Seydou-il sogno non ha colore, il film documentario con Seydou Sarr che combatte i pregiudizi e le discriminazioni nel mondo del calcio, è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia 81. Andrà in onda su Rai3 il 4 settembre alle 23.20 e sarà poi disponibile su RaiPlay.

Dal Senegal a Io capitano

Giovanissimo (appena 19 anni), solo un anno fa è stato catapultato dal Senegal ad Hollywood con il film Io Capitano di Matteo Garrone, l’epopea sul viaggio di due ragazzi migranti che attraversano l’Africa per raggiungere l’Europa, di cui era il protagonista. Ma non tutti sanno che il suo sogno più grande è sempre stato quello di diventare calciatore. Seydou Sarr, che è anche testimonial della campagna della Lega Serie A Keep Racism Out, torna al Festival del Cinema di Venezia con il film documentario Seydou – Il sogno non ha colore diretto da Simone Aleandri.

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Seydou Sarr in una scena del film “Io capitano” di Matteo Garrone (2023). Foto 01 distribution

Seydou Sarr e la passione per il calcio

Il calcio è la sua passione più grande. È sempre stato così, tant’è che anche la mattina del provino per il ruolo di protagonista nel film Io capitano – racconta Seydou alla prima del nuovo documentario – era andato ad allenarsi. Perché sapeva bene che per giocare nei club dei suoi idoli, non poteva permettersi di perdere neanche un minuto. Quella mattina per esempio si era svegliato come sempre per l’allenamento, per poi cambiarsi e saltare sul taxi che l’avrebbe portato al provino. Ad aspettarlo al casting c’erano già tanti altri ragazzi, e lui era arrivato giusto in tempo.

La recitazione, spiega Sarr, è qualcosa che ha nel sangue, come per la mamma, che ha sempre fatto teatro. È grazie a questa dote che ha ottenuto la sua prima parte ed è arrivato in Italia. Ma il calcio è rimasto una costante, e così lo era per suo padre: una passione viscerale che l’ha accompagnato sempre.

Seydou-il sogno non ha colore

Nel nuovo film Seydou-il sogno non ha colore, presentato in anteprima il 2 settembre nella sezione Confronti delle Giornate degli Autori del Festival del Cinema di Venezia, Seydou Sarr ci accompagna in un viaggio all’interno del mondo del calcio, raccogliendo le esperienze personali e gli insegnamenti di alcune delle più grandi leggende. Dai racconti di episodi di razzismo ai consigli su come affrontarli.

Incontri a tu per tu con Paulo Dybala, Yacine Adli, Lameck Banda, Danilo Luiz Da Silva, Junior Messias, e poi con Maduka Okoye e Omar Daffe, presenti con Sarr all’incontro al Lido. Ma anche con Christian Panucci, Ciro Ferrara, Bernardo Corradi e Francesco Totti, storico capitano della squadra del cuore di Seydou, la Roma. Dialoghi a cuore aperto che includono ricordi ed emozioni legati ai luoghi d’infanzia, sempre con la freschezza che contraddistingue il protagonista.

La presenza della testimonianza del calciatore del Genoa Junior Messias, resa possibile grazie all’impegno di Pulsee Luce e Gas a sostegno dell’inclusione e del Genoa Cfc, è un punto cruciale del documentario. La storia del giocatore brasiliano è quella di chi ce l’ha fatta nonostante le difficoltà, anche quelle legate al razzismo: un problema che purtroppo è ancora lontano dall’essere estirpato e per cui è necessario intraprendere un percorso di consapevolezza.

Il calcio che sostiene inclusione e diversità

Di inclusione e diversità purtroppo si parla ancora troppo poco. Vengono subito in mente gli episodi di tifoseria con offese a sfondo razziale verificatisi durante le partite. Ma «se entri in uno spogliatoio di calcio il razzismo non c’è» spiega Omar Daffe, responsabile dell’ufficio antirazzismo di Lega Serie A, alla prima del documentario al Festival del Cinema di Venezia. «Proveniamo da origini, etnie e religioni diverse, ma ci aiutiamo e diventiamo una squadra con un unico obiettivo. Giocare la partita, divertirsi e vincere (quando si può)». «Per il resto non conta nulla», continua Daffe: «La gente a volte porta allo stadio le proprie frustrazioni e le riversa sui calciatori».

È importante non far finta che il problema non esista, non rimanere in silenzio davanti alle ingiustizie. «Questo documentario cambierà qualcosa» conclude Seydou Sarr. «Insieme alla Lega Serie A si può, perché il calcio e il cinema li vedono in tutto il mondo».