono incrociati in una sorta di danza, poi si sono infilati tra i reporter rubandone le camere per fotografarsi l’un l’altro.
Se sono così amati dal pubblico, restando sex symbol anche ora che Pitt ha 60 anni e Clooney 63, è perché sanno unire la professionalità al cazzeggio e sdrammatizzare il loro status di star sottolineando le défaillances dell’età. Proprio sul tappeto rosso, alla domanda su cos’è cambiato dai tempi del loro ultimo film insieme, Burn after reading dei fratelli Coen presentato proprio al Lido 16 anni fa, hanno risposto con una raffica di battute… «Ora usiamo i pannoloni», per dirne una.
Wolfs: il film che li riporta sul set insieme
Sempre bellissimi (qualcuno maligna di possibili lifting), ironizzano sugli acciacchi pure in Wolfs, che in Italia si potrà vedere sulla piattaforma AppleTv+ dal 27 settembre. I lupi solitari sono due “fixer”, cioè malavitosi che ripuliscono le tracce di crimini e misfatti. Arrivano quando una donna di potere (Amy Ryan) si ritrova nel letto di un lussuoso hotel newyorkese con un ragazzo più giovane, apparentemente morto dopo aver battuto la testa. La signora chiama Jack (Clooney), la proprietaria dell’albergo coinvolge Nick (Pitt). Ognuno di loro è convinto di essere il migliore su piazza. E qui iniziano battibecchi e gelosie tra i due, costretti a collaborare davanti alla scoperta che il ragazzo è vivo e ha con sé un sacco di droga che fa rischiare la vita o la galera a tutti. Ma tra mal di schiena e presbiopia galoppante, nessuno si rivela agile come richiederebbe quella notte di fughe e inseguimenti.
«Perché tornare insieme sul set? Per soldi!» ha dichiarato Clooney, serio però nel precisare che i loro cachet sono di gran lunga inferiori ai 35 milioni di dollari di cui si vocifera. «E poi in Burn after reading avevo già sparato a Brad, qui avevo l’occasione di prenderlo a pugni». Scherzi a parte, è stato Jon Watts, già regista degli ultimi tre Spider-Man, a volere la reunion del duo «sottoutilizzato pur avendo una grande alchimia» ha spiegato. «È stato bello ritrovarsi con George: invecchiando cerco sempre di più di lavorare con le persone che stimo e mi fanno stare bene» precisa Pitt. «Da produttori, è raro che una storia ci conquisti subito com’è successo con Wolfs» aggiunge Clooney. «Ed è un tipo di film che ci trova in sintonia: siamo allenati a questi scambi di battute e avere il ritmo giusto è fondamentale».
Brad e George, since 2001
Il loro bromance inizia nel 2001 con Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh, dove George interpreta il rapinatore di casinò Danny Ocean e Brad il suo socio Rusty Ryan: il successo della saga continua nei capitoli Twelve (2004) e Thirteen (2007), con il Fourteen in corso di definizione. Nel 2002, al debutto da regista con Confessioni di una mente pericolosa, Clooney offre a Pitt un piccolo ruolo, ma prima di Wolfs i due si sono ritrovati sul set soltanto per girare Burn after reading (2008) e prestare la voce ai personaggi del film per famiglie If – Gli amici immaginari (2024).
Era ora che sfruttassero la loro chimica di coppia che, secondo molti, ricorda icone come Paul Newman e Robert Redford o Jack Lemmon e Walter Matthau. Nessun timore che uno dei due rubi la scena, al contrario si potenziano a vicenda. «Vinci quando vince l’altro» sostiene Brad. «L’aveva capito Paul Newman quando volle che Robert Redford avesse più spazio in Butch Cassidy and The Sundance Kid ed è per questa generosità che entrambi hanno lasciato un’impronta duratura nel tempo». Anche a George e Brad è successo qualcosa di simile. Incalza Clooney:
Sul set di Ocean’s Eleven ognuno cercava di favorire l’altro: non è necessario essere sempre al centro dell’attenzione
Questo non vuol dire che non siano competitivi. «Siamo come gli atleti» dice Pitt. «Possiamo essere figli di puttana. Eppure, se non avessi avuto uno come George, non so se sarei arrivato a certi livelli nella vita. Mi è stato d’ispirazione».
Così diversi, eppure così simili
Sono diversi per estrazione – Pitt viene da una famiglia umile dell’Oklahoma, Clooney è figlio di un giornalista e anchorman del Kentucky – ma pari nella celebrità e simili per aver preferito il cinema d’autore ai successi commerciali, per aver scelto di produrre storie a sfondo sociale e politico. Entrambi hanno in curriculum circa 90 titoli da interpreti e hanno vinto due Oscar, tra l’altro nelle stesse categorie: Clooney come migliore attore non protagonista per Syriana nel 2006 e come produttore di Argo nel 2013, Pitt come produttore di 12 anni schiavo nel 2014 e come migliore attore non protagonista per C’era una volta a… Hollywood nel 2020. Soprattutto, hanno condiviso l’impatto della celebrità nelle loro vite.
«La prima volta che George mi ha colpito è stato quando ha parlato dell’incidente di Diana, morta nell’inseguimento dei paparazzi: in quel momento ho visto il leader. E oggi c’è qualcosa di davvero speciale nell’affrontare tutto questo insieme» racconta Pitt. Clooney aggiunge: «Anche noi siamo inseguiti. Cinque o sei di noi non possono pensare di fare una passeggiata al parco, valutano bene perfino se è proprio necessario andare in ospedale visto quant’è difficile proteggersi».
Brad e George, amici per la vita
Di cosa parlano i due brothers quando non parlano di Hollywood? Su questo la privacy è totale. Forse delle compagne di vita, che li hanno accompagnati sul red carpet veneziano: Ines De Ramon, 31enne vicepresidente di un marchio di alta gioielleria al “debutto” come partner di Brad Pitt a Venezia, e Amal Alamuddin, sposata con Clooney da 10 anni e madre dei loro due gemelli di 7, Ella e Alexander. Sicuramente del tempo che passa, girata la boa dei 60. Dice Brad:
Da quando mi è diventato più faticoso gestire le situazioni, mi fido del mio istinto e seguo la corrente
E George concorda: «Ci sono dei vantaggi. Da giovane cerchi di controllare tutto, proteggerti da qualcosa. Con gli anni sei più sciolto. E più disposto a ridere di te stesso».