Mancano poche ore a uno degli appuntamenti più attesi per il cinema nella cornice della Laguna: l’edizione 2024 del Festival di Venezia si terrà tra il 28 agosto e il 7 settembre e vedrà sfilare sul red carpet alcuni dei protagonisti italiani e internazionali più importanti della storia del cinema. Da Angelina Jolie a George Clooney passando per Nicole Kidman, non mancheranno di certo quest’anno le celebrità che amiamo e non vediamo l’ora di vedere sul tappeto rossi. Ma non lasciamoci distrarre dalla loro aura magnetica: sono tanti i volti nuovi che a Venezia debutteranno nel Grande Cinema e nei nostri cuori.
Alcuni li abbiamo già incontrati, altri sono le star del futuro: l’importante è non perderli di vista ora, o – siamo sicure – ce ne pentiremo.
Nuovi volti a Venezia: Jenna Ortega, molto più che Mercoledì
Ha rapito tutti con la sua fedelissima Mercoledì Addams e i suoi ruoli – uno più spaventoso dell’altro – nei film della saga Scream e in X. Non c’è dubbio che sia la principessa del cinema horror contemporaneo: ecco perché non siamo sorprese di vederla dare vita ad Astrid Deetz (la figlia di Lydia, Winona Ryder) in Beetlejuice Beetlejuice.
Amatissima da ragazzi, Ortega è ormai un nome già sentito, ma questo è il suo primo ruolo davvero importante. Non c’è dubbio che dall’uscita di Mercoledì (su Netflix), l’attrice abbia saputo mantenere la sua popolarità grazie a una combinazione tra presenza sui social e apparizioni vincenti con amici e colleghi (una fra tutte, Sabrina Carpenter, che l’ha invitata a recitare la parte della sua nemesi nel video di Taste). Ma per consacrarsi tra i grandi nomi serve molto di più. Al suo debutto a Venezia, dunque, ha un solo compito: se non quello di farci sognare, almeno di farci fare incubi. Ma guai ad annoiarci.
Se lo dice Guadagnino: il fascino di Drew Starkey
Classe 1993, Starkey ha mostrato il suo talento recitando la parte del figlio prodigo di un ricco imprenditore in Outer Banks (su Netflix), ma è tutt’altro che un giovane esordiente. Negli ultimi anni è apparso – con parti minori – in serie tv del calibro di Ozark e The Resident e in alcuni lungometraggi più o meno popolari (Il coraggio della verità – The Hate U Give, Mine o Il diritto di opporsi). Nel nuovo film di Luca Guadagnino, ispirato a Queer di William Burroughs, interpreterà Allerton, militare della marina e oggetto del desiderio del protagonista Lee.
Di lui si parla già molto, e non solo per il suo fascino impenetrabile. Macho man dichiaratamente «molto eterosessuale», sarà al centro della storia d’amore tra Lee e Allerton e apparirà in «numerose e scandalose» scene di sesso omosessuale (a detta del regista). Per rendere intenso e credibile un dramma così lontano dalla propria realtà serve un grande talento: scopriremo se Guadagnino ci ha visto giusto, e se Starkey diventerà il prossimo pupillo del regista.
Nuovi volti a Venezia: le dive future, Denise Capezza e Tesa Litvan
Rispettivamente Moana Pozzi e Eva Henger, Denise Capezza e Tesa Litvan in Diva Futura daranno vita non solo a delle star del cinema porno ma alle protagoniste di un mondo – finto, misterioso, lussuoso e lussurioso – che non esiste più. Denise ha già brillato con un ruolo memorabile in Gomorra, mentre Tesa, croata, ha esperienza nel mondo della televisione e in Italia deve ancora farsi conoscere. Dei loro ruoli nel film si sa poco e niente, da aggiungersi alle pochissime informazioni che si raccolgono qua e là su Giulia Steigerwalt, ex attrice e regista da soli due anni.
Come tutto ciò che promette di creare scandalo e discussione, Diva Futura e le sue protagoniste hanno davanti un bivio: o faranno emozionare o ci annoieranno da morire. Noi ci fidiamo e prepariamo i pop corn, ne vedremo delle belle.
Harris Dickinson: bello e possibile…
…Forse non per noi, ma per Nicole Kidman di certo: in Babygirl, nonostante la differenza d’età, reciteranno nelle parti di una coppia (e non mancherà di certo la passione). Dickinson è classe 1996, con un inconfondibile accento British e un passato tutt’altro che privilegiato – prima di recitare, è passato per diversi lavori fino ad iscriversi nella marina – ed è una delle stelle nascenti più interessanti.
Ha esordito nel teatro a soli 17 anni (a 18 era già sul palco del National Theatre di Londra), per poi studiare alla Royal Academy. Il suo vero debutto cinematografico è arrivato solo nel 2017 con Beach Rats, quando ormai «stava smettendo di credere di poter diventare davvero un attore». Da allora è apparso, con ruoli più o meno rilevanti, in A Murder at the End of the World, The Iron Claw (a fianco di Zac Efron e Jeremy Allen White), Blitz e Triangle of Sadness.
Nicole Kidman ha rivelato di essersi davvero messa a nudo per questo ruolo e di non essersi mai sentita così vulnerabile. Se la trama – una CEO che si innamora del giovane stagista – non è delle più originali, siamo sicure che ad aggiungere tutto il pepe sarà lui.
Les enfants terribles, Paul Kircher e Angelina Woreth
Un ragazzo (del 18th arrondissement parigino) incontra una ragazza (giovane icona di stile della Parigi Bene): non è la trama di un libro per ragazzi, ma quello che è successo dietro le quinte di The Children After Them. Paul Kircher e Angelina Woreth saranno infatti i bellissimi protagonisti del film che Ludovic e Zoran Boukherma presenteranno al Festival.
Lui è un nepo baby da manuale – figlio degli attori francesi Irène Jacob e Jérôme Kircher – ma ha dimostrato di avere un grande talento con Winter Boy (per cui ha vinto un Premio César) e The Animal Kingdom, due titoli francesi amatissimi degli ultimi anni.
Lei veniva scoperta da Vogue nel 2016 insieme a un gruppo di amiche (si facevano chiamare Gucci Gang) e selezionata come rappresentante delle ragazze meglio vestite nella capitale della moda. Il suo esordio nel mondo della televisione è arrivato con Les Rascals, una serie tv dissacrante sull’ascesa del fascismo in Francia negli anni Cinquanta.
In The Children After Them mostreranno uno spaccato di vita della gioventù ribelle e sempre più decadente di Parigi. Se è vero, come urlava Timothée Chalamet in The French Dispatch, che «les enfants sont grognons» (i ragazzi sono arrabbiati), chi meglio di loro per dimostrarlo?