7 Oscar per Everything Everywhere All At Once
Caleidoscopico, surreale, immaginifico, folle: così è EEAAO, come chiamano gli americani Everything Everywhere All At Once, il film che ha vinto 7 Oscar. Oscar come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attrice protagonista Michelle Yeoh, miglior attrice non protagonista Jamie Lee Curtis, miglior attore non protagonista Ke Huy Quan, miglior montaggio. EEAAO può essere considerata la versione 4.0 o del secondo millennio di Alice nel Paese delle meraviglie. E qui le meraviglie attraverso cui viaggia la protagonista Evelyn sono quelle di realtà parallele, multiversi in cui cercare un frammento di senso alla follia della vita vera.
La trama di Everything Everywhere All At Once e i suoi 7 Oscar
Ma facciamo un passo indietro: Evelyn è una emigrata di origini cinesi che gestisce con mille difficoltà una piccola lavanderia a gettoni negli Stati Uniti, ha una figlia adolescente che non capisce e con la quale fa fatica a comunicare, un padre rintronato e un matrimonio giunto al capolinea. Il caos regna nella sua vita e nella sua casa colma di carte, oggetti stipati alla rinfusa, e la lavanderia sopra a cui vivono non è da meno, clienti compresi. Qui inizia la prima parte: Everything.
Evelyn col marito viene chiamata all’agenzia delle entrate, davanti a una burbera e tremenda donna – Jamie Lee Curtis – che le controlla fatture e scontrini. Niente è a posto e Evelyn comincia a perdersi… Con la complicità del marito che un momento è una persona, quello dopo un’altra. Cercando di fuggire dalle incombenze squallide e angoscianti della quotidianità e dalla fatica di far quadrare i conti, Evelyn inizia il suo viaggio fantascientifico e pazzo in cui entra ed esce in diversi mondi, cambia identità, acquista superpoteri, diventa l’immagine frammentata, come un vetro rotto, di se stessa. E mentre lei cambia anche gli altri membri della sua famiglia vanno incontro a metamorfosi. C’è un finale che alcuni possono leggere a lieto fine, altri un triste tornare indietro. Se cercate una trama e un senso in tutto questo dovrete cambiare prospettiva, abbandonare la linearità e lasciarvi trasportare dal flusso delle immagini e di una storia che non regala certezze.
Il nemico da battere
Possiamo dirvi che c’è un nemico da sconfiggere che è fuori ma anche dentro di noi, che c’è un rapporto madre-figlia da ricomporre e l’idea che ognuno può trovare una strada accettandosi e imparando ad amarsi. C’è una donna che cerca di salvare l’umanità col cuore, l’ingegno e il kung fu, un mondo dove i messaggi che ci arrivano da tutte le parti sono come un buco nero che si mangia tutto e il caos è sovrano.
Cosa hanno voluto dirci i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Il film passa da un registro all’altro: a volte è comico, altre grottesco, altre pauroso e violento. Ed è farcito di frasi filosofiche a effetto: «Ogni fallimento, ogni delusione ti ha portata qua (nel multiverso, ndr)»; «Qual è la verità? Niente ha importanza. E se nulla è importante tutto il dolore e la colpa per non avere realizzato niente nella vita scompaiono»; «Sei in grado di far tutto perché sei incapace in tutto»; «Tutto ciò che facciamo finisce per disperdersi come una goccia in un mare di altre possibilità». E sono queste il senso vero del film: come una bizzarra presa di coscienza, un invito a renderci conto di chi siamo e in che mondo e società viviamo. E per una donna il riconoscersi passa anche attraverso il rapporto madre/figlia: «sono quella che stavi cercando, quella che ti distruggerà». Per diventare adulti bisogna sconfiggere la madre, per diventare madri bisogna accettare i figli.
I tre capitoli di EEAAO
Il film è diviso in tre capitoli, gli stessi che danno il titolo al film: Everything, ogni cosa, Everywhere, dappertutto, All At Once, tutto in una volta. Tre capitoli che seguono il ritmo del film: per raggiungere il tutto si passa attraverso questi stadi, trasformandosi e vivendo. Un po’ come Alice che cade nel tunnel seguendo il Bianconiglio, incontrando il Bruco e il Cappellaio matto per arrivare alla verità, Evelyn attraversa lo specchio, incontra la regina cattiva e creature mostruose in una cacofonia di immagini, rumori, citazioni di film e scene che ricordano l’audacia di Matrix e la pazzia di Quentin Tarantino. È il nostro mondo di Internet, dei social, dei film, del fast food e del consumo veloce di tutto, sentimenti compresi. Della pazza America, e non solo. Se lo prendete così è come fare una corsa sulle montagne russe, altrimenti vi sembrerà solo un grande caos.