«Be’, il Red Carpet di Venezia è sempre una grande emozione». È sera tardi quando la chiamo, prima di Ferragosto. È appena uscita dal set di Sara, la serie tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni che sta girando a Napoli e in cui interpreta Teresa, l’amica della protagonista. Claudia Gerini sta salutando i colleghi. «Vi ho portato le sfogliatelle» le sento dire dall’altro capo del telefono. Poi, subito si scusa: «Eccomi. Sa, con questi orari, ci consoliamo la mattina dopo con la colazione…». Il discorso passa da Napoli a Venezia e alla Mostra del Cinema, dove il 30 agosto Claudia, fasciata in un meraviglioso abito nero, accompagna il film di cui è protagonista: L’ordine del tempo di Liliana Cavani, dal 31 anche nelle sale. «Venezia per me significa molto: nel 2004, appena era nata Rosa, mia figlia, sono stata la madrina del Festival. Qui ho ricordi splendidi. E poi, quando ho saputo che davano il Leone alla carriera a Liliana, ho detto: “Be’ era ora!”».
L’intervista a Claudia Gerini
Liliana è la grande regista Liliana Cavani, oggi 90enne.
«La ringrazio per avermi scelto per questo film intimo, ispirato all’omonimo saggio del fisico Carlo Rovelli».
Un libro che solleva molte domande.
«A partire da una: cos’è il tempo? Nel film aiuto mia figlia 15enne a studiare Alcesti, la tragedia di Euripide, e si comincia a discutere della parola “chronos”, tempo. Sa che gli antichi greci avevano 4 termini diversi per indicarlo? Il concetto di tempo, nel film, pervade un weekend fra amici su cui incombe la minaccia di un asteroide che potrebbe impattare sulla Terra».
Lei che idea si è fatta del tempo?
«Non lo so, mi sono fatta tante domande. E non mi prenda per pazza. Ogni giorno è come se vivessimo una piccola apocalisse: la siccità, il clima impazzito… La prospettiva da qui a 50 anni è molto angosciante. E se un asteroide fosse meglio di una fine agonizzante? Nel film se ne parla. Quanto a me, se il destino mi chiamasse domani, non ho rimpianti. Non mi viene in mente nulla di cui mi sia privata, mi sento abbastanza soddisfatta di quello che ho fatto».
Claudia Gerini: una carriera caleidoscopica
Com’è stato lavorare con Liliana Cavani?
«Un regalo enorme! È una regista visionaria, importante, forte. Nei suoi film è sempre stata modernissima, è una donna che ha precorso i tempi».
Durante la sua carriera è stata diretta sia da uomini, sia da donne, ha interpretato film comici e drammatici, è anche passata dall’altra parte della macchina da presa.
«Sì, nel 2022 con Tapirulàn. Era un film particolare: facevo la regia ma stavo anche molto davanti alla camera. Interpretavo una psicologa che fa consulenze online, perché vive da reclusa e si allena tutto il giorno sul tapis roulant. Com’è andata? Mi sono scoperta una buona leader».
Oltre alla serie Sara che ha appena girato per Netfix, ha scritto un’autobiografa che è uscita a maggio e ora è in un episodio di Vita da Carlo con Verdone.
«È il privilegio di essere attrice. Adoro i vari registri. Mi piace tantissimo fare la commedia, poi il thriller, il dramma. È bello passare da una cosa all’altra, perché cambi pelle».
Tutti la ricordano come Jessica. (Ride, ndr).
«Anche Liliana mi ha scelto perché mi ha visto in Viaggi di nozze. Mi ha fatto morire quando me l’ha detto!».
Claudia Gerini: la biografia
Nel libro Se chiudo gli occhi (Piemme) lei racconta la sua vita.
«Solo una parte, non ho detto tutto: è un diario di alcuni momenti. In modo istintivo ho seguito un percorso poco logico, io non sono una persona molto razionale».
Ci sono tanti aneddoti: lei da giovane a Hollywood, per esempio.
«Sono ricordi di 25 anni fa, quando Fabrizio Lombardo, il produttore cinematografico, era il mio compagno. Con Brad Pitt a cena, Ben Affleck, Matt Damon… Erano emozioni da ragazzina, da attrice ma anche da piccola fan. Oggi sono più solida».
È vero che tutto è iniziato con una selezione con la rivista per teenager Cioè?
«Sì, era per un concorso di bellezza per ragazze dai 13 ai 19 anni. Ho spedito la lettera, ho vinto. È partito tutto da lì».
Fuori dal set: madre, compagna, sportiva
Nel libro racconta anche degli uomini importanti della sua vita.
«Prima di tutto mio papà: devo a lui l’amore per il cinema. Poi c’è stato Gianni Boncompagni, con cui ho lavorato poco, ma mi ha trasmesso un certo tipo di atteggiamento verso il lavoro, la vita, la creatività: era un uomo geniale. E Carlo Verdone, che mi dato la patente dell’attrice comica: non sapevo di esserlo fino a quando non ho interpretato Jessica. Poi tutti i registi importanti che mi hanno insegnato tanto. E i papà delle mie figlie: Rosa, 19, anni (avuta con Alessandro Enginoli, imprenditore, ndr) e Linda, 13 (avuta col cantante Federico Zampaglione)».
E ora il suo nuovo compagno, Riccardo Sangiuliano.
«Sì, dopo due anni di singletudine, mi sono concessa questa frequentazione che poi è diventata una intesa e si sta evolvendo in una cosa importante. Ogni donna deve trovare l’uomo che la fa felice».
Che mamma è?
«Una che si esprime al 100%. Mi piace tantissimo fare la mamma. La prendo in modo “sportivo”, sono giocosa e poco ansiosa. Insieme alle ragazze siamo andate a fare tanti viaggi».
È vero che è cintura nera di taekwondo?
«Sì, mi sono innamorata di questa disciplina guardando un ex olimpionico fare salti pazzeschi e atterrare come un gatto. Mi piaceva la dinamica, la forza esplosiva. L’arte marziale ti insegna a difenderti e serve per la mente. Una volta ho chiesto ai Manetti Bros, con cui avevo girato Ammore e malavita, di far scrivere a Lucarelli un episodio della serie L’ispettore Coliandro in cui menavo come Uma Thurman. Mi hanno preso in parola. Era il 2018 e interpretavo un personaggio assurdo: un’ereditiera turca cattivissima».
Claudia Gerini: il tempo secondo me
Nel 2021 ha compiuto 50 anni, com’è stato?
«Indolore. Io sono una festaiola che non vede l’ora che arrivi il compleanno per festeggiare. Ai 50 ho chiamato la mia dj preferita, Lady Coco: è stato pazzesco».
Essere diretta da Liliana Cavani è un traguardo raggiunto?
«In ogni film impari molto. Ma essere scelta da una grande maestra come Liliana, che ha vissuto tanta arte, mi ha lusingata. Ho lavorato con Mel Gibson, Tornatore, Castellitto, Amelio, però Liliana era il mio desiderio. È da quando ero ragazzina che volevo lavorare con lei. Ai provini di Francesco non fui scelta. Quindi, sì, è un bel traguardo».
Un bilancio fin qui?
«Dunque: mi sento a metà del cammino, forse a tre quarti, però sento anche che sto volando a una buona quota. Ho ancora tanta benzina. Voglia di esprimermi, di capire cosa posso ancora dare. Dopo tanti film arrivo ancora sul set con l’emozione della debuttante».
Quindi, il tempo?
«Non è legato ai numeri. Uno può essere saggio, noioso o già vecchio a 20 anni. Dipende dal modo in cui si approccia alla vita. L’energia, il corpo cambiano gradatamente, però si può dare sempre tanto. C’è un libro di Roberto Vacca, Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai. Ecco, io voglio diventare vecchissima… Ma solo fuori».