Sport e disabilità al centro della nuova serie tv con Raoul Bova, “I Fantastici 5“, in onda su Canale 5 dal 17 gennaio. L’attore interpreta il ruolo di un coach di atletica con una difficile situazione familiare che si trova ad allenare un gruppo di atleti paralimpici. La serie, che andrà in onda in prima serata, prevede quattro prime serate, per un totale di otto episodi.


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Raoul Bova allenatore in cerca di riscatto

Raoul Bova veste i panni di Riccardo Bramanti, un allenatore che ha dedicato la vita all’atletica anche a costo di trascurare la moglie e le figlie adolescenti con cui fatica ad avere un rapporto. Dopo il divorzio dalla moglie, le due ragazze si sono trasferite in Germania con la madre. Ma in seguito alla morte di quest’ultima, Anna e Giorgia tornano a vivere con Riccardo. Una situazione difficile: per il protagonista è come accogliere in casa due sconosciute. In tutto questo, si intrecciano la passione e le difficoltà della gestione di un gruppo di atleti paralimpici: quattro velocisti che si devono preparare per gli Europei e una giovane promessa. Per Riccardo è l’occasione per rilanciarsi ad alti livelli, ma il rapporto con i ragazzi tarda a sbocciare.

Le atlete paralimpiche nel cast del film

“I Fantastici 5” racconta le difficoltà, la vita sociale ma soprattutto la grande passione per lo sport dei cinque atleti disabili. Nata da un’idea di Massimo Gramellini e Luca Bernabei, la serie è stata sviluppata poi da Andrea Nobile. La serie è prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rti, per la regia di Alexis Sweet e Laszlo Barbo. Accanto a Bova, un gruppo di giovani attori e le atlete paralimpiche Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini.

Bova: “Evitati stereotipi sulla disabilità”

Nelle intenzioni degli autori, “I Fantastici 5” vuole evitare si “speculare” sul tema della disabilità. “Abbiamo evitato ogni tipo di stereotipo o pietismo, per non essere scontati sulla disabilità. Rendendo il racconto più vero e e autentico”, ha dichiarato Bova, ex nuotatore professionista.

Bova: “La vittoria sta nell’essere felici”

L’obiettivo, al contrario, è sottolineare l’importanza dello sport come strada per condividere con gli altri un’impresa, raggiungere la felicità al di là di ogni possibile vittoria. “Lo sport salva, – ha detto Bova – è equo con tutti, ma può essere competitivo, diventare ossessione, farti perdere di vista, sotto il peso delle pressioni, gli altri. Nei Fantastici 5 raccontiamo una storia educativa sullo sport, allontanandoci dalla retorica, dal pietismo, anzi è il contrario”.

Raoul Bova

“Quello che insegna il mio personaggio, Riccardo – ha spiegato l’attore – non è a vincere, ma ad essere felici, perché la vittoria è questo, gareggiare con i compagni, fare squadra, vincere insieme. Questa serie ribalta l’idea di tanti film e prodotti sportivi in cui si deve arrivare a essere campioni. Qui è il contrario, sono campioni che con l’arrivo del nuovo allenatore iniziano a peggiorare. Entra la comprensione di quanto sia importante la felicità nella vita dei campioni. Dovete essere felici per essere vincenti, dice il mio personaggio. Un’espressione che non comprendevo, eppure non sempre chi vince è felice, ci sono responsabilità da mantenere perché perdere vuol dire perdere affetti, sponsor. La vittoria, è il messaggio di questa serie, sta nell’essere felici non campioni”.

“Lo sport rende tutti uguali”

Bova ha ricordato: “Ho fatto le superiori con compagni non vedenti e con disabilità. Non ho mai sentito una grande distanza, il mio miglior amico da giovane era non udente, abbiamo nuotato insieme e riuscivamo a comunicare benissimo. Per farlo fin da giovanissimo ho capito che ci vuole vicinanza, amicizia. La percezione della difficoltà l’ho avuta portando banalmente il passeggino di mio figlio quando sono diventato padre. Ancora c’è molto da fare nel nostro senso civico. Nelle riprese la disabilità è passata sullo sfondo. Lo sport rende tutti uguali”.

L’influencer sui temi della disabilità critica Bova

L’operazione de “I Fantastici 5”, tuttavia, non è piaciuta a tutti. La giornalista Valentina Tomirotti – influencer che si occupa di divulgazione culturale sul tema della disabilità e accessibilità – ha criticato seccamente su LinkedIn in particolare un’intervista rilasciata da Raoul Bova sul “Messaggero” dove l’attore racconta che “la sua disabilità è l’emotività” e che quando faceva sport la timidezza “lo bloccava”. “Non vogliamo più sentire sulla tematiche e sull’ennesima fiction di non abbiamo bisogno per raccogliere ulteriore carezze dalla società“, scrive Valentina Tomirotti che stigmatizza una domanda posta dalla collega Ravarino all’attore: “È a suo agio con la disabilità?”. “ma che domanda è? – si chiede l’influencer – la disabilità non è il nuovo modello di mutande, non è nemmeno una nuova puntata horror, è una condizione, sono/siamo persone con cui convivere in questo cavolo di mondo“.