«Ginevra muore e risorge» racconta Laura Adriani, 29 anni, romana, che in A casa tutti bene di Gabriele Muccino (dal 5 maggio su Sky e in streaming su Now, mentre la prima stagione è ora anche in chiaro su Tv8, serie nata dal film del regista) è la nuova compagna di Carlo, interpretato da Francesco Scianna. L’abbiamo lasciata vittima di un terribile incidente d’auto, la ritroviamo in un letto di ospedale.
Laura Adriani e il suo primo ruolo da “grande”
«Oltre a quello che succede al personaggio di Ginevra, per me quel ruolo ha davvero significato una rinascita: è la prima mamma che ho interpretato, la prima donna quasi sposata. Un mondo nuovo. Forse ero finalmente pronta ad andare da un’altra parte». Durante la prima stagione Ginevra viveva nell’ombra di Carlo, era protetta da lui, non aveva quasi un’identità, e Laura Adriani ha fatto un po’ la stessa cosa: «Mi ero nascosta dietro alla bravura e alla età di Francesco, oggi mio caro amico, perché mi sono trovata a interpretare per la prima volta un ruolo adulto. Fino ad allora ero sempre stata la bambina, la ragazza in mezzo ai grandi».
Gli inizi da bambina
Laura ha infatti iniziato a recitare a 12 anni. Il primo lavoro è per la miniserie tv Caravaggio. Partecipa poi a Ti lascio una canzone di Antonella Clerici, entra nel cast di I Cesaroni, Provaci ancora Prof!, recita con Giuseppe Piccioni, Luca Miniero e Silvio Soldini. Prima di A casa tutti bene, è fra gli interpreti di Che Dio ci aiuti e di Resta con me. «Sono maturata e insieme a me maturava la mia consapevolezza. Man mano che sono cresciuta è cambiato anche il lavoro e il mio modo di recitare».
In questa stagione ha un ruolo centrale. «Sul set dicevo sempre: “Mamma mia, Francesco, che partita di Wimbledon stiamo facendo!”. Che poi io e lui giochiamo a tennis insieme anche nella vita» ride. Nella seconda stagione Ginevra ha una sua identità, è più forte. «Come una fenice che risorge». Impressioni? «Mi sono guardata e ho pensato: “Ok, da qua in poi si può cominciare a parlare seriamente”».
Lo studio e la voglia di migliorarsi
La passione per la recitazione l’ha portata a migliorarsi, a superare le barriere. «Quando ho iniziato, da ragazzina, venivo dalla periferia di Ostia: era la mia forza, ma avevo anche tante lacune». Oggi dice di essere una grande secchiona, ha studiato teatro «e senza mentoring non mi muovo. Mi circondo di gente brava perché così posso rubare tante cose». Racconta che, per interpretare meglio Ginevra dopo l’incidente, per un mese ha usato la sedia a rotelle «dentro la mia casa di 60 metri quadri!». Imparare a farlo in uno spazio così piccolo poi dopo nella casa del set, una villa molto grande, è stato poi facilissimo, dice. «Entrare nella mentalità di qualcuno che non può muoversi ti fa capire quanto possa essere terribilmente debilitante».
La famiglia secondo Laura Adriani
A casa tutti bene, ma non benissimo. Gabriele Muccino in una intervista ha detto che nella famiglia si annidano felicità e infelicità e lei? «Credo che la famiglia sia il luogo del più grande amore e del più grande conflitto, odio: «Nasce tutto da lì, dai nostri genitori, dalle nostre storie famigliari, dai nonni e dai bisnonni. Veniamo dal nostro passato. Da quello che ci hanno lasciato in eredità, non solo economicamente. Io credo che il nostro compito sia quello di evolverci: nessun genitore è perfetto né potrà mai esserlo perché le epoche cambiano, le necessità di ieri non sono quelle di oggi». «Sta a noi onorare i sacrifici e il lavoro che hanno fatto i nostri genitori. Dare il giusto peso ai soldi e farci le cose giuste e curare magari, se possiamo, una nostra parte più spirituale. Puoi essere vittima del tuo passato ma anche trasformarlo e farlo diventare il tuo futuro».
«I figli devono vedere chi sono i genitori, da dove vengono e fare uno scatto in avanti» dice. «Perché se non il conflitto rimane e, a mio avviso, è un enorme peccato». E la famiglia che lei vorrebbe costruire? «Deve essere un luogo di stima e di confronto. Dove ci si possa evolvere, come coppia e come genitori».