«Siamo figli di una moltitudine di “supermadri”, donne a cui è stato chiesto di lavorare fuori casa senza rinunciare al lavoro domestico. Ci hanno vestito, ci hanno nutrito, ci hanno allevato, abbinando a tutto questo otto ore di lavoro meno pagate di quelle dei loro colleghi uomini». Sta facendo il giro dei social network il discorso dello sceneggiatore e scrittore spagnolo Eduard Sola, pronunciato dopo avere ricevuto il prestigioso Premio Goya per la migliore sceneggiatura originale del film Casa en flames.

Il dito medio di Eduard Sola

Il Premio Goya è l’equivalente spagnolo dei nostri premi David di Donatello. Eduard Sola ha, quindi, ricevuto il massimo riconoscimento nel suo Paese. Salito sul palcoscenico, lo scrittore ha voluto ricordare una scena del film. Si tratta di quella dove il personaggio di Montse, interpretato dall’attrice Emma Vilarasau, si sente dire che «l’amore è dare senza ricevere nulla in cambio». Per tutta risposta, lei alza il dito medio.

Lo ha fatto anche Eduard Sola sul palco. Lo sceneggiatore ha alzato il dito medio e, rimarcando il ruolo delle supermadri, ha detto: «Nessuno ha offerto loro un’alternativa a questo modello basato sulla rinuncia a una vita propria». Ha aggiunto: «Molti genitori non sono stati all’altezza, e nemmeno lo stato sociale. Ecco perché oggi queste supermadri possono legittimamente alzare il dito e mandarci al diavolo. Mandiamo un messaggio alle nostre madri».

«Diciamo alle supermadri che le amiamo»

Tra l’applauso del pubblico, Eduard Sola ha continuato: «Diciamo loro che, anche se non sembra, noi siamo consapevoli di tutto quello che hanno fatto per noi. E che, se siamo quello che siamo, è grazie alla loro tenacia, ai piatti che ci hanno messo in tavola e ai baci che ci hanno dato mentre dormivamo. Diciamo alle nostre madri che le amiamo».

Mai più supermadri

Lo sceneggiatore ha, quindi, concluso il suo discorso dicendo: «Mentre lanciamo questo messaggio, costruiamo un mondo in cui la cura non si basi sul sacrificio di nessuno. Impegniamoci per una genitorialità che non abbia bisogno di supermadri, ma solo di madri e di padri con la struttura sociale ed economica necessaria per amare ed educare nella libertà e con dignità».