Andate a vedere Bob Marley: One love e poi rileggete la sua storia. Perché nel film di Reinaldo Marcus Green, prodotto da Brad Pitt e interpretato da Kingsley Ben-Adir, non la troverete. Il film si concentra solo su un periodo particolare nella vita del musicista, dalla fine del 1976 da quel 5 dicembre in Giamaica in cui lui e la moglie Rita sono vittime di un attentato e rimangono feriti, al 22 aprile 1978, data del One Love Peace Concert a Kingston dove Bob Marley, già malato, and the Wailers suonarono davanti a 32.000 persone.

Bob Marley. One Love

Il film sul periodo londinese di Bob Marley

Il film si apre con la star, bellissimo con i suoi dreadlock, già famoso. Ha già inciso No Woman No Cry, è già finito sulla cover di Rolling Stones («è reggae mania»), ha avuto successo all’estero e negli Usa con l’album Rastaman Vibration e sta per partecipare a Smile Giamaica, un concerto per la pace a Kingston. La Giamaica è in fiamme, vive il caos post-coloniale, i due principali partiti dell’isola si fronteggiano aspramente, le gang combattono per il territorio. Il concerto serve a calmare le acque ma Bob e la moglie vengono colpiti da 6 uomini armati due giorni prima dello show. Il clima è teso e subito dopo il concerto Bob Marley lascia il Paese e va a Londra.

Quando Bob Marley incide Exodus

A Londra compone il suo capolavoro: Exodus, entra in contatto col punk, inizia un tour in Europa (toccherà però Milano nel 1980 e il film si ferma prima), torna in Giamaica. Il film racconta i suoi anni londinesi, il distacco dalla moglie, la realizzazione dell’album, i periodi di crisi ma non racconta quello che è stato per la storia della musica e della cultura, come si è formato l’artista, cosa significa il rastafarianesimo, perché Bob Marley è stato così importante per la cultura giovanile di quegli anni e perché ancora oggi è un punto di riferimento per molti.

Bob Marley. One Love

Sprazzi della sua storia

Purtroppo manca tutto questo, che viene solo toccato a sprazzi in alcuni flashback. Si intuisce qualcosa, la figura di Haile Salassie, così importante per la cultura africana, è ridotta a immagine sostitutiva del padre bianco che l’ha abbandonato, il punk e i Clash sono solo un aneddoto, i Wailers e le figure importanti che Bob ha incontrato nella sua vita sono sullo sfondo, il messaggio anche politico delle canzoni – una per tutti I Shot the Sheriff – si perde. È riuscito invece il rapporto con la moglie Rita, l’attrice Lashana Lynch, brava e intensa.

Bob Marley. One Love
Bob Marley. One Love

Vi ricordate il concerto a San Siro?

Il film si conclude prima del mitico concerto a Milano il 27 giugno 1980 davanti a 90 mila persone. Io c’ero, ero una ragazzina ed era il mio primo concerto. Non mi rendevo conto di chi fosse davvero e di cosa stesse succedendo. Ricordo però San Siro piena di gente, tutti accorsi per un evento epocale a cui non si poteva mancare. Non c’erano i social, tutto era successo col passaparola a scuola, arrivava Bob Marley a Milano e bisognava esserci in quel grandissimo momento di condivisione attraverso la musica. Per accogliere il suo messaggio di pace e fratellanza. Un grande momento magico, emozionante, epico, difficile da dimenticare. L’anno dopo, l’11 maggio 1981, moriva di cancro.

Bob Marley. One Love

Il significato che ha avuto Bob Marley nella storia della musica e della cultura giovanile

Tutto questo non si è riuscito a raccontare in un film che sembra a tratti perdere il senso attraverso dialoghi che non riescono a raccontarci cosa vuol dire quel Ya Man! (applausi però al doppiaggio non facile), non riescono davvero a dirci che senso ha la marijuana per i rasta e il portare i dreadlocks che non si riducono al gusto estetico. Bob Marley e il suo mondo sono molto più grandi ma vedere il film è giusto se volete iniziare a conoscere il personaggio. E poi se volete approfondire, ma lo dico soprattutto per i più giovani, c’è un libro appena uscito che ne ricostruisce la storia – Bob Marley. One Life di F.T. Sandman (Newton Compton) – e ascoltate i suoi dischi.