Mentre in Corte d’Assise di Roma è in corso il processo sul caso Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso in Egitto tra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016, è iniziata anche la realizzazione del primo documentario sulla vicenda, che dopo più di otto anni non vede ancora una fine. La regia è di Simone Manetti, che dall’inizio del processo sta filmando tutte le udienze e seguendo in aula i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni. Il documentario vede la consulenza di Alessandra Ballerini ed è prodotto da Mario Mazzarotto per Movimento Film.

La verità su Giulio Regeni

L’obiettivo è di arrivare alla verità processuale dopo 103 mesi di depistaggi, colpi di scena e segreti, durante i quali la polizia egiziana tentò di scaricare su una banda locale la responsabilità dell’uccisione di Regeni. In base alle ultime rivelazioni di La Repubblica, un colonnello egiziano aveva in mano i documenti di Giulio Regeni prima che questi venissero misteriosamente trovati nella casa di alcuni rapinatori uccisi, gli stessi uomini sui quali si è tentato di scaricare le responsabilità della morte del ricercatore italiano. Sarebbe insomma un’operazione studiata a tavolino. Un depistaggio della polizia del Cairo, come rivela una fonte sotto protezione che ha consegnato alcuni filmati da cui sarebbero evidenti le modalità della perquisizione e tutte le stranezze che sarebbero state compiute per depistare le indagini e puntare il dito contro alcune persone (uccise) che nulla avevano a che fare con quanto patito dal ricercatore italiano.

Le inchieste di Report su Giulio Regeni

L’inchiesta di Report del 5 maggio 2024 dimostra con documenti riservati, che già a 48 ore dalla sparizione di Giulio Regeni, la presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri fossero a conoscenza del quadro completo dei fatti. Report rivela che al Cairo in quelle ore erano in azione anche uomini della CIA e soprattutto della security ENI, il colosso energetico italiano che due settimane dopo avrebbe firmato con l’Egitto il contratto miliardario di gestione di Zhor, il più grande giacimento di gas del Mediterraneo Orientale. L’inchiesta ricostruisce anche le responsabilità di governo e vertici dei servizi egiziani.

Un supertestimone parla per la prima volta

In una successiva inchiesta di Report del 2 giugno 2024, invece, si svelano alcuni documenti inediti ed emerge un super testimone che per la prima volta dopo otto anni decide di parlare. Dalla scomparsa di Giulio Regeni, il 25 gennaio del 2016, al ritrovamento del suo corpo senza vita passano dieci giorni. Negli stessi giorni, mentre il ricercatore italiano viene torturato, il governo egiziano nega ogni responsabilità e in più occasioni ripete di non sapere che fine abbia fatto Giulio Regeni. Questa è la verità sostenuta fino a oggi, ma il racconto ufficiale corrisponde davvero a quanto accaduto in quei giorni? L’Egitto sapeva in quali mani fosse finito Giulio Regeni?

Giulio Regeni tra ragion di Stato e giustizia

Il documentario cerca di far lui su questa vicenda tragica e cruenta che ha coinvolto alte sfere della politica egiziana, italiana e internazionale, sollevando la mai risolta questione: può, la ragione di Stato prevalere sulle ragioni della Giustizia?

Il documentario, che prevede l’utilizzo di materiali esclusivi e inediti, nasce dall’esigenza e dalla generosità della famiglia Regeni di offrire una testimonianza onesta e dettagliata che possa raccontare “tutto il male del mondo” che si è abbattuto sulla loro esistenza e gli otto anni e mezzo di faticoso percorso di giustizia.