Non succede tutti i giorni di sedersi a parlare di cinema con Julianne Moore e Natalie Portman, ma quando succede il tempo sembra passare troppo in fretta. Devo “ringraziare” May December, dove le due attrici premio Oscar (Moore per Still Alice nel 2015, Portman per Il cigno nero nel 2011) recitano per la prima volta – finalmente! – insieme.

La trama di May December

Nel film, ora al cinema, Elizabeth Berry è una celebre attrice intenzionata a portare sul grande schermo la storia vera di una coppia la cui relazione clandestina aveva sconvolto gli Stati Uniti 20 anni prima perché lei, Gracie Atherton, aveva 36 anni e lui, Joe Yoo, appena 13. Nel frattempo Gracie e Joe sono rimasti insieme, diventando genitori di due figli, ed Elizabeth, per prepararsi a interpretare Gracie, si trasferisce a casa loro, innescando un effetto domino che ne sconvolgerà le vite. Proprio come il film nel film, la pellicola diretta da Todd Haynes si ispira a fatti realmente accaduti: nel 1996 Mary Kay Letourneau, insegnante di 34 anni, ebbe una storia con il suo allievo di 12 Vili Fualaau e fu arrestata con l’accusa di stupro su minore quando era già al sesto mese di gravidanza. Nonostante ciò, i due ebbero un’altra figlia e si sposarono poco dopo la scarcerazione nel 2004 di Mary Kay. Divorziarono nel 2019 e solo allora lui, pur dichiarando di non considerarsi una vittima, ammise che la loro relazione era stata malsana.

Haynes è un regista che ha il dono di saper esplorare le corde più insondabili dell’animo umano – come ha dimostrato nei magnifici Lontano dal Paradiso e Carol – e, in questa storia a metà fra il melò e il thriller, Portman nel ruolo di Elizabeth e Moore in quello di Gracie portano avanti un sopraffino gioco di specchi tra reale e irreale, parole e silenzi, attrazione e manipolazione. Entrambe convinte di conoscere la verità, nessuna pronta davvero ad affrontarla.

L’intervista a Julianne Moore e Natalie Portman

Natalie, il film in un certo senso è nato da lei.

N.P. «Quando ho letto la sceneggiatura di Samy Burch (candidata agli ultimi Oscar, ndr), l’ho trovata incredibile. Non c’era la solita distinzione tra buoni e cattivi che rende difficile capire la realtà: nella vita vera tutti possono avere un po’ ragione e un po’ torto. Così l’ho mandata a Todd, con il quale volevo lavorare da anni perché non ha paura di raccontare l’ambiguità morale degli esseri umani, ti sa scuotere come se il pavimento ti si sollevasse sotto i piedi. Sono stata felicissima quando ha accettato di dirigere il film, in passato aveva rifiutato tutti i copioni che gli avevo proposto».

May December
Natalie Portman e Julianne Moore in May December

E Haynes ha subito pensato a lei, Julianne, per interpretare Gracie.

J.M. «Sono 30 anni che lavoriamo insieme, questo è il quinto film (indimenticabile Lontano dal Paradiso del 2002, ndr). Facendomi leggere la sceneggiatura, Todd sapeva benissimo che avrei accettato: era complessa, impegnativa, soprattutto insolita. Quando due protagoniste femminili si trovano l’una di fronte all’altra, il soggetto ha spesso a che fare con l’amore, i figli, la famiglia. Stavolta, invece, si trattava di due donne forti in lotta per il predominio narrativo. Due antagoniste che mi hanno ricordato molto John Travolta e Nicolas Cage in Face/Off. Non potevo non accettare questa sfida».

Come descrivereste Gracie ed Elizabeth?

J.M. «La sceneggiatura era semplice in modo ingannevole. All’inizio ho pensato: capisco il personaggio, posso farlo. Poi, appena ho iniziato a lavorarci, ho chiamato Todd nel panico dicendogli che non riuscivo ad afferrarlo, a renderlo mio. Ci ho messo un po’ a comprendere: Gracie è come una principessa che viene salvata dal suo principe, anche se il suo principe ha 13 anni! Nella sua testa lei è la bambina, lui l’adulto. Credo che la rappresenti bene una frase che a un certo punto dice a Elizabeth: “Le persone insicure sono molto pericolose”».

N.P. «Quando all’inizio incontriamo Elizabeth, la crediamo una persona affidabile, ma dopo scopriamo che tanto lei quanto Gracie sono imprevedibili. Credi alla loro versione della verità, poi ti rendi conto che ti hanno manipolato. Sembrano quasi sedursi a vicenda con lo scopo di controllare le rispettive storie, però rifiutano di guardare dentro se stesse perché incapaci di accettare l’abisso che alberga nel loro animo. E Todd è geniale nell’usare la macchina da presa come uno specchio, in modo da farci rimanere sempre in bilico tra finzione e realtà».

May December
Julianne Moore e Charles Melton in May December

May December, una storia vera

Cosa sapevate della vicenda a cui May December si ispira?

N.P. «Negli anni ’90 ero una ragazzina ma già recitavo, per cui conoscevo bene come funzionava il sistema scandalistico dei tabloid su cui la storia di Mary Kay e Vili imperversava. Ma non mi sono mai chiesta, come credo molti, quale effetto potesse avere sulle loro vite un’attenzione così morbosa».

Il film, però, non giudica i personaggi.

J.M. «Io ho scelto di non giudicare Gracie, perché altrimenti non avrei potuto interpretarla: a distanza di anni lei continua a non prendere coscienza delle sue azioni. Credo che May December faccia riflettere sul modo in cui raccontiamo la nostra storia a noi stessi e agli altri. E adoro il finale proprio perché non sappiamo in che modo il film va a finire. Come succede nella vita».

N.P. «Sono d’accordo con Julianne. Non si tratta di giudicare i personaggi, ma di capire l’anima umana. Non a caso, a una fan che le chiede come sceglie i ruoli da interpretare, Elizabeth risponde che cerca quelli difficili da comprendere in superficie».

May December
Natalie Portman e Julianne Moore in May December

Julianne Moore e Natalie Portman: due grandi attrici

Todd Haynes ha detto che voi due insieme siete la cosa più straordinaria da guardare in questo film.

J.M. «Ne sono lusingata, ma penso che il merito vada alla dinamica fra i nostri personaggi, alla lotta che instaurano per il controllo della storia da raccontare. Gracie vuole far credere a Elizabeth di essere in un certo modo. Ma più Elizabeth la imita ed entra in simbiosi con lei – e in questo Natalie è bravissima – più Gracie si guarda come in uno specchio… E ciò che vede non le piace».

N.P. «Durante la pre-produzione, Todd ci ha consegnato una lista di film da studiare per capire l’atmosfera che voleva dare al suo. Quello che mi ha colpito di più è stato Persona, diretto da Ingmar Bergman nel 1966. Parla di un’infermiera, incaricata di curare una famosa attrice dopo un esaurimento nervoso, che inizia ad assorbire l’identità della sua paziente: l’ho trovata una storia molto potente sul disturbo dissociativo dell’identità. E sono d’accordo con Haynes quando dice che May December esplora uno dei più grandi talenti della specie umana: il nostro colossale rifiuto a guardare in noi stessi».

May December
Charles Melton e Natalie Portman in May December