Non si placano le polemiche dopo l’inizio delle riprese a Perugia della fiction su Amanda Knox, l’allora studentessa di Seattle arrestata e poi definitivamente assolta per l’omicidio di Meredith Kercher.
La serie prodotta da Amanda Knox
La serie, di cui Amanda Knox è produttrice, si intitolerà Blue Moon e sarà trasmessa da Hulu, il canale in streaming della Disney. Otto puntate nelle quale si ripercorreranno gli avvenimenti a partire dal quel 2 novembre 2007, quando il corpo di Meredith Kercher, studentessa britannica di 21 anni, fu trovato senza vita nella camera da letto dell’appartamento che condivideva con due giovani donne italiane e una studentessa americana di nome Amanda Knox.
La storia sarà raccontata dal punto di vista di Amanda e, si legge nella sinossi della produzione, «racconterà di come» quest’ultima, oggi 36enne, «sia stata ingiustamente condannata per l’omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher e della sua odissea per liberarsi durata 16 anni».
Daily Mail: «Foxy Knoxy guadagna ancora sull’omicidio»
La polemica parte dalle colonne del Daily Mail, in un articolo firmato dalla giornalista Beth Hale e titolato: «Perché Foxy Knoxy guadagna ancora sull’omicidio dopo 17 anni?». Un prodotto, l’ennesimo scrivono i media britannici, legato alla morte di Meredith che andrà a rimpinguare le casse di Amanda Knox che dalla sua biografia avrebbe incassato secondo il Guardian 3,5 milioni di sterline, senza contare gli introiti del documentario Netflix del 2016 Amanda Knox e dei successivi libri e film sull’omicidio Kercher.
L’avvocato della famiglia Kercher: «Per Knox importanti solo i profitti»
Sulla serie tv in questione ha voluto dare il suo giudizio anche Francesco Maresca, l’avvocato che rappresenta la famiglia Kercher da quasi due decenni. «Del delitto si è parlato per anni nelle aule di giustizia e poi sui set televisivi e cinematografici per iniziativa di vari produttori e della Knox, che continua a rimescolare su questa triste vicenda. Ho già detto varie volte che sarebbe opportuno il silenzio e il ricordo, ma evidentemente per questa americana sono importanti solo i profitti che ricava da una vicenda di cui si lamenta, ma che le ha portato soldi e fama. Questa volta non si fa scrupoli a farlo a Perugia, uno dei luoghi meno appropriati in cui tornare a 17 anni dalla morte di Meredith». E proprio nel capoluogo umbro nei giorni delle riprese è stato affisso un drappo a un balcone del centro storico con la scritta «Rispetto per Meredith».
Le scuse del sindaco di Perugia
Dopo le proteste degli abitanti di Perugia, il sindaco Vittoria Ferdinandi ha scritto una lettera aperta ai concittadini scusandosi per aver permesso che la controversa serie televisiva venisse girata nella città umbra.
«Volevo offrire a Perugia una possibile occasione di riscatto, l’opportunità di mostrarsi, anche dentro una storia tragica, per quello che è – scrive il sindaco -. Eppure per cercare di tutelare l’immagine della città per un attimo ho perso di vista le persone, il dolore vivo della loro carne. E questo mi addolora e di questo voglio chiedere scusa».
Pur ammettendo di aver trascurato nella sua valutazione questo dolore, Ferdinandi ha osservato che ospitare la serie «sarebbe stato un elemento di maggiore garanzia e di controllo perché così come abbiamo richiesto e fatto, avremmo potuto visionare e autorizzare ogni scena». «Cinque scene – continua – in cui verrà ripresa Perugia nella sua bellezza, le sue piazze, i suoi vicoli e in cui verrà raccontata per quello che è: un luogo di vita e di desiderio in cui i giovani vengono a sognare. E questo è ciò che verrà rappresentato».