Quando ho svoltato per entrare negli studi di Universal credevo di essere un filo in ritardo: la conferenza sarebbe dovuta iniziare alle 11.30, e io ad appena cinque minuti dall’orario prestabilito non ero ancora entrata. Ho capito che non mi sarei persa nulla perché lo show era di fronte a me: a poco più di due metri vedevo una parrucca bionda uscire dalla pelliccia e una squadra di persone tutte intorno. Al flebile «Chi è?» proveniente dal campanello, una risposta che non ammette repliche: «Myss Keta».
Ci sono poche cose naturali e spontanee come seguire «La Myss», che sia verso un ascensore come nel mio caso o con un’azione sui social. Non deve dirlo lei, è un’imposizione che ci si dà senza nemmeno accorgersene: lei sta avanti, tu dietro, bisogna lasciarsi guidare. A portarci negli studi era la presentazione del suo nuovo album – . – fuori su tutte le piattaforme da oggi, 17 gennaio 2025 a mezzanotte. L’album è il suo grande ritorno, dopo CLUB TOPPERIA, e non vedeva l’ora di raccontarlo.
«Vi invito a riflettere», il punto di Myss Keta
Prima di rilasciare il progetto ci ha regalato tre singoli VOGLIONO ESSERE ME, NEVROTIKA e 160BPM, che hanno mostrato subito la prima novità di questo progetto. Il nuovo album, . , è frutto di una ricerca prima di tutto a livello di suoni e produzione. Le influenze sono i sound fidget house, synthpop, tecktonik, che qui si incontrano con il mondo sonoro electroclash di artisti come Miss Kittin, Felix da Housecat. Ma si notano (soprattutto in brani come 160BPM e LES MISÉRABLES) anche le ispirazioni dal mondo dance di Gigi D’Agostino, l’iconico interprete di L’amour Toujours.
Il piano sonoro è prioritario solo perché Myss Keta, icona del mondo del clubbing milanese e volto di una musica che spazia da rap a urlato all’house (comunque rimanendo sempre in contesti di nicchia), è particolarmente riconoscibile soprattutto per le sue basi elettroniche. Forse è questa la più grande cesura rappresentata da .: questa volta i testi non possono essere considerati secondari.
In questo progetto Myss Keta veramente dà spazio al suo immaginario senza temere di alzare il livello della sua narrazione. Alle iconiche sentenze sbarazzine e inviperite (da «Tu Camila Cabello, io Charli XCX; Tu sei la dieta, io cicciobell» a «Della mia verità esistono sempre più versioni, opinioni, quelle che compri con i verdoni») si alternano riflessioni sul mondo in cui viviamo. E racconti che vedono l’artista esprimersi e scendere a patti con emozioni molto lontane dal suo immaginario glamour e festoso: la vergogna, la vendetta, la rabbia.
Ma quale freddo, scelgo la lava incandescente
Le ispirazioni di . arrivano infatti anche da vere e proprie immersioni testuali in libri come Super Eliogabalo di Alberto Arbasino, ma anche ragionamenti su arte, identità e anonimato. Ad aver lasciato un vero e proprio segno sulla Myss è Elena Ferrante, che in uno dei suoi volumi meno noti (ma amatissimo dai conoscitori), La Frantumaglia, si è concentrata proprio sull’importanza di rappresentare le emozioni negative senza cercare di giustificarle o renderle accoglienti.
«Ho riflettuto tanto su come raccontarmi nel modo più onesto possibile», ci ha spiegato la Myss, «e ho capito che non mi avrebbe soddisfatto un album in cui cercavo di rendere appetibili al pubblico sensazioni ed emozioni che non mi piacciono, parti di me che cerco ogni giorno di limare».
Raccoglie il testimone di Charli XCX, che con la sua girl, so confusing (soprattutto nella versione in collaborazione con Lorde) ha fornito un quadro della femminilità più vicino all’immaginario del grottesco che al solito romanticismo, ma non per questo meno vero. In ., Myss Keta definisce la sua rabbia, la sua voglia di vendetta (VENDETTA è il decimo brano, l’unico in cui oltre a lei appare un’altra artista, Vera Gemma), il suo rancore.
C’è un passo di Ferrante che l’ha ispirata a prendere questo filone, e lo ha trascritto per potercelo leggere:
Meglio sbagliare con la lava incandescente che abbiamo dentro, meglio disgustare per questo piuttosto che assicurarsi una buona riuscita ricorrendo a reperti scuri e freddi
De ira: la rabbia secondo Myss Keta
Brani come LES MISÉRABLES, VENDETTA e STRONZA CON VISTA sono infatti spaccati di vita, dai quali è possibile comprendere meglio non solo la visione del mondo dell’artista – più pessimistica e profonda di come è emersa in precedenza – ma anche le sue emozioni. Indagano i suoi sentimenti più duri e irrazionali, e non vengono alleggeriti nemmeno dal velo di ironia che caratterizza la scrittura dell’artista.
«La rabbia in particolare è un sentimento che ribolle dentro di me e mi sono chiesta a lungo come mai», ci ha raccontato. «Credo che parta da ogni forma di ingiustizia: dalle piccole o grandi, da quelle nei miei confronti a quelle che riguardano determinati gruppi sociali, persone a me vicine ma non per forza. È la percezione della disuguaglianza che mi infiamma».
Ma l’album non vuole essere una collezione di brutti pensieri, anzi. È il risultato di un processo creativo onesto e riflessivo, che non rinuncia alla leggerezza (dopo tutto, tra le sue ispirazioni accanto a Ferrante cita «Barbie e La Magia di Pegaso, un film che meriterebbe un Oscar») e nemmeno all’ironia.
Ancora una volta, la Myss ci guida ma stavolta ci porta a guardarci dentro, come siamo, e non verso quelle che vorremmo essere. È un bel passo da successi leggeri e aspirazionali come Le ragazze di Porta Venezia, ma è un passo in avanti, e la porterà anche fuori dall’Italia con sette date europee in alcuni dei club più conosciuti del continente.