Arriva al cinema il 17-18-19 aprile e in prima serata su RaiTre il 26 aprile La scuola romana delle risate, il nuovo documentario di Marco Spagnoli che ripercorre la straordinaria tradizione umoristica della Capitale. Con Carlo Verdone come voce narrante, il film racconta l’evoluzione della comicità romana attraverso materiali d’archivio e testimonianze dei suoi protagonisti, da Gigi Proietti a Corrado Guzzanti, fino a Zerocalcare. La colonna sonora di Piotta, al secolo Tommaso Zanello, accompagna questo viaggio tra teatro, cinema, televisione e fumetto, mostrando come l’ironia cinica e dissacrante di Roma abbia influenzato la cultura italiana. Prodotto da Samarcanda Film – in collaborazione con Rai Documentari, in coproduzione con Luce Cinecittà e in collaborazione con Titanus S.p.A. – il documentario omaggia i grandi maestri della risata romana e ne analizza l’impatto sull’immaginario collettivo.

Da Petrolini a Zerocalcare: la storia romana della comicità
La scuola romana delle risate rende omaggio ai mostri sacri dell’intrattenimento romano, da Ettore Petrolini ad Alberto Sordi, da Aldo Fabrizi a Gigi Proietti, da Anna Magnani a Monica Vitti, da Carlo Verdone a Corrado Guzzanti, fino ad arrivare a Zerocalcare. Attraverso i film del glorioso catalogo di Titanus, le immagini di repertorio dell’Istituto Luce e delle Teche Rai, il documentario ricostruisce la storia e il linguaggio di una comicità cinica e scanzonata, che ha saputo raccontare la realtà lasciando un segno indelebile nell’immaginario collettivo e influenzando profondamente la società italiana.

Le testimonianze dei protagonisti
A raccontare la loro esperienza e il rapporto con questa tradizione, alcuni dei più grandi artisti contemporanei: Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Lillo, Virginia Raffaele, Anna Foglietta, Massimiliano Bruno, Enrico Brignano, Emanuela Fanelli, Stefano Rapone, Claudia Gerini, Serena Dandini, Enrico Vanzina, Ilenia Pastorelli, Luca Verdone, Zerocalcare.
L’arte romana di saper ironizzare su tutto
La scuola romana delle risate è un tributo alla grande tradizione satirica di Roma, un’opera che celebra l’ironia e la creatività di una città che ha sempre saputo ridere di se stessa e della realtà che la circonda. Con una narrazione coinvolgente, il film esplora il modo in cui la capacità di ironizzare su tutto sia diventata parte integrante dell’identità romana, un’arte unica in Italia che si rinnova costantemente e continua a conquistare il pubblico di ogni generazione.
Comicità italiana: tanti stili, mille talenti
Ogni regione italiana ha una sua comicità peculiare. Veracità e cinica quella romana, con una forte enfasi sul carattere e i vizi della città. Un umorismo più surreale e intellettuale in Lombardia, con una forte componente di satira sociale, che nasce da maestri come Dario Fo, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e i comici del cabaret milanese. La comicità cinica di Paolo Villaggio è emblematica dell’ironia ligure, spesso amara e autoironica (Dario Vergassola e Antonio Ornano fra i tanti).
In Veneto, l’umorismo è popolare, teatrale, spesso arricchito dal dialetto, con figure come Natalino Balasso o il primo Marco Paolini. La Toscana è famosa per una comicità diretta, che non risparmia la parolaccia e la battuta scollacciata. Nel Sud, la comicità campana nasce da una scuola teatrale raffinata, che va da Eduardo a Totò fino a Massimo Troisi. In Puglia l’umorismo spontaneo e goliardico di Lino Banfi e Checco Zalone ha fatto scuola. Non manca all’appello la Sicilia, con grandi coppie di comici come Franco e Ciccio e Ficarra e Picone, istituzioni del nonsense come Nino Frassica e talenti come Teresa Mannino, né la Sardegna dove negli ultimi anni spicca la poliedricità e l’umorismo sempre intelligente di Geppi Cucciari.