C’è ancora chi dice che veniamo da Marte o da Venere, a seconda che maschi o femmine. Che siamo pianeti diversi destinati forse a guardarci, a sfiorarci, ma mai ad incontrarci e capirci. Non è di questa idea Francesca Cavallo, che con i suoi bestseller Storie della buonanotte per bambine ribelli, da 8 milioni di copie e tradotti in 50 lingue diverse, aveva già un po’ cambiato il mondo.
Il suo nuovo libro, Storie spaziali per maschi del futuro, contiene una galassia di dodici racconti ambientati su pianeti immaginari, in cui l’autrice si concentra su questioni centrali nella formazione dell’identità maschile. Dalla capacità di riconoscere le emozioni all’importanza del consenso, passando per l’uso della forza e la gestione del rifiuto.
È un libro che parte dallo spazio, ma mira a cambiare la nostra cara e vecchia Terra. E chi ha capito la portata di questa rivoluzione ne ha avuto paura: nonostante il successo legato al suo nome, infatti, Cavallo non pubblica con nessuna casa editrice italiana. Il libro non uscirà in libreria, ma con il suo marchio editoriale, Undercats, attraverso la piattaforma di self-publishing di Amazon.
Storie spaziali per maschi del futuro: il nuovo libro di Francesca Cavallo
In questo libro hai risposto alle domande: «Come sarebbe un mondo in cui i maschi si rifiutano di fare la guerra? E uno in cui non hanno bisogno di essere eroi per sentirsi amati?». Secondo te, quindi, come sarebbe questo mondo?
Ho provato a rispondere a queste e molte altre domande, inventando volta per volta pianeti diversi. In questo universo parallelo, ho pensato a un pianeta in cui per esempio gli uomini non prendono sul serio la guerra: il pianeta dei conigli. Un mondo nel quale sostanzialmente due bambini riescono a rendere ridicolo il tentativo del loro maestro di addestrarli alla guerra e attraverso questo rifiuto ispirano i loro genitori, impegnati a lavorare per fabbricare le armi.
Ovviamente i temi, essendo un libro per bambini, sono trattati con molta ironia. Ma questo aiuta a ridistribuire i pesi in un modo diverso: la retorica della guerra spesso è molto pomposa e questo porta tanti bambini a percepirla come un’avventura e crescere con questo mito.
Quali sono le conseguenze di questa narrazione eroica di temi come la guerra?
Questo ovviamente porta a generazioni di maschi che vedono un evento traumatico – come quello della guerra – come un emblema della formazione del carattere, della personalità. È ridicolo, perché la nostra personalità semmai viene deformata dal trauma, non forgiata!
Forse questa è una delle tante differenze nell’educazione di maschi e femmine che poi ci fanno apparire così lontani da adulti. Approcciarti a lettori maschi è stato difficile per te in fase di scrittura?
Assolutamente sì! È sconvolgente pensare che Storie della buonanotte per bambine ribelli l’ho scritto (insieme a Elena Favilli nel 2016, ndr) in quasi quattro mesi, mentre per lavorare a questo libro mi sono serviti due anni.
Perché?
Sono onesta: sulle bambine non avevo pregiudizi. Non avevo nessun problema a credere che le bambine non siano né meno ambiziose né meno capaci dei maschi, ma siamo invece noi a creare una cultura della subalternità che poi chiamiamo natura. Per quanto riguarda i maschi, invece, ho dovuto lavorare su me stessa. Una parte di me credeva ancora fossero naturalmente più aggressivi, meno empatici. Mi sono detta: se ho dato il beneficio del dubbio alle bambine, devo fare lo stesso per i bambini.
Il tuo lavoro non ti ha portato solo a cambiare l’immaginario di tante (piccole e grandi) lettrici, ma in tutto il mondo. Hai tenuto discorsi sull’importanza della rappresentazione al Museo dei Nobel di Stoccolma, alla Massachusetts Conference for Women di Boston, alla Women in Tech Conference di Varsavia, alla Commissione Europea… Hai insegnato, o imparato di più?
Sicuramente imparato! Tutti i miei libri nascono dal desiderio di condividere con i miei lettori un personale percorso di apprendimento. E lo stesso vale per Storie spaziali per maschi del futuro: ho portato i lettori con me in un viaggio, dove insieme spero scopriranno quello che ho scoperto io (e forse anche qualcosa di nuovo!).
Tutto questo ha influenzato la tua scrittura?
Moltissimo: cerco di pensare a tutti i miei libri come adatti ad un pubblico internazionale e questo si riflette anche all’interno delle storie. Alcuni personaggi mangiano tortillas, altri un panino; alcuni hanno tratti somatici che fanno riferimento a specifiche aree del mondo, altri a quelle opposte. Il pubblico per il quale scrivo è un pubblico che abita molti paesi diversi (solo questo libro è tradotto in 9 lingue, ndr) e un po’ lo faccio anche perché ovviamente stiamo andando nella direzione di una società sempre più globalizzata e voglio fare posto per tutti.
Ampliare in modo radicale la diversità nelle storie per bambini serve, anche perché è attraverso le storie che consumiamo che permettiamo a realtà apparentemente diverse di coesistere pacificamente.
Questo è un obiettivo che mi pongo sempre quando scrivo. In generale, ma soprattutto per i bambini.
Il tuo libro infatti è internazionale non solo per le storie che racconta, ma perché è già uscito in moltissimi paesi del mondo. E invece in Italia, dove nasce, è stato rifiutato dalle case editrici: oggi pubblichi autonomamente e non ti troveremo in libreria, come ti ha fatto sentire questo rifiuto?
Credo sia un rifiuto grave. Avrei potuto pubblicarlo se avessi acconsentito a non ricevere un compenso, ma non voglio più supportare un sistema culturale che funziona in questo modo.
Oggi viene dato spazio alla letteratura che nasce da trend, mentre io cerco di scrivere storie che si inseriscono in narrative ancora da scoprire. In ogni caso, ora sono pronta a vivere questa promozione e il lancio di questo libro al meglio!
Avrai incontrato tanti giovani lettori in questi anni, vedi già una generazione diversa? Senti di aver contribuito a un cambiamento?
Sì: nel corso di questi otto anni tante persone mi hanno raccontato di come il libro li abbia aiutati a cambiare traiettoria. Nella loro vita, come lettori, o nella vita delle loro bambine come genitori. Ho molte conferme e spero che anche Storie spaziali per maschi del futuro abbia lo stesso effetto nelle famiglie di bambini maschi. Spero li aiuti a crescere più liberi.