Il podcast 12 minuti con Donna moderna
Ne parliamo anche nella rubrica di Giornale Radio 12 minuti con Donna moderna del 28 aprile 2023.
Attrazione fatale 1987
Correva l’anno 1987 e sugli schermi di tutto il mondo usciva Attrazione fatale. Diretto da Adrian Lyne, regista specialista nel dar fuoco sullo schermo a fantasie erotiche e paure moral-egoistiche di milioni di persone, e interpretato da Michael Douglas e Glenn Close, due attori capaci di donare al film quel tono oscillante tra eros e thriller psicotico che ne ha fatto un classico. Ben 6 nomination agli Oscar, tra cui miglior film e attrice protagonista, e un grande successo al botteghino: costato 14 milioni di dollari, ne incassò 320.
Il finale di Attrazione fatale
Mai più così belli e forse mai più cosi bravi, Michael e Glenn erano l’avvocato 40enne Dan Gallagher e l’editor Alex Forrest. Lui sposato con deliziosa moglie e figlioletta appassionata di coniglietti, ma assai disponibile a concedersi un’avventura bollente di qualche giorno. Lei single parecchio instabile in cerca di un compagno, un uomo di cui innamorarsi, ma capace di trasformarsi in un incubo se il malcapitato si rivelava pronto a scaricarla. Molti ricorderanno che ovviamente la storia finiva male. Molto male.
Attrazione fatale: la serie dal 1° maggio
Sono passati 36 anni, parecchie cose sono cambiate e l’eros trasgressivo non fa più notizia. Né provoca scandalo vedere una famigliola perfetta correre il rischio di saltare per aria di fronte alla forza d’urto di una donna decisa a non farsi liquidare troppo facilmente. Eppure… Eppure non sarà un caso se su Paramount+, dal 1° maggio, potremo seguire la serie dal medesimo titolo, Attrazione fatale, per la regia di Alexandra Cunningham. Dan Gallagher è Joshua Jackson, meno sexy e incazzato del mito Michael Douglas. Alex Forrest è Lizzy Caplan.
Le polemiche delle femministe
Ed è meglio non fare paragoni con Glenn Close, maestra nel trasformarsi da donna suadente nella perfida strega dei nostri peggiori incubi. Non a caso, il ruolo della stalker per vendetta le fruttò il settimo posto tra i personaggi più cattivi della storia del cinema. All’epoca le femministe insorsero per la fine violenta della povera Alex nel bagno di casa Gallagher (prima mezza affogata da lui, poi stesa dalla pistola della moglie Beth), urlando che questi maschi la finissero una buona volta di punire le donne autoassolvendosi alla grande. E sui giornali uscirono articoli velenosi contro la morale corrente americana (e non solo) che voleva il trionfo della famiglia perfetta a qualsiasi costo.
Il finale era diverso
Ma il finale che abbiamo visto e tuttora vediamo nel film non era quello previsto e girato in un primo momento da Adrian Lyne (rimasto integro soltanto nella versione giapponese). La famigliola perfetta se la vedeva brutta: Alex si suicidava tagliandosi la gola con un coltello su cui c’erano le impronte di Dan, e l’uomo finiva in galera accusato di omicidio. Altro che foto di papà, mamma e bambina sorridenti come ultima immagine. La serie (furbescamente) riparte da questo primo finale che il pubblico nel 1987, alla première riservata del film, bocciò senza pietà costringendo Adrian Lyne a cambiarlo in corsa con il parere contrario di Glenn Close e il sostegno invece di Michael Douglas. La motivazione era: Alex è pazza e cattiva, si merita tutto quello a cui va incontro.
La serie parte dal finale censurato
Cambiati i tempi, nella serie ci ritroviamo circa 15 anni dopo i fatti, con un Dan ingrassato e avvilito, appena uscito dal carcere e deciso a fare luce sui fatti passati soprattutto per riconquistare l’amore della figlia che non vorrebbe aver nulla a che fare con lui. In un continuo andare e venire tra passato e presente, la serie ci fa rivivere ciò che accadde. Un’indagine a ritroso che però getta semi, chissà, per un’altra stagione. Molte scene sono una citazione precisa del film, ma paradossalmente il tutto appare più modesto o addomesticato. Nell’originale la prima notte di eros in casa di lei era furibonda e il mal capitato Dan finiva esausto dopo aver praticato sesso sul lavello della cucina e pure in ascensore. Qui, nel sequel-remake, si toglie la canotta, cosa non proprio sexy. Non solo. Nella serie la scena in cui Alex e Dan se le davano di santa ragione non ha l’impeto e la disperazione che Glenn Close sapeva infondere soltanto con uno sguardo, e la comparsa di un amico della moglie un po’ troppo interessato ai fatti della famiglia complica le cose (e non si può dire di più). Compare pure, come semplice citazione, il coniglietto che nel film finiva bollito in pentola da Alex ormai fuori di testa in una delle sequenze più scioccanti (ma molto divertenti) del film.
La figlia di lui
In tutto questo l’elemento nuovo, quello foriero di ambigui e instabili sviluppi, è invece Ellen, la figlia di Dan. L’ex bambina che nel film amava i coniglietti qui fin da piccola ha sempre un libro in mano. È ovviamente una giovane donna molto intelligente con parecchi problemi col suo papà molto amato nell’infanzia e poi rimosso come ricordo negli anni della prigione. Sarà lei, con quello strano sorriso di sufficienza, a riservare sorprese? Non si può sapere, ma di sicuro c’è questo. Se 36 anni fa Alex per la prima volta si ribellava al ruolo di amante usa-e-getta («Non puoi pensare di buttarmi via così») e smascherava l’ipocrisia maschile («Se sei così felice nel tuo matrimonio come dici, perché vai in giro a cercare altre donne?»), ora Ellen potrebbe gettare le nuove basi di un rapporto tra figlia e padre dicendo: «Se tu ti comporti bene con me, io mi comporterò bene con te». E sarà tutto da vedere…