Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l’infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. Il tema di queste terribili torture è al centro di Fiore del deserto, il film che racconta la vera storia di Waris Dirie, ex top model di fama internazionale e attivista anti-MGF (acronimo di “Mutilazioni Genitali Femminili”).
La storia di Waris Dirie
Waris Dirie ha davvero una storia incredibile.
È nata in una famiglia nomade nel deserto della Somalia intorno al 1965 (non risulta registrata nel suo villaggio di nascita).
A cinque anni subisce l’infibulazione (pratica di mutilazione genitale femminile, consiste nell’asportazione della clitoride) e a tredici scappa e attraversa il deserto per sfuggire ad un matrimonio combinato con un uomo vedovo di 60 anni.
Raggiunge Mogadiscio, dove la nonna la ospita e poi l’aiuta a emigrare nel Regno Unito. A Londra si mantiene facendo i lavori più umili, tra cui la cameriera e l’addetta alle pulizie in un ristorante.
La carriera da top model
Posa per caso per un celebre fotografo e, dopo la pubblicazione dei suoi scatti, entra nel mondo della moda, diventando in breve tempo una delle top model più famose al mondo. Durante il suo periodo d’oro è stata perfino una Bond Girl, ottenendo una piccola parte nel film 007 – Zona Pericolo al fianco di Timothy Dalton. Nello stesso anno (1987) è apparsa sulla copertina del calendario Pirelli.
L’impegno contro l’infibulazione
Proprio al culmine della sua carriera, ha deciso di raccontare la sua storia drammatica, per denunciare la tortura subita. Dall’inizio degli anni Novanta ad oggi, Waris Dirie è diventata un’attivista molto impegnata nella campagna contro l’infibulazione.
Dal 1997 al 2003 ha operato come ambasciatrice speciale dell’ONU contro le mutilazioni genitali femminili, grazie alla nomina di Kofi Annan.
Per il suo lavoro di ambasciatrice umanitaria è stata insignita della Legion d’onore nel 2007.
Waris Dirie ha raccontato la sua storia nell’autobiografia Fiore del deserto, pubblicato in Italia da Garzanti. Ha scritto anche altri libri, tra cui Alba nel Deserto, Figlie del Dolore, Lettera a mia Madre.
Molto attiva anche sui social, gestisce l’associazione la “Desert Flower Foundation”, che salva le bambine africane dalla tortura dell’infibulazione e finanzia i loro studi nelle scuole della fondazione.
La denuncia contro l’infibulazione in un film: Fiore del deserto
Diretto dalla regista anglo-tedesca Sherry Hormann, Fiore del deserto è l’adattamento cinematografico dell’omonima autobiografia di Waris Dirie
In lingua somala, Waris significa appunto «fiore del deserto» motivo per cui la modella ha scelto di intitolare così la sua autobiografia, da cui è stato tratto il film, presentato nel 2009 alla Mostra del Cinema di Venezia.
Come affronta il tema dell’infibulazione
Uno dei (tanti) punti di forza del film è la sua complessità di registro. Incentrato su una storia vera, e su argomenti forti come l’infibulazione, Fiore del deserto riesce a passare con leggerezza dal dramma alla commedia e poi, di nuovo, al dramma sviluppando nello spettatore un coinvolgimento emotivo completo.
Oltre al dramma, Desert Flower – questo il titolo originale – affronta anche i problemi dell’immigrazione e il difficile processo di integrazione.
La trama del film
Il film racconta la vera storia di Waris Dirie, che inizia nel deserto della Somalia, in una famiglia nomade. All’età di tredici anni viene venduta dal padre a un uomo di sessant’anni. Waris non accetta quel destino e fugge a Mogadiscio, dove viene aiutata dalla nonna. La donna poi la manda a Londra, dove vive uno zio ambasciatore e così comincia a lavorare come cameriera presso l’Ambasciata Somala.
Quando l’uomo viene richiamato in Somalia, lei decide di restare in Inghilterra, anche se è sola e analfabeta, anche perché non conosce l’inglese. Si guadagna da vivere con lavori umili e riesce a iscriversi a una scuola serale.
Incontra un’aspirante ballerina, Marylin, che, malgrado il temperamento bizzarro e la diffidenza iniziale, diventerà la sua migliore amica. Waris incontra anche il famoso fotografo Terry Donaldson, che la convince a posare per degli scatti. Così comincia la sua carriera come modella, diventando un’autentica top model. Waris, al culmine del suo successo, trova il coraggio di raccontare la sua storia.
Il trailer
Il cast
A interpretare Waris Dirie c’è un’altra supermodella africana: si tratta di Liya Kebede, che però è etiope e non somala. Liya è una modella–attrice: prima di essere la protagonista di Fiore del deserto, ha debuttato nel cinema con dei ruoli nei film Lord of War (2005) e The Good Shepherd – L’ombra del potere (2006) di Robert De Niro. Dopo aver interpretato Waris Dirie nel film biografico, Liya Kebede ha continuato la doppia carriera di modella e attrice. Nel 2008 è risultata quindicesima nella classifica delle modelle più pagate al mondo di Forbes nel 2008. Nello stesso anno è comparsa anche ne La migliore offerta di Giuseppe Tornatore; il titolo più recente è però Samba del 2014.
Il resto del cast è completato da Sally Hawkins che interpreta l’amica Marylin, da Timothy Spall nei panni del celebre fotografo Terry Donaldson e da Juliet Stevenson in quelli della direttrice di un’agenzia di modelle.
Dove vedere il film in streaming
La pellicola ispirata al racconto autobiografico di Waris Dirie è stata distribuita nei cinema italiani nell’aprile 2016. Da allora, viene trasmessa in televisione almeno una volta all’anno.
Attualmente, Fiore del Deserto è presente anche su alcune piattaforme streaming. Chi è in possesso dell’abbonamento, può vedere il film gratuitamente su Amazon Prime Video. La pellicola è anche disponibile a noleggio sulle piattaforme streaming Chili e Rakuten Tv.