Se ti bastasse “nascondere” una parte della tua identità per essere accettata, lo faresti? È l’eterno dilemma del passing, termine sociologico che indica la possibilità per chi fa parte di categorie oppresse di “passare per” un membro di un gruppo non marginalizzato e godere di privilegi. A interrogarsi su questo tema, con un focus particolare sulle conseguenze del passing per i membri della comunità LGBTQIA+, è SASHA, il nuovo film di Vladimir Beck, in sala a partire dal 22 agosto. 

Il progetto si è in realtà concluso nel 2023 ed è stato coprodotto tra Russia e Italia, ma a causa della censura non è stato proiettato in nessuna sala della federazione. La fotografia della gioventù russa che SASHA mostra al pubblico è ribelle, piena di vita e di domande. È vera, molto più moderna e occidentalizzata di quel che si pensa, e per questo fa paura. 

SASHA, la trama del film

Il film racconta la vita di Sasha (Anya Patokina), un’adolescente che vive nella periferia di Mosca insieme al nonno in seguito alla morte della madre. Quando anche il nonno si ammala, il padre – praticamente sconosciuto – la costringe a trasferirsi insieme a lui in città. Quell’imposizione da un’autorità che non riconosce, il padre, la fa sentire in trappola. 

Da un giorno all’altro, Sasha si ritrova a dover cambiare tutte le sue abitudini. Mosca è grande e pericolosa, perdersi tra le vie ed esplorarla da sola non è possibile senza correre rischi. Come se non bastasse, il padre – poliziotto che si serve di una rete di colleghi sorveglianti – si assicura che ogni suo spostamento sia monitorato. A Sasha non resta altro da fare che ribellarsi, così si rade la testa e scappa di casa. 

Smarrita e con i capelli corti, viene scambiata per un maschio da Maxim (Stepan Belozerov) e Mysh (Polina Fedina), due ragazzi del posto. Da quel momento, per Sasha inizia una nuova vita, in un nuovo mondo affascinante e a volte pericoloso: quello dei coetanei. 

Le tematiche di genere raccontate con tenerezza

Una scena di SASHA (foto press)

SASHA è una storia di formazione che offre una fotografia della gioventù moderna: diversa, libera e ribelle. Con la sua scelta di passare per uomo, Sasha accede a privilegi proibiti a una donna. Può passeggiare liberamente alla sera, esplorare lati della città senza temere il peggio, persino colpire qualcuno un po’ troppo sicuro di sé. 

Non si può non rimanere colpiti dalla sensibilità con cui Vladimir Beck affronta l’identità di genere. Cominciare a vivere come un uomo comporta una riflessione su di sé, che Sasha affronta senza mettere in secondo piano i suoi drammi adolescenziali – più ingenui, tipici. Non è chiaro né agli spettatori né alla protagonista se la decisione sia conseguenza di un passato di disforia o solo di un desiderio di rottura. Se l’utilizzo del binder (capo di abbigliamento intimo che aiuta a nascondere il seno) lo lascia intuire, è pur vero che il dubbio non viene mai risolto. Per Sasha la vita da maschio inizia un giorno e non smette più. 

L’adolescenza prende il sopravvento

Konstantin Shpakov e Anya Patokina dietro le quinte di SASHA (foto press)

L’identità che cambia fa da sfondo ad un turbine di intrighi e passioni molto più semplici da risolvere. Il primo amore, gli amici da conquistare e il mistero della scomparsa della madre. Il peso dell’inganno di essersi finta chi non è deriva più dalla paura di perdere quei nuovi amici piuttosto che dal timore di bullismo e isolamento.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, infatti, in SASHA la diversità non viene mai vista come un peso. Una figura chiave a questo proposito è quella del giovane Phil (Konstantin Shpakov), che conosce l’inganno fin dall’inizio, ma non fa sentire Sasha in difetto. Non importa quale sia la ragione per cui sceglie di fingersi un maschio: è una persona in difficoltà che ha bisogno di un aiuto, di un amico, e lui c’è.  

La sessualità GenZ, fluida e libera

Una scena di SASHA (foto press)

Il vero centro del mondo per Sasha è però Maxim, l’amico per cui si prende una cotta al primo sguardo. Ricco, bello e impossibile, lo incontra insieme a Mysh (con cui sembra avere una relazione molto libera) e non smette più di pensarci. Maxim, dopo la sua fuga da casa, la ospita nella sua villa e la fa accogliere dalla famiglia. La invita alle feste e le sta vicino in ogni momento, convinto che possa diventare il suo migliore amico… 

Man mano che il loro rapporto si fa più intenso, Sasha si ritrova con le spalle al muro: confessare il suo inganno (e rischiare di perderlo per sempre, ma anche di avere l’opportunità di essere ricambiata) oppure continuare la farsa (e accettare di rimanere solo un amico)? 

Una scena di SASHA (foto press)

Maxim e Mysh non sono figure interessanti solo per le loro abitudini, le feste e i giochi che fanno con gli amici. Sono i primi a riconoscere in Sasha qualcosa di speciale e a provare sentimenti per lei, ed entrambi devono fare i conti con le conseguenze di quelle emozioni.

Mysh si interessa a Sasha credendola uomo, ma scopre velocemente l’inganno: la curiosità svanisce, ma rimane l’istinto di protezione, di solidarietà. Anche Maxim, credendola uomo, trova la forza per baciarla ed è pronto per fare i conti con la sua sessualità, salvo poi scoprire che Sasha è una ragazza.

SASHA e la Russia che non vogliono farci conoscere 

I giovani in SASHA sono nel pieno dell’adolescenza: non sanno chi sono e nemmeno alla fine del film trovano risposta alle loro domande. Sono persi, pieni di dubbi. Alle prese con una città misteriosa e pericolosa e un mondo che cambia. Non sono diversi dai protagonisti di serie europee come SKAM o Prisma, a dimostrazione che la nuova generazione è uguale in tutto il mondo. La diversità è parte della quotidianità del mondo moderno e non basta una legge per nasconderla, forse per questo questi racconti sono considerati pericolosi dal governo russo.

Una scena di SASHA (foto press)

In Russia (e nelle repubbliche della federazione), infatti, la discriminazione delle persone LGBTQIA+ non conosce tregua, e si serve di una legislazione fortemente discriminatoria. Dallo scorso novembre la Corte suprema della Russia ha dichiarato il “movimento sociale internazionale lgbt” estremista e illegale nel paese. Le autorità possono compiere arresti indiscriminati con condanne pesantissime (si parte da un minimo di 12 anni di carcere), verso chiunque venga accusato di farne parte. 

Per le tematiche trattate e la normalità con cui i protagonisti le affrontano, SASHA è bannato e non è mai stato presentato a festival o nelle sale. La sua prima trasmissione è avvenuta solo lo scorso anno al Lucca Film Festival (dove ha vinto ben tre premi), ma solo dal 22 agosto 2024 sarà disponibile nei cinema. Vladimir Beck, nel frattempo, in seguito all’invasione dell’Ucraina (e dopo aver firmato l’appello dei registi russi contro Putin), ha lasciato il suo Paese natale e ora vive a Berlino. È in casi come questi che un appuntamento al cinema – oltre a regalarci una bella serata e tanti spunti di riflessione – può davvero fare la differenza.