È ufficiale, a vincere il riconoscimento più importante durante la 93esima edizione degli Academy Awards appena conclusa, è Nomadland. Film scritto, co-prodotto e diretto dalla regista Chloé Zhao. Che ha sbaragliato la concorrenza (in lista anche The Father, Judas and the Black Messiah, Mank, Minari, Nomadland, Una donna promettente, Sound of Metal e Il processo ai Chicago 7), aggiudicandosi la statuetta più ambita nel mondo cinematografico, l’Oscar come Miglior film.
Una notte particolare. Una cerimonia che si è svolta, straordinariamente, in varie location e alla guida di presentatori diversi: Angela Bassett, Halle Berry, Bong Joon Ho, Don Cheadle, Bryan Cranston, Laura Dern, Harrison Ford, Regina King, Marlee Matlin, Rita Moreno, Joaquin Phoenix, Brad Pitt, Reese Witherspoon, Renée Zellweger e Zendaya.
Ma che non ha tolto nulla alla gioia e alla bellezza di poter vedere trionfare film come Nomadland, una pellicola esaltata con ben sei candidature. Già vincitore del Leone d’oro alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove era stato presentato in anteprima, Nomadland è un film drammatico che si basa sulla storia scritta dalla giornalista Jessica Bruder nel suo libro del 2017 “Nomadland – Un racconto d’inchiesta”.
La trama
Una storia di umiltà, resistenza, accettazione e consapevolezza di sé. Ma anche di conoscenza e libertà. Interpretata magistralmente da Frances McDormand, premiata a sua volta con l’Oscar come miglior attrice (terza statuetta della sua carriera).
La protagonista di Nomadland è Fern, una donna di sessant’anni che, dopo aver perso il marito e il lavoro durante la Grande Recessione che ha interessato gli Stati Unita tra il 2007 e il 2013, decide di partire e lasciare la sua città, Empire, in Nevada.
A bordo del suo furgone malandato e con in ricordo la giacca del marito ormai perso, inizia un viaggio che la porterà a girare gli Stati Uniti Occidentali, spostandosi tra Nevada, Idaho, Mexico e California. Un percorso che si ripete di anno in anno. Sempre uguale. Come un uccello che segue la sua rotta migratoria. E dove, come dice la protagonista stessa, il non avere una casa fisica non significa essere una “senza tetto”. Ma avere la possibilità di vivere, tra il cielo e la terra. Dove la strada e il percorso diventano la casa stessa. Ricca di scoperte, di trasformazioni e di unioni, al di fuori degli stereotipi e delle convezioni sociali.
Il significato
Un viaggio che la porterà a scoprire e confrontarsi con persone diverse (forse), inusuali, stravaganti. E che, esattamente come lei, hanno scelto di vivere da nomadi. In modo non convenzionale e in netto contrasto con ciò che rappresenta la società tradizionale. Che troppo spesso lascia indietro chi non ce la fa e che permette a Fern di riscoprire la condivisione e un concetto di umanità nuovo.
In cui trovare, ciclicamente, la forza (e la necessità) di andare sempre avanti, portandosi dietro pochi ed essenziali ricordi, ma con la speranza rivolta verso il futuro. Il tutto impreziosito e enfatizzato dalle splendide musiche di Ludovico Einaudi, capaci di esaltare la bellezza e la potenza dei luoghi e delle vicende vissute dalla protagonista.
Nomadland: curiosità
Una produzione nata in seguito all’incontro tra la regista Chloé Zhao e l’attrice Frances McDormand, durante gli Independent Spirit Awards nel 2018. E di cui, nello stesso anno, iniziarono le riprese. Un incontro speciale, predestinato forse, ma sicuramente prezioso per il pubblico. Tra due donne straordinarie che hanno saputo creare e interpretare un film dall’alto valore e tasso emozionale. E che sarà disponibile alla visione a partire dal 30 Aprile, su Star all’interno della piattaforma Disney+.
Nomadland è stato realizzato con un budget tra i quattro e sei milioni di dollari. All’interno del cast, oltre alla bravissima e intensa Frances McDormand, spiccano attori professionisti come David Strathairn (Dave) e non professionisti come Linda May, Charlene Swankie e Bob Wells. Che interpretano se stessi, realmente nomadi, donando un valore aggiunto all’intensità, alla concretezza e al realismo della pellicola.
I premi
E che non a caso, oltre all’Oscar come Miglior Film e Miglior Attrice, si è portato a casa anche quello come Miglior Regia. Una vincita forse già annunciata dopo gli scorsi Golden Globes 2021, dove Nomadland ha vinto il premio come miglior film drammatico, miglior regia e migliore attrice in un film drammatico (appunto la McDormand). E dove era candidato anche come miglior sceneggiatura.
Nomination e premi meritatissimi, che proseguono (e fanno ben sperare) nella svolta al femminile dei riconoscimenti alla regia negli Academy Award. Un traguardo ancora troppo spesso proibitivo per le donne che ha visto negli anni pochissime candidature. Solo sette comprese quelle di quest’anno a Chloé Zhao ed Emerald Fennell (Promising Young Woman) oltre a Lina Wertmüller, Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow e Greta Gerwig. E di cui sono quella di Kathryn Bigelow si concluse con la vincita dell’ambita statuetta.
Oggi con questo film, il terzo film per la regista pechinese Chloé Zhaom, si ritorna a leggere una storia nuova e che si spera possa proseguire a lungo. Una vincita che mette in luce quanto le registe donne sappiano donare emozioni al pubblico. Entrando e raccontando vite e storie con estrema intensità. Proponendo immagini che, come in Nomadland, sanno catturare e coinvolgere a ogni livello.