Non si placa la bufera scoppiata intorno al Festival di Sanremo. Dopo che il Tar della Liguria ha sentenziato che l’affidamento diretto alla Rai dell’organizzazione della kermesse da parte del Comune di Sanremo «è illegittimo» e che dal 2026 sarà necessario procedere «con una gara aperta agli operatori del settore», i vertici di viale Mazzini preparano il ricorso al Consiglio di Stato. Nel frattempo, pensano a come fare nel caso che anche questa strada dovesse rivelarsi inefficace.
Sanremo 2025 è “salvo”
La sentenza del Tar della Liguria è piombata sul Festival più importante della canzone italiana come una bomba. Fortunatamente, la decisione dei giudici non andrà a incidere sul Festival del 2025, che si terrà, come programmato, dall’11 al 15 febbraio con sul palco Carlo Conti e trenta cantanti in gara. Ma a essere a rischio sono le edizioni future, che potrebbero anche non essere più affidate alla Rai.
La reazione dei vertici Rai
I giudici, infatti, hanno imposto al Comune di Sanremo di mettere a gara l’uso del marchio “Festival della canzone italiana”. I vertici di viale Mazzini hanno fatto sapere che se dovesse uscire un bando di questo tipo, la tv pubblica parteciperebbe comunque. Non solo perché la kermesse è nata nella Rai, ma anche per l’esperienza maturata nell’organizzare altri festival, come l’Eurovision Song Contest a Torino, che è stato fatto partendo da zero.
Il Festival via da Sanremo?
Ma a preoccupare è quello che potrebbe succedere se il bando dovesse vincerlo un’altra azienda. «Siamo sicuri che chi vincesse, resterebbe a Sanremo, dove si paga un mucchio di soldi per usare un teatro piccolo, ci si arrangia in strutture fatiscenti e per arrivarci si deve pure passare da Nizza?». Sarebbe questo, secondo il Corriere della Sera, il ragionamento dei dirigenti Rai.
Secondo loro, senza la Rai la città di Sanremo rischierebbe di perdere il Festival, mentre l’azienda pubblica potrebbe organizzare un nuovo festival in qualsiasi momento e ovunque.
Una kermesse itinerante
L’alternativa, infatti, potrebbe essere una kermesse itinerante, che permetterebbe di sfruttare i migliori teatri e le migliori strutture d’Italia e, magari, facendosi «pagare dagli enti locali interessati, anziché pagare noi».
Nel frattempo, c’è chi pensa di fare dichiarare Sanremo “patrimonio culturale” grazie a una legge e poi attribuire l’organizzazione in esclusiva alla tv pubblica. Peccato che il Tar della Liguria lo abbia già escluso. Infatti, secondo i giudici, il comune non avrebbe i requisiti necessari per un tale riconoscimento.