Il cielo sopra Venezia risplende di stelle, ma non tutte scenderanno sul tappeto rosso della 80esima Mostra del Cinema dal 30 agosto al 9 settembre. Gli attori americani che appaiono nei 21 film in concorso per il Leone d’oro e nei 13 fuori concorso, per non citare le altre sezioni, sono in sciopero contro gli Studios da mesi e, mentre scriviamo, non c’è ancora un accordo.
Lo sciopero degli attori: niente Mostra del cinema?
Vorrà dire che Emma Stone, Adam Driver e Jessica Chastain si vedranno alla Biennale solo sul grande schermo? E cosa faranno star come Bradley Cooper, regista e protagonista di Maestro, o Benedict Cumberbatch, che è inglese ma ormai hollywoodiano d’adozione?
Benedict Cumberbatch
Pensare che proprio al la Mostra del cinema inizia ogni anno la lunga corsa agli Academy Awards e, se è il valore di ogni film a portare premi, anche il lancio mediatico fa la sua parte. Lo sa bene il presidente della giuria di Venezia, che nel 2016 presentò in Laguna il suo La La Land e, forte della Coppa Volpi all’attrice Emma Stone, volò poi a conquistare 6 Oscar. E lo sanno i produttori di Challengers, il film di Luca Guadagnino con Zendaya, che, per sfruttare l’effetto promozionale della superstar, hanno ritirato il titolo dalla Mostra e rimandato l’uscita in sala.
La squadra degli attori italiani
Per la gioia di fan e cinefili, il migliore cinema italiano è invece pronto al red carpet della Mostra del Cinema. A cominciare dall’attore Pierfrancesco Favino, che nel film d’apertura, Comandante di Edoardo De Angelis, interpreta una figura eroica della Seconda guerra mondiale, mentre in Adagio di Stefano Sollima racconta la tensione di una Roma crepuscolare accanto a Toni Servillo e Valerio Mastandrea.
I critici attendono con curiosità anche l’opera di Matteo Garrone, Io capitano, che parla di migranti africani senza avere volti celebri, e il lavoro di Liliana Cavani che, a 90 anni compiuti e a 21 dall’ultima regia, riceve il Leone d’oro alla carriera e presenta fuori concorso un film dal sapore apocalittico, che arriva contemporaneamente al cinema il 31 agosto. L’ordine del tempo, con Alessandro Gassman, Claudia Gerini ed Edoardo Leo, tratto dall’omonimo bestseller del fisico Carlo Rovelli, vede un gruppo di amici ritrovarsi insieme alla vigilia di un evento catastrofico destinato a stravolgere le loro vite: un Don’t look up all’italiana?
Pietro Castellitto
Brividi d’autore alla Mostra del cinema
Chi ama la suspence aspetta sicuramente The Killer di David Fincher (ricordate Seven, Zodiac, L’amore bugiardo?) con un Michael Fassbender assassino, che lo stesso regista definisce «brutale e sanguinario in un mondo che ha perso la bussola morale». Oppure Dogman di Luc Besson, protagonista un emarginato desideroso di vendetta con il volto minaccioso e inquietante di Caleb Landry Jones, già visto in Tre manifesti a Ebbing, Missouri.
Tendenza biopic
Gli appassionati delle storie di musica trepideranno per i nuovi titoli di Sofia Coppola e Bradley Cooper. La prima, che nel 2010 ha vinto il Leone d’oro con Somewhere, ha tratto il suo Priscilla dall’autobiografia Elvis e io – La mia vita con un mito di Priscilla Presley (Sperling & Kupfer) e ha voluto come interpreti la 25enne in ascesa Cailee Spaeny, vista in Pacific Kim: La rivolta, e il 26enne semisconosciuto Jacob Elordi nel ruolo del rocker. Il secondo, a 5 anni dal bagno di folla al Lido con Lady Gaga per A star is born, con annesso Oscar per la migliore canzone, dirige e interpreta Maestro, storia del compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein (interpretato dallo stesso Cooper), e del suo amore per la moglie Felicia (Carey Mulligan). Saranno, all’altezza delle aspettative? Anche Adam Driver ha il suo biopic e fa il bis nei panni di un celebre italiano: dopo Maurizio Gucci di House of Gucci con la regia di Ridley Scott, sarà Enzo Ferrari in Ferrari di Michael Mann, ritratto del mitico fondatore della scuderia di Formula 1. Il film racconta i suoi due amori: la moglie Laura, Penélope Cruz, e la giovane amante, Shailene Woodley.
Attrici fantascientifiche alla Mostra del Cinema
Léa Seydoux ed Emma Stone si sfidano invece a colpi di fantascienza. La francese si priva di ogni sentimento nel distopico La Bête di Bertrand Bonello, ambientato in un mondo dove le emozioni sono diventate una minaccia e l’intelligenza artificiale le elimina dal Dna. Più irriverente l’americana in Povere creature! di Yorgos Lanthimos, ambientato a fine ’800: interpreta Bella, ragazza resuscitata da un medico inglese (Willem Dafoe), da cui però fugge via per godersi la vita come non avrebbe potuto fare, in quanto femmina, nell’epoca in cui era vissuta. Se i fan di Léa, 38enne francese che ha affiancato Craig-Bond in No time to die, hanno speranza di vedere il suo sorriso timido sul red carpet del Lido, quelli della 34enne star americana rischiano di restare delusi causa sciopero: tanto più che l’attrice, premio Oscar per La La Land, si mostra di rado da quando è diventata mamma di Louise, nata 2 anni fa dal matrimonio con il regista e comico Dave McCary.
Guarda chi si rivede
Micaela Ramazzotti
Se Micaela Ramazzotti, che debuttava al Lido nel 2006 con Non prendere impegni stasera, esordisce alla regia con Felicità, «storia di una famiglia storta, che divora ogni speranza di libertà dei figli», nella sezione Orizzonti e al cinema dal 21 settembre, Jessica Chastain, dopo aver presentato 2 anni fa la serie tv Scene da un matrimonio, è oggi protagonista di Memory di Michel Franco, su una coppia che cerca di proteggere l’amore dai traumi di uno dei due. Se Pietro Castellitto, dopo il cult Freaks Out, è attore e regista di Enea, raccontando i casini di due giovani romani e dirigendo il padre Sergio, Benedict Cumberbatch, da tempo lanciato tra le saghe degli Avengers e di Doctor Strange, torna tra i comuni mortali come protagonista di La meravigliosa storia di Henry Sugar, corto di Wes Anderson tratto da un racconto di Roald Dahl. E torna anche il regista Saverio Costanzo, quello di L’amica geniale, con Finalmente l’alba, che intreccia i sogni di una giovane comparsa ai crucci di un’attrice famosa negli anni ’50 e unisce volti italiani (Alba Rohrwacher) a star internazionali (Lily James).
Parlano le donne
Meno mediatiche ma non meno importanti, le storie a sfondo storico-sociale. Due sono raccontate da donne. Origin di Ava DuVernay, la regista di Selma – La strada per la libertà, sonda l’origine del razzismo, paragonando il potere dei bianchi sui neri al sistema delle caste in India e alla società nazista in Germania. The Green Border racconta invece la crisi umanitaria dei migranti spinti dal presidente bielorusso Lukaschenko verso il confine polacco: firmato Agnieszka Holland.
Il ritorno di Mickey Rourke
Nella sua altalena di amore e odio per Hollywood, Mickey Rourke celebra i 70 anni, il 16 settembre, con una festa di Capodanno: quella raccontata nella nuova, nerissima commedia di Roman Polanski The Palace, fuori concorso a Venezia e in sala il 28 settembre. L’attore è tra i ricchi ed eccentrici protagonisti pronti al passaggio dal 1999 al 2000, tra eccessi di fine secolo e minacce del nuovo millennio. Poco o niente resta del sex symbol che fu negli anni ’80 e fece sognare le boomer in 9 settimane e 1/2 con Kim Basinger. Successivamente Rourke si è fatto gonfiare di pugni tornando a fare il pugile, ha riavuto un momento di gloria con The Wrestler di Darren Aronofsky e ha fatto pure un patto con il silicone. Esattamente 40 anni fa nel cult Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola sgommava nelle periferie con Matt Dillon e a chi gli chiedeva come fosse sopravvissuto rispondeva: «Anche le società più primitive hanno un certo rispetto per gli alienati». Come il cinema d’autore.
I grandi vecchi
La creatività non invecchia e certi registi continuano a trottare per festival. L’87enne Woody Allen e l’89enne Roman Polanski portano alla Biennale nuovi film e vecchie polemiche, rinfocolate dal MeToo. Allen presenta il suo primo thriller romantico girato in Francia e in francese: Coup de Chance, con Lou de Laâge e Valérie Lemercier. Il film ruota intorno ai suoi temi più cari, amore, passione e fortuna, mentre lui, anche se scagionato dall’accusa di molestie nei confronti della figlia Dylan, è ancora additato per questo negli Usa. Polanski, che continua a vivere in Svizzera per la condanna per violenza sessuale negli Usa che risale al 1977, dirige The Palace, racconto sarcastico di un party di Capodanno nei cinema dal 28 settembre. William Friedkin, regista di L’esorcista, è invece scomparso il 7 agosto, poco prima di compiere 88 anni e di vedere il suo testamento cinematografico, The Caine Mutiny Court-Martial con Kiefer Sutherland, in anteprima mondiale a Venezia.