Disponibile su Netflix da oggi, martedì 16 luglio, la docu-serie Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio. Cinque episodi sviluppati e diretti da Gianluca Neri (già noto per Sanpa: Luci e tenebre di San Patrignano), scritti da Carlo G. Gabardini, lo stesso Neri ed Elena Grillone e prodotta da Quarantadue.
Dalla scomparsa di Yara all’ergastolo a Bossetti
La docu-serie Netflix esplora uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti d’Italia ricostruendo la tragica vicenda di Yara Gambirasio. La tredicenne scompare una sera del novembre 2010 a Brembate di Sopra (Bg) mentre percorre i 700 metri che separano casa sua dalla palestra in cui pratica ginnastica ritmica. Il 26 febbraio 2011 il suo corpo senza vita viene ritrovato in un campo della zona industriale di Chignolo d’Isola. Le successive indagini portano all’arresto e alla condanna in ultimo grado all’ergastolo di Massimo Bossetti, operaio edile di Mapello che l’avrebbe uccisa dopo un’aggressione sessuale. L’uomo si è sempre dichiarato innocente.
Testimonianze, video esclusivi e materiali inediti
La serie ripercorre il lungo processo investigativo e giudiziario rivela la verità riguardo ad alcuni legami familiari della famiglia Bossetti, mettendo in luce dettagli intricati e spesso controversi sull’investigazione. Attraverso testimonianze, ricostruzioni, interviste esclusive (compresa quella allo stesso Bossetti e alla moglie Marita) e materiali inediti si esplorano gli eventi legati al caso, le accuse di depistaggio e i sospetti sui metodi investigativi. La vasta eco mediatica e le pressioni della politica permetteranno un processo che si concluda con un verdetto al di là di ogni ragionevole dubbio?
Le parole dal carcere di Massimo Bossetti
Detenuto nel carcere di Bollate, Massimo Bossetti per la prima volta appare in video e accusa: «Mi sono sempre chiesto perché sono finito in questo caso. Me lo chiedo tuttora. Quando ero chiuso in isolamento, mi è venuto a far visita un comandante. Ha fatto portare dentro un foglio bianco, ha sfilato una biro dal taschino e mi ha detto: ‘Dobbiamo arrivare a un compromesso. Lo capisce quello che voglio dire? Vuole vedere la sua famiglia? Vuole vedere i suoi figli? O vuole stare qui in questo buco? Reagisca e metta giù quello che le dico: io, Bossetti Massimo, mi trovavo lì…’. Ho cominciato a capire cosa voleva farmi. Ho preso il foglio e gliel’ho lanciato addosso. Hanno portato fuori il tavolo e la sedia e ha detto: ‘Tenetelo chiuso e per due giorni non passate col vitto’».
Migliaia di ore di materiale video visionato
Il lavoro di documentazione è iniziato già nel 2017 (quasi quattro anni prima dell’uscita di «SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano»), e gli autori hanno iniziato a delineare la struttura della docu-serie nel 2021. Per la sua realizzazione è stato attuato uno studio rigoroso e approfondito di tutti i 60 faldoni (60.000 pagine, oltre a centinaia di gigabyte di immagini, audio e video) dei documenti che compongono l’inchiesta. Un totale di migliaia di ore di materiale video visionato, che è stato poi sintetizzato in 118 minuti complessivi di reperti, recuperati da venti archivi diversi e integrati come parte fondamentale del racconto.