Anche se non è la prima volta per Carlo Conti alla conduzione del Festival, l’edizione 2025 sarà sicuramente una grande prova persino per un presentatore esperto come lui. Ogni volta che finisce un corso – come quello d’impatto di Amadeus – le aspettative sono alle stelle, e così anche le preoccupazioni: ci sarà un cambio di rotta? Deluderà o sorprenderà? Noi, dopo l’anteprima dei brani di questa mattina, lasciamo parlare il cuore, e le nostre immancabili pagelle di Sanremo 2025.
Quello che possiamo anticipare è che sì, l’amore sarà di nuovo centrale a Sanremo, ma questo non deve far pensare ad un ritorno della canzone tradizionale, melensa, che vede il sentimento romantico come unico orizzonte. C’è l’amore tra madre e figli(o), l’amore che non vuole finire, quello che non sa finire, e quello che è finito una volta per tutte. C’è l’amore che supera le distanze (geografiche) e quello distrutto dalle distanze (emotive). Intorno a questo tema però ce ne sono molti altri, raccontati ognuno dai singoli artisti che – pur rimanendo ognuno molto ancorato alle sonorità a cui è abituato – hanno saputo trovare prospettive interessanti, che spaziano da racconti drammatici a manifesti generazionali, passando per intelligenti riferimenti a cause sociali.
Francesco Gabbani – Viva la vita
Agli ascolti, annuncia Carlo in persona, «si parte da dov’è finito [il suo] ultimo festival», e infatti la sensazione è di essere tornati al 2015: Gabbani lascia indietro il sarcasmo di Occidentali’s Karma e la canzone d’amore, entrambe già smarcate nelle scorse edizioni, e si lancia (prendendo il testimone, sembra, proprio da Fiorella Mannoia) sull’inno alla vita. Un must Sanremese perennemente fuori moda, eppure.
Voto: 4
Clara – Febbre
Clara ha trovato (velocissimo) la sua dimensione e con questo brano esprime tutta sé stessa. Il testo racconta una storia d’amore leggera e sbagliata il giusto, ma che la cantante si ostina a vivere a pieno. Un amore fatto di notti passate «come la febbre, che sale e scende». Anche Clara dalle classifiche sale e scende, ma ci fa sempre ballare.
Voto: 7
Willie Peyote – Grazie ma no grazie
Anche Willie Peyote non si smentisce e arriva con una hit promettente che sa un po’ del primo Daniele Silvestri. Come fa notare Carlo Conti, c’è una citazione ai Jalisse (poco lusinghiera), provocazione che l’artista è abituato a ricercare e che stona un po’. Le risate con Peyote sono sempre amare, in particolare in questo brano sarcastico in cui i bersagli sono asterischi, millennials neogenitori, cani più amati dei fidanzati, tutto raccontato con giochi di parole un po’ Y2K. Convincerà chi è già convinto, farà ballare chi si concentra più sulle vibrazioni che sui messaggi.
Voto: 8
Noemi – Se ti innamori muori
La ballad, must Sanremese, che con la voce di Noemi è un capolavoro preannunciato. Con «la sensazione che se ti innamori muori serenamente», la cantante ci getta al centro del ciclone, nel pieno di fase burrascosa, in una relazione sì duratura, piena di passione, ma che a modo suo è una piccola novità. C’è la distanza di mezzo, forse c’è anche qualcos’altro: la paura di perdersi, la voglia di «non farsi perdere», l’aggrapparsi al ricordo della passione iniziale.
Voto: 9
Lucio Corsi – Volevo essere un duro
«Volevo essere un duro, però non sono nessuno»: è questo l’inno GenZ di Sanremo 2025, un manifesto giovane che ci invita a pensare. Ad abbracciare la diversità e la vulnerabilità, e magari anche a perdonarci la lacrimuccia che è facile casa. Una bellissima ballata, rivoluzionaria proprio perché cantata da un ragazzo, senza pretese, senza romanticismo, senza sconti: «Nient’altro che Lucio».
Voto: 9.5
Rkomi – Il ritmo delle cose
Rkomi ci ricorda che comunque gli uomini alpha ci sono e vogliono fare sentire la loro voce a ritmo di reggaeton. Il suo è un brano ritmato che parla di «amore a fuoco lento, ritmo lento, decrescendo».
Voto: 6
The Kolors: tu con chi fai l’amore
Italodisco incontra Pedro di Raffaella Carrà: i The Kolors fanno centro ogni volta, e anche questa canzone (che pur è un po’ diversa dalle ultime) sarà sicuramente un’altra hit. Loro non puntano al premio della Critica, ma a quello del Cornetto (che spesso non solo è più redditizio ma anche più di lungimirante): anche con Tu con chi fai l’amore lo vincono.
Voto: 7
Rocco Hunt – Mille vote ancora
Rocco torna a parlarci del dolore dell’esule, tema già trattato (altrettanto bene) nel suo primo successo. Mille vote ancora però è una canzone matura, che si prefigge di raccontare la vita passata senza le lenti del romanticismo, e racconta (del passato, del rione, della strada) senza fare troppi sconti.
Voto: 6.5
Rose Villain: Fuorilegge
Rose ci riprova con una ballad che combina le strofe e le note della canzone italiana Sanremese strappalacrime coi ritornelli dal respiro urban. Ma c’è una sorpresa finale che le permette di dare sfoggio della sua capacità vocale, e della sua sensibilità di artista che sa destreggiarsi tra vari generi. Forse questa volta funziona?
Voto: 7
Brunori Sas – L’albero delle noci
Il cantautore porta al Festival la quota di indie con una ballata dedicata alla piccola Fiammetta, la figlia nata nel 2020. Rime AABB e strofe commoventi (anche se un po’ già sentite). Il ritornello, «Vorrei cantarti l’amore, il buio che arriva, il giorno che muore, senza cadere nella paura di farti male», ha la giusta dose di emozione che basta, però, a fare breccia (e versare qualche lacrimuccia).
Voto: 7.5
Serena Brancale: Anima e core
Serena Brancale raccoglie il testimone reggaeton da Rkomi e porta un brano che è meglio di Mambo Salentino (di Alessandra Amoroso), ma peggio di Ciclone (di Elodie). Ci fa ballare, col video giusto ci intrattiene anche, il timore è che non la ricorderemo.
Voto: 5
Irama – Lentamente
Irama torna alle origini, anche se non è convincente come le ultime volte in cui ha davvero dominato il palco. Purtroppo quest’anno la scena uomo alpha (e rapper malinconico) è molto competitiva, e non se la gioca bene.
Voto: 5
Marcella Bella – Pelle diamante
La femme fatale di Sanremo è Marcella Bella? «Forte, tosta, indipendente, non mi tocca niente!» Lei è arrivata per prendersi il Premio TikTok: ci mette l’energia di Loredana Bertè e la voglia di rivalsa di Emma. Se convince anche live, potrebbe arrivare lontana. Che sorpresa!
Voto: 7.5
Achille Lauro: Incoscienti Giovani
Lauro abbandona le provocazioni di Rolls Royce e Domenica e mostra, finalmente anche all’Ariston, le sue doti cantautoriali – sempre senza prendersi troppo sul serio. Quell’«Oh bambina!» ce lo vorremo sentir dire tutte, sognando di essere ancora «Incoscienti, giovani», innamorate e ribelli senza causa come le ragazze di baby che solo lui ha saputo raccontare.
Voto: 8
Elodie – Dimenticarsi alle 7
La popstar romana aveva promesso sorprese, ma la sensazione è che questo brano sia una versione rivisitata di Due. Piace perché piace sempre: è sempre lei, è sempre una bomba, ma vogliamo di più (soprattutto da una favorita).
Voto: 6
Tony Effe – Damme ‘na mano
Romantico, ma non troppo: alla fine l’unico amore che dura tutta la vita è quello per la mamma. C’è un ritmo che fa mancare quell’«Elettra, Elettra Lamborghini» che introdusse l’iconico brano spanilero a Sanremo 2020. Ce la farà? Qui dipende tutto dalla performance.
Voto: 5
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
Per un artista come Ranieri è impossibile non portare un po’ di pathos teatrale anche su un palco in cui ormai è il pop a fare da padrone di casa. Il risultato è un brano glorioso, sicuramente gigante… Ma forse un po’ troppo.
Voto: 5
Sarah Toscano – Amarcord
L’esordio all’Ariston della stella di Amici 2024 è in grande stile: Amarcord è un brano difficile da cantare, che racconta una storia d’amore con il tono leggero adatto ad una ragazza eppure la tecnica della professionista che Sarah ha tutte le carte in regola per essere. La penna di Abbate è molto riconoscibile, ma potrebbe sorprendere (in classifica e in radio).
Voto: 7
Fedez – Battito
La terapia dovrebbe aiutare a superare i traumi, ma la sensazione con Fedez è che aiuti soprattutto a renderli più instagrammabili. Che dire? Sicuramente ne parleremo, sicuramente la sentiremo. Però anche basta.
Voto: 7
Coma_Cose – Cuoricini
Freschi di matrimonio, i Coma_Cose tornano all’Ariston con un brano frizzante e ritmato che scherza sull’amore millennial, fatto di cuoricini e telefoni (e terapisti) che mediano nella coppia. L’amore ai tempi dei social, dei likes e della crisi economica.
Voto: 7.5
Giorgia – La cura per me
Giorgia, ti presento Blanco: chissà com’è andata la prima interazione, questo possiamo solo sognarlo, ma il risultato dell’unione di due generazioni, due voci e due stili di musica completamente diversi è un brano perfetto. Sempre impeccabile, sempre intensa, finalmente con un brano all’altezza anche della sua vitalità, che va ben oltre le sue prodezze canore.
Voto: 9
Olly – Balorda nostalgia
Il suo album è tra i più venduti (e ascoltati) del momento, e al suo secondo Festival Olly non è più un ragazzino che vuole sorprendere, ma un uomo pronto a farci vedere tutto il suo valore. La sensazione è che Balorda nostalgia sarà per lui quello che La genesi del tuo colore è stata per Irama: l’inizio della scalata. Bravo Olly!
Voto: 8.5
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Come raccontare la malattia di un genitore, da figlio costretto a dover ripercorrere le fasi di una vita che si ha vissuto solo attraverso – a nostra volta – racconti? Ci pensa Cristicchi, che ci farà piangere tutti tantissimo.
Voto: 9
Emis Killa – Demoni
L’ispirazione (Lazza) è chiarissima, e così anche la volontà di prendere parte alla scena macho man capitanata da Rkomi. Emis Killa sa scrivere e sa far ballare, da questo punto non delude, però avrebbe potuto puntare su altro. Vediamo come va.
Voto: 7.5
Joan Thiele – Eco
Eco è un brano molto forte, e Joan lo canta con la sua voce sinuosa che diventa ipnotica, magnetica. Un brano elegante con un testo complesso, che sicuramente durante la performance con l’orchestra diventerà ancora più potente. Che esordio incredibile.
Voto: 8.5
Modà – Non ti dimentico
Loro non dimenticano, noi vorremmo poterlo fare. Anche qui, un ritorno (non richiesto) al 2015 (ma anche 2013). Non deluderanno i fan, ma tutti gli altri…
Voto: 6
Gaia – Chiamo io chiami tu
Gaia, forte del successo della sua Sesso e Samba (con Tony Effe) torna alla carica con un brano energico e brasileiro che ricorda le sonorità esplorate (magistralmente) da Angelina Mango. L’asticella è alta: la performance farà tutto. E anche lo stylist.
Voto: 7.5 (trattabile)
Bresh – La tana del granchio
Bresh poteva essere un altro macho, e forse per tanti versi lo è, ma è uno di quelli che sui suoi comportamenti si interroga. La tana del granchio è un brano ben fatto, profondo, senza fronzoli, diretto, ma che lascia un segno. Bravo Bresh, così si fa.
Voto: 8
Francesca Michielin – Fango in Paradiso
È possibile lasciarsi bene? Assistere alla fine dell’amore – essere le prime ad accorgersene nell’altro – ma non lasciare che questo distrugga l’unione tra due anime? Se lo chiede Francesca Michielin, con il suo brano che è uno dei più belli in gara.
Voto: 9
Shablo (feat Guè, Joshua, Tormento) – La mia parola
Loro hanno sentito dire che Sanremo lo guarderanno anche gli adulti, ma la cosa proprio non gli interessava. Un brano energico e ritmato, ma con un testo dimenticabile che vuole essere più profondo di quanto non riesca. Professionisti che fanno una figura da esordienti.
Voto: 6