Dall’11 aprile esce in tutte le sale italiane Gloria!, il film esordio alla regia di Margherita Vicario che unisce musica e femminismo. Racconta la storia di un gruppo di giovani orfane che, all’interno di un istituto parrocchiale, vengono cresciute per diventare mogli. Le protagoniste sono un po’ piccole donne e un po’ setta dei poeti estinti. Imparando a suonare flauto, pianoforte e violino si innamorano della musica e sognano di creare componimenti tutti loro, cosa a cui le donne non potevano ambire in quel periodo storico.
Come spiega la stessa regista, quella di Gloria! è in parte una storia vera, quella delle prime artiste italiane che «come i fiori messi a seccare, sono state dimenticate tra le pagine della storia», perché dei loro componimenti non ci è giunto quasi nulla. Giovani talentuose e piene di passione, di cui ci sono giunti solo piccoli esperimenti musicali, tenuti nascosti per paura di essere scoperte.
Gloria!: la trama del film
Il film è ambientato all’inizio del 1800, in Veneto. All’Istituto Sant’Ignazio, una decina di giovani orfane crescono insieme e imparano a suonare e cantare per il coro della chiesa. L’obiettivo non è quello di renderle artiste, ma mogli in grado di stupire gli ospiti o dilettare il marito: reinterpretare la musica è severamente vietato, le uniche canzoni ammesse sono quelle da cantare durante la messa.
Però la musica ha una controindicazione che non è chiara ai precettori del tempo: la tendenza a scaldare i cuori, ad accendere gli animi. Una combinazione di note sentita per sbaglio, diversa da tutte le altre, è quanto basta a far capire alle ragazze che infrangere le regole è possibile. Che esiste una possibilità di vivere come si vuole, di fare la Rivoluzione come stanno facendo in Francia. E tanto basta…
Riprendersi il futuro unite dalla musica
Lucia (Carlotta Gamba), Bettina (Veronica Lucchesi), Marietta (Maria Vittoria Dallasta) e le altre orfane vivono insieme tra gli spazi dell’Istituto. Quella che le lega è un’amicizia di convenienza, dettata dalla situazione, ma segretamente ognuna di loro cerca di scappare e non voltarsi più indietro.
Nonostante condividano una vita da reiette, si sentono superiori a Teresa (Galatéa Bellugi), detta “la muta”, che non ha accesso alla loro istruzione e viene sfruttata come domestica. Senza aver mai imparato a suonare, è Teresa ad insegnare loro che la diversità – nella musica come nella vita – può essere una forza. Così, intorno alle melodie senza regole della domestica, le ragazze si uniscono: imparano le forze e le debolezze di ognuna, e come farsi forza a vicenda per essere in armonia come in un’orchestra.
Margherita Vicario, non solo Gloria!
È la prima volta dietro la cinepresa per Margherita Vicario – cantante e attrice – che segue le orme del nonno (Stefano Vicario, regista televisivo) mettendosi alla prova. E lo fa con un cast di amici e colleghi che prometteva bene ancor prima di entrare in sala: da Elio (de Le Storie Tese, nel ruolo di Romeo) a Veronica Lucchesi (de La Rappresentante di Lista, nel ruolo di Bettina).
Nel film appare solo con un piccolo cameo (è una nobildonna che fa l’elemosina con fare inorridito a uno dei personaggi), ma è come se fosse in tutte le scene. Sembrano cantati da lei i testi – semplici, ingenui, eppure potentissimi – delle prime canzoncine delle orfane e pare di sentirla nella scena finale, che ricorda i cori del brano Abaué che canta insieme ai fan al termine dei suoi concerti.
Con Gloria! non solo regala un’opera prima di altissima qualità – già premiata al Festival di Berlino e acclamata dalla critica – ma firma il suo manifesto femminista. Un credo secondo cui le donne, unite, possono cambiare le cose e in cui la musica è indispensabile per trovare una voce e riscrivere la storia.