Una donna manager più che cinquantenne che si mette a quattro zampe mentre lecca la ciotola del latte mentre lui, giovane e sexy, la induce a continuare: la scena clou del film Babygirl con Nicole Kidman e Harris Dickinson, in uscita in Italia il 30 gennaio, è questa, da quanto possiamo leggere online. Ed è soprattutto per questa scena che tutti già ne parlano.
Babygirl: perché tutto questo scalpore
Ma perché, c’è ancora qualcosa che oggi fa scalpore in fatto di sesso visto? Non siamo saturi di tutto, tra le ragazze che si offrono su Onlyfans, il porno a portata di chiunque e le tante possibilità di incursioni nel mondo del kink, le pratiche non convenzionali (come appunto la sottomissione), anche quello senza più tanti misteri? Insomma, una manager bella, magra e potente, che si sottomette al suo giovane stagista, anche lui bello e potente quanto a capacità di attrarla e tenerla in pugno, ci sorprende ancora così tanto? Non dovrebbe, tutt’altro: una donna di potere sottomessa e azzerata al punto di fare il quadrupede, piuttosto rinforza e sostiene lo stereotipo del dominio maschile: sai che rivoluzione!
Cougar e Milf: stereotipi che si sostengono a vicenda
Oltretutto è uno schema già visto, quello della donna d’esperienza con l’uomo più giovane, da Il laureato in poi, passando per Il ragazzo della porta accanto, Harold e Maude, Benvenuta in Paradiso. A essere rivoluzionario, oggi, è piuttosto il fatto che la donna grande non viene più rappresentata come couguar, predatrice, ma oggetto di desiderio. Quel termine, così dispregiativo, rivelava fino a poco tempo fa un doppio standard: se l’uomo senior e potente poteva permettersi love affairs con donne molto più giovani, la donna senior nella stessa situazione sosteneva lo stereotipo della pantera divoratrice di giovani vittime. Uno stereotipo, tra i tanti, nella coppia in questione, tant’è che la couguar è sempre stata anche milf, ovvero Mother i'(d) like (to) fuck, altro termine dispregiativo per indicare una donna-mamma, stereotipo che a sua volta ne sottende un altro: la donna accudente. Perché, al contrario, quando è l’uomo a essere maturo e lei giovane, è più raro restare agganciati allo stesso stereotipo, cioè l’associazione uomo-padre? E perché fatichiamo a pensare che una donna over 50 non possa vivere una sessualità appagante e, soprattutto, giocosa?
Babygirl: la donna over 50 non è più milf
Babygirl, da quanto si può capire senza aver visto il film, cerca di scardinare proprio questi stereotipi. Nicole Kidman infatti viene rappresentata tutt’altro che predatrice, anzi: è lui a tirarla dentro a una storia torbida, un lui che è tutto meno che un toy boy, molto boy e per niente toy. D’altra parte, come rivela un sondaggio Ipsos ripreso da StudyFinds, e che riguarda gli americani, stanno aumentando le persone – donne e uomini – che hanno avuto relazioni dove regna una grande differenza d’età. Ma l’aspetto più significativo è che sono i giovani uomini, perfino quelli della Gen Z, ad avvicinarsi con interesse alle donne mature, passando per le Millennials fino ad arrivare alla Gen X. Esattamente quello che succede nel film Babygirl.
Babygirl: la donna potente quanto l’uomo
Negli ultimi mesi Hollywood ha celebrato questo nuovo entusiasmo per le donne mature (qualcuno sostiene malignamente che dipenda dal fatto che non ci siano giovani leve altrettanto brave tra le attrici), con diverse produzioni, da The Idea of you e A Family Affair, a Lonely Planet, Tra un tempio e l’altro, Ancora un’estate. Guarda caso, molte di esse scritte e girate da registe donne, tutte impegnate a scardinare lo stereotipo della femmina matura come predatrice, per rappresentare invece la libertà e la gioia della sessualità anche dopo i 50, 60 anni. Anche loro, però, in fondo prigioniere dello stereotipo del potere: Nicole Kidman è una manager, in The idea of you Anne Hathaway è una gallerista, in A family affair ancora la Kidman una nota scrittrice. Anche da noi la serie Inganno, molto seguita, ha visto una Monica Guerritore ultra sessantenne impegnata in una relazione con un focoso giovane, guarda caso anche lei donna di successo, affermata e con una forte disponibilità economica, in molti casi proprio ciò che cercano gli uomini più giovani. Ma perché non si rappresentano mai donne come noi, con lavori e fisici alla portata di tutte? Il sospetto è che la donna senior possa concedersi la sua relazione con il ragazzo più giovane proprio perché ha conquistato quel potere che un tempo apparteneva solo ai maschi.
Babygirl e altri film anti milf: come eco-chambers
«Il sospetto è fondato» conferma la professoressa Alessandra Graziottin, ginecologa e sessuologa presidente della omonima fondazione, direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’H. San Raffaele Resnati di Milano, impegnata da una vita per la salute e il piacere delle donne. «La donna dominatrice nella vita, che diventa sottomessa nel sesso, è uno schema non certo nuovo e comunque fa parte delle fantasie sessuali: ciò che viene rappresentato oggi, piuttosto, è il fatto che sia la donna potente a poterselo permettere, prendendosi adesso quello che non si è presa prima. Bene, ma quante donne può riguardare tutto ciò? Questi film insomma sono come echo-chambers: guardandoli, si rischia di finire in una bolla che poi ripresenta solo contenuti simili, col grosso problema implicito dell’auto-referenzialità. E così siamo indotti a pensare che le donne over 50 siano così. Lo sono, possono esserlo, quando la loro salute, la coppia e il contesto in cui vivono lo permettono. Quando, cioè, affrontano in modo biologicamente e clinicamente adeguato la loro menopausa: è questo il tema centrale attorno a cui ruota tutto. La verità però è che la cura appropriata della menopausa è per molti aspetti ancora un tabù, anche in America dove si sta cercando di fare cultura su questa fase della vita».
Tanti tabù ancora sulla menopausa
Lo testimonia il caso del documentario The (M) Factor – Shredding the silence of menopause, che sta girando gli Usa per arrivare anche da noi. È un caso perché dimostra ancora oggi come molte donne (di conseguenza le famiglie e tutti i loro network), non affrontino questa fase dell’esistenza come un normale processo che necessita di cure, informazione e cambiamento di stili di vita. «Vedere Nicole Kidman che mette in pratica le sue fantasie di sottomissione forse ci sorprende ancora perché lo stereotipo della sessualità over 50 appannata e silente, avvizzita e poco vigorosa, è molto radicato» prosegue la professoressa Graziottin. «E lo è perché anche nella comunità scientifica ci sono ancora molti freni sulla Tos, la Terapia ormonale sostituiva e soprattutto sul testosterone: pochi medici sanno, per esempio, che gli ormoni androgeni – come hanno messo in luce recenti studi di altissimo livello – sono i principali amici della vita intima anche femminile. Ormoni, soprattutto il testosterone, in grado di ridare a ognuna il suo profumo di donna e quel glam sottile e antico che ogni uomo adora ritrovare anche nella propria compagna di sempre».
Sesso over 50: felice se la menopausa viene gestita
Questo delicato periodo della vita è contraddistinto da sintomi specifici, che non si possono ignorare e che, se affrontati nel modo giusto, consentono di gioire del sesso anche dopo la menopausa, anche se non siamo tutte come Nicole: «Si tratta di disturbi neurovegetativi, emotivi, cognitivi, motori, osteoarticolari, genito-urinari, metabolici – come l’aumento di peso -, sessuali ed estetici (rughe e capelli in crisi, in primis), che possono essere ben affrontati e gestiti e per questo non devono spaventare» spiega la professoressa Graziottin. «Tutte le indicazioni di letteratura hanno ormai sgomberato il campo dagli equivoci e dai timori generati, più di 20 anni fa, dallo studio Women’s Health Initiative (WHO) che, agli albori del Duemila, seminò il panico fra medici e pazienti sulla presunta pericolosità delle cure ormonali. Oggi le terapie sono sicure, se dosate sulle esigenze e le caratteristiche della singola donna. La Tos quindi resta una terapia ideale di cui però è fondamentale conoscere indicazioni e controindicazioni, dosaggi e modalità di somministrazione, tempi e compatibilità con le principali patologie dell’età che avanza».
I mariti non sono tutti Banderas (ma neanche egoisti a letto)
Con questo, non si tratta di sminuire l’attrattiva così erotica di certe scene del film, per ridurla alla celebrazione della menopausa più felice. Tant’è vero che Nicole Kidman ha preso pure la Coppa Volpi per questa interpretazione. E l’ha presa probabilmente anche perché si mostra senza veli in un ruolo impegnativo, quello della donna che scardina l’equilibrio della sua famiglia per un uomo più giovane. Dispiace, piuttosto, che il marito sia rappresentato come un uomo della Gen X incapace di farle provare un orgasmo in 19 anni di matrimonio. Possibile? Fatichiamo un po’ a crederci, forse anche perché si tratta nientepopodimeno che di Antonio Banderas, icona sexy pure lui. Insomma, anche questo è un po’ uno stereotipo.
Forse la regista ci vuol dire anche che i maschi della Gen X sono egoisti a letto, insensibili alle esigenze femminili e per nulla pazienti? Può essere, magari alcuni, di sicuro non tutti. Ma probabilmente c’è un altro messaggio nel film e nella rappresentazione delle over 50: forse la pellicola ci vuole spingere a parlare col nostro partner dei nostri desideri e di quello che ci manca a letto, sia mai che possiamo scoprire di avere un uomo accanto un po’ diverso da quanto pensiamo. «La Kidman che nella scena iniziale, dopo il sesso con Banderas, si guarda di nascosto un video porno masturbandosi, se da un lato non è molto credibile ai nostri occhi di donne normali, che guardiamo a lei e a lui come a personaggi siderali, dall’altro invece lo è perché rappresenta la sessualità di molte coppie annoiate, senza più desideri, e tante donne insoddisfatte. In questo, sì, il film forse è realistico e non stereotipato. E in questo, più che nella scena della ciotola di latte, si trova il suo senso.