Storie d’amore, etero e non solo. Storie di ribellione ed emancipazione, femminile e non solo. Di leader veri o reinventati nella fiction. La 77esima edizione del Festival di Cannes, fino al 25 maggio 2024, riflette sullo schermo la realtà della nostra vita intima e collettiva. Negli oltre 100 titoli, tra i 22 del concorso e quelli delle sezioni collaterali, sono attesi i più grandi registi e gli attori più amati, pronti a sfilare sul red carpet per regalarci anche un’ondata di glamour. A cominciare da Yorgos Lanthimos che, dopo aver vinto 4 Oscar solo 3 mesi fa con Povere creature!, è già di ritorno con un altro film: Kinds of Kindness, di cui ancora una volta è protagonista Emma Stone con Willem Dafoe… Per dire solo uno dei film più attesi sulla Croisette.
Les italiens
Sono racconti al femminile i due titoli italiani più attesi. A 9 anni da Youth, Paolo Sorrentino è in competizione con Parthenope raccontando una donna che ha il nome della mitologica sirena, i suoi incontri e i suoi amori. «I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore» dice il regista, che tra gli attori italiani – Isabella Ferrari, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli – ha inserito anche Gary Oldman.
Fuori concorso, Valeria Golino in veste di regista presenta la serie L’arte della gioia, dallo scandaloso romanzo postumo di Goliarda Sapienza, con Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi: sarà al cinema in due parti dal 30 maggio e fra qualche mese su Sky. Invece I dannati di Roberto Minervini, 54enne regista che vive tra l’Italia e gli Stati Uniti, racconta un gruppo di volontari durante la Guerra di Secessione americana, nella sezione “Un Certain Regard” e nei cinema il 16 maggio. C’è anche Pierfrancesco Favino: in veste di giurato e nel film francese Le Comte de Montecristo.
Strani amori
Chi ha nostalgia di amori a lieto fine rischia di restare deluso. Ad aprire il Festival è un film che racconta i sentimenti con ironia surreale: Le deuxième acte di Quentin Dupieux vede Léa Seydoux follemente innamorata di Louis Garrel, che però, da inguaribile seduttore, vuole sbarazzarsene appioppandola al suo amico.
C’è poi il dramma di un uomo celebre che confessa le infedeltà di una vita durante un’intervista accanto alla moglie: lui è Richard Gere, lei Uma Thurman, il film è Oh Canada di Paul Schrader, che torna a dirigere Gere 44 anni dopo American Gigolò con la vicenda tratta da I tradimenti di Russell Banks (Einaudi).
L’amour ouf di Gilles Lelouche ripercorre, tra dramma e commedia musicale, la crisi di una donna (Adèle Exarchopoulos) e del compagno in carcere, mentre Emilia Perez di Jacques Audiard, con Selena Gomez e Zoe Saldana, è uno strano musical poliziesco centrato su un esponente del cartello messicano che viene aiutato a cambiare sesso.
A volte ritornano
Sarà la regina della festa? Demi Moore non soltanto salirà la Montée des Marches come protagonista di Substance di Coralie Fargeant, pronto a far rumore in concorso come “body horror femminista”, ma è anche il volto più glamour del gala benefico di amfAR per la lotta all’Aids, accompagnata da Cher. Mancava da 20 anni Kevin Costner, che torna all’avventura western: Horizon – An American saga, fuori concorso, di cui è regista e attore, con Sienna Miller e Sam Worthington, esprime l’impegno politico e ambientale attraverso il suo genere preferito, da Balla coi lupi alla serie Yellowstone. Riecco pure Nicolas Cage, protagonista del thriller The Surfer di Lorcan Finnegan: una guerra di nervi e di follia in cui un uomo solo, rientrato in Australia dopo anni negli Usa, sfida una banda di surfisti che vogliono appropriarsi della “sua” spiaggia.
Uomini veri
Mentre negli Usa si infiamma la campagna elettorale per le presidenziali di novembre, The Apprentice di Ali Abbasi racconta il giovane Donald Trump con il volto del supereroe Marvel Sebastian Stan. Oliver Stone firma Lula, un documentario sul presidente brasiliano al suo terzo mandato, mentre Sergey Loznitsa parla dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia in The invasion. Politica a parte, c’è anche un eroe della letteratura che ha una storia da film: Limonov, dall’omonimo romanzo di Emmanuel Carrère, racconta lo scrittore e politico russo anti-Putin Eduard Limonov, scomparso nel 2020, e le sue avventure tra Russia e Stati Uniti.
Il mondo in crisi
Il più atteso dai cinefili è l’85enne regista Francis Ford Coppola che, a 50 anni da Il Padrino, porta sulla Croisette una grande scommessa. Il suo Megalopolis, con Adam Driver, Dustin Hoffman e Shia LaBeouf, concepito in 40 anni e autoprodotto con 120 milioni di dollari nello scetticismo dei distributori («come Apocalypse Now 45 anni fa» ha detto il regista) racconta un’America disastrata paragonata alla fine dell’Impero romano, dove il politico vecchio stampo Cicero si oppone a Caesar, architetto utopista che nel trailer ferma lo scorrere del tempo dalla cima di un grattacielo.
Sfidando un tabù si può anche ridere, invece, di emergenze come quella climatica: ci prova Rumours di Guy Madden, con Alicia Vikander e Cate Blanchett, film nel quale i leader di un G7 si perdono in un bosco mentre tentano di stilare una dichiarazione sulla crisi globale.
Occhi sul red carpet
È tutto al femminile il grande cinema fatto di avventura, azione e sorprese spettacolari. Fuori concorso e in sala il 23 maggio c’è Furiosa: a Mad Max Saga di George Miller, prequel di Mad Max: Fury Road. Furiosa, già interpretata da Charlize Theron, stavolta è giovane e ha il volto della “regina degli scacchi” Anya Taylor-Joy che, accanto a Chris Hemsworth, si prepara al bagno di folla sulla Croisette.
Attrarranno i fan anche il premio Oscar Emma Stone – con Margaret Qualley (figlia d’arte di Andie MacDowell e bravissima protagonista quest’anno di Drive-Away Dolls) e Hunter Schafer (nel cast della serie cult Euphoria) – per Kinds of Kindness, nuovo titolo di Yorgos Lanthimos in sala a giugno ma ancora avvolto nel mistero, e gli ammiratissimi Vincent Cassel e Diane Kruger, volti di The Shrouds, il film più personale di David Cronenberg che affronta il tema della morte.
In onore di Mastroianni
Chiara Mastroianni entra nella Fontana di Trevi proprio come fece il padre Marcello in La Dolce Vita di Federico Fellini, nel 1960. Porta la camicia bianca e il completo nero come lui in quella scena e, con i capelli corti, gli somiglia davvero moltissimo. È lei la protagonista del film che, il 21 maggio al Festival di Cannes e il 23 nei nostri cinema, celebra il grande attore a 100 anni dalla nascita (il 28 settembre) imbastendo una storia tra verità e finzione.
Marcello mio di Christophe Honoré segue Chiara quando, in un’estate particolarmente tormentata, decide di far rivivere il padre attraverso se stessa. Inizia a vestirsi e parlare come lui con tale forza e convinzione che le persone intorno la chiamano Marcello, tra momenti di stupore e ironia, spiazzamento e tentativi di riportarla alla realtà. Con questo film-divertissement dall’ironia lieve, Honoré – che ha già diretto la Mastroianni in L’hotel degli amori smarriti nel 2019 – ripercorre i momenti più importanti della carriera del nostro attore più iconico tra Parigi e Roma. Con Catherine Deneuve, madre di Chiara, a interpretare se stessa e con altri attori francesi e italiani, da Fabrice Luchini a Stefania Sandrelli, in versioni in parte reali e in parte romanzate di se stessi.
La presidente e la madrina
Un’americana e una francese. La prima, regista, è passata dai film indipendenti a Hollywood. La seconda, attrice, da una popolare serie tv a titoli d’autore. Non potrebbero essere più diverse Greta Gerwig e Camille Cottin, le artiste che hanno dato il via al Festival di Cannes da presidente della giuria e da madrina, accanto all’ospite d’onore Meryl Streep. Sono però entrambe volti della femminilità contemporanea e del desiderio di raccontarla. Gerwig, 40 anni, lo ha fatto trasformando la storia di Barbie in una favola femminista e, tra divertimento e riflessione, ha incassato 1 miliardo e mezzo di dollari. Cottin, 45, ha varcato i confini di Francia con il personaggio più tosto della serie Chiami il mio agente!, che vive liberamente e creativamente l’omosessualità, per poi calarsi in altre donne di oggi. Conquistandoci.