Immaginate la scena: una 30enne che lavora in una startup e ogni giorno riceve centinaia di mail. Le mail si ammucchiano sul suo client mentre arrivano altre mail che le chiedono se può rispondere alle mail precedenti. Intanto la sua capa, che non le stacca gli occhi di dosso, si materializza alle sue spalle per ricordarle che i colleghi e i clienti (la startup è un’app di viaggi) sono in attesa di una sua risposta, che deve flaggare le richieste, compilare un questionario e ricordarsi anche di partecipare agli esercizi settimanali online per il benessere in ufficio. A niente serve spiegare che avrebbe bisogno di una mano, dato che si ritrova da sola a svolgere il lavoro di due persone. La capa non ci sente. Anzi, sfoggia un sorrisetto compiaciuto. L’ansia cresce, il panico monta, e lei non pensa ad altro che infilare la porta, fuggire e non tornare mai più.

La trama del nuovo romanzo

Altra scena: la ragazza torna nel suo piccolo mesto appartamento dove anche le piante le hanno voltato le spalle. Non ha più voglia di vedere gli amici, figuriamoci di una fugace cena romantica con epilogo sotto le lenzuola come le propone il cassiere del supermarket dove compra le stesse tristi cose da mangiare ogni sera. Impossibile: la ragazza è stanca, senza energie. Se vi sembra la storia della vostra vita, sappiate che è solo l’inizio del nuovo divertentissimo romanzo di Sophie Kinsella dal titolo Sono esaurita (Mondadori). In cui in tante si riconosceranno, al di là dell’età anagrafica, perché parla di quella cosa che fa paura soprattutto oggi in cui le tecnologie ci rendono disponibili h 24, ed è facile precipitare: il burnout. Sappiate però che Ms Kinsella, bravissima nel raccontare l’evoluzione delle donne nella società, ci mostra una via d’uscita per stare meglio e farci ritrovare la voglia di fare l’amore. E questo è quanto.

L’intervista a Sophie Kinsella

Signora Kinsella, come sta?

«Bene, grazie».

Dopo Becky, la protagonista di I love shopping e di una serie di altri romanzi, abbiamo una nuova eroina, Sasha. Com’è nata?

«Parlando con le persone. Mi sono resa conto che in tanti hanno lo stesso problema di gestione del tempo, di organizzazione, di deadline e di smaltimento delle email. Fanno un lavoro che sembra non avere limiti né paletti. E così ho voluto raccontare quello che deve affrontare una donna oggigiorno ed è nata Sasha, una 30enne moderna. Quando invece ho iniziato a scrivere i miei primi libri le mail non erano così invadenti, la gente andava in ufficio e poi quando usciva dal lavoro poteva rilassarsi. Il mondo è cambiato e anche la mia prospettiva».

Anche Sophie Kinsella ha sofferto di burnout

Niente di personale in questa storia?

«In realtà anche io ho sofferto di burnout qualche anno fa. Mi sentivo travolta. Non riuscivo a tenermi fuori dalla vita frenetica, ogni cosa era diventata difficile. Ero davvero in crisi. Così ho provato la meditazione, ho fatto esercizi, quel tipo di cose che mi hanno aiutato a recuperare un equilibrio, una stabilità. E ho pensato che questi problemi non debbano essere sottovalutati: sono seri, bisogna rispettarli. Se una persona sta male deve prendersi il tempo necessario per stare meglio».

Quanto è importante anche recuperare la memoria? Nel suo romanzo Sasha, la protagonista, va alla ricerca del suo passato.

«I ricordi sono la base, ci mostrano chi siamo. Se ti trovi in una brutta situazione vuoi ritornare con la mente a quando eri felice. Sasha si rifugia nella cittadina e sulla spiaggia dove passava l’infanzia d’estate per ritrovare dentro di sé la fanciulla piena di ottimismo ed energia che era una volta. Bisogna fare tesoro dei propri ricordi e quando si è in crisi dirsi: “Non sono sempre stata così come ora. E non voglio più esserlo”. Per quanto riguarda Sasha, lei ha anche ricordi tristissimi, come la morte del padre. Ma sa che se è riuscita ad affrontare quel dolore, può superare anche la crisi che sta vivendo adesso».

L’hotel che lei ritrova però non è come quello dei ricordi. Sta cadendo a pezzi. Cosa rappresenta?

«Rappresenta l’amore, un mondo di affetti. Significa che puoi amare un posto, un hotel, una persona al di là dell’aspetto esteriore. Sasha sarebbe potuta andare in un albergo più efficiente ma qui ha ricevuto l’accoglienza di cui aveva bisogno. Stava crollando e ha trovato chi la sostiene: la madre, le amiche, e perfino lo staff dell’albergo si sono presi cura di lei».

Il burnout è però una cosa di cui fino a qualche anno fa non si parlava.

«Non so se dipende dal fatto che oggi lavoriamo di più. So che c’entra però la “life balance”, l’equilibrio vita-lavoro delle persone. Siamo sempre disponibili e raggiungibili. Lo vedo nei miei figli: sempre al cellulare, ma non a disposizione degli amici. Dobbiamo riflettere sul fatto che ci viene chiesto troppo e se in realtà non abbiamo bisogno di un supporto emotivo. Una volta si parlava di esaurimento nervoso, non si riusciva a focalizzare il problema così come stiamo facendo oggi. La soluzione è rendersi conto che stiamo vivendo questa situazione, coglierne i segni, senza aspettare di collassare».

Cosa possiamo fare per non diventare esaurite

E poi cosa possiamo fare?

«Non è necessario licenziarsi ma prendere delle piccole pause: spegnere il cellulare e le mail per un giorno, fare una piccola vacanza dal lavoro. Come qualcuno ha detto: “we are human being, not human doing”, siamo esseri umani, non esseri facenti. Dobbiamo recuperare il nostro “essere”. E poi ripensare all’organizzazione del lavoro, perché spesso la causa sta lì: nella cattiva gestione».

copertina Sono esaurita

In libreria

Sasha ha 33 anni, un ottimo lavoro, almeno sulla carta, che però le toglie tutte le energie. Non riesce più a vedere gli amici, di amore e sesso nemmeno a parlarne… troppo stancante. Così di punto in bianco un giorno scappa dall’ufficio, sbatte la testa e viene rimandata a casa dall’ospedale con un esaurimento. Su insistenza della madre si prende una vacanza al mare. Dove anche se è inverno, non c’è quasi nessuno e l’albergo è fatiscente ritrova se stessa e non solo… Sono esaurita (Mondadori, traduzione di Stefania Bertola) è il nuovo romanzo di Sophie Kinsella (nome d’arte di Madeleine Sophie Townley) dove, ancora una volta, l’autrice riesce a raccontare le donne di oggi.