La nuova serie di Zerocalcare

«Mia madre ha detto che hai fatto i soldi coi fumetti. Ma che ce racconti? La vita tua? Ma che je frega a questi, non sei mica l’Uomo Ragno». Basta questa battuta per entrare nell’atmosfera della nuova serie scritta, disegnata e diretta da Zerocalcare. Il titolo è Questo mondo non mi renderà cattivo (prodotto da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing) ed è visibile in streaming su Netflix.

zerocalcare - questo mondo non mi renderà cattivo

Chi è Zerocalcare?

Ancora una volta Zerocalcare, nome d’arte di Michele Rech, ci porta nel suo mondo fatto di disegni, amicizie, musica punk e rock, impegno, pensieri e una narrazione un po’ anarchica. Zero è un ragazzo, ora uomo, cresciuto in periferia di Roma, a Rebibbia (chi conosce i suoi fumetti lo sa). Non si sente una star, anche se la gente fa la fila per vederlo e parlarci due minuti alle fiere, non si sente il regista del momento (anche se c’è un produttore che, nella serie, sniffando, lo vuole convincere del contrario), è invece un ragazzo un po’ cresciuto che frequenta le stesse persone di una volta – Stecco e Sarah -, ha una coscienza ingombrante – l’armadillo – che lo tratta il più delle volte da inetto e lo fa sentire in colpa, e si muove negli stessi luoghi alla ricerca di un suo posto nel mondo.

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Zerocalcare o Michele Rech?

Difficile distinguere il personaggio dal creatore, mettere un confine tra quello che lui pensa e immagina e quello che vediamo sullo schermo. Tutto è filtrato dalle impressioni di Zero/Michele: così gli altri a volte sono grotteschi, a volte animali, altre diventano personaggi della cultura pop. Così, tra battute fulminanti e pensieri filosofici sul senso della vita e delle cose, spesso anche un po’ assurdi e surreali, Zerocalcare parla di noi, della società in cui viviamo, delle cose che abbiamo visto e letto, delle credenze che abbiamo, delle idee che ci impongono e che ci imponiamo.

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Temi che esplodono intorno a noi

In questa nuova serie – la più difficile e ambiziosa «paradossalmente è stata scritta prima di Strappare lungo i bordi» dice lui – i temi sono un po’ più complessi, non sono solo quelli emotivi e generazionali, ma sono quelli che esplodono intorno a noi: prima di tutto c’è Cesare che torna nel quartiere dopo tanti anni con un passato pesante alle spalle e un presente problematico e confuso, poi c’è il tema degli immigrati, un pacco che si tiene sempre ad accollare a qualcun altro, poi ancora c’è l’amicizia, il diventare grandi, il confrontarsi con la vita e le sue contraddizioni.

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Da dove nasce il titolo e cosa significa

Il titolo nasce da una canzone di Path, cantante punk-rock di Anguillara (Roma), «ma non si riferisce direttamente a me» spiega Michele Rech, «perché sono tanti i personaggi messi alla prova nella serie. E sono prove molto più impegnative e dolorose di quelle che magari devo affrontare io che sono il più “fortunato” in quel cast. È un auspicio rispetto a quello che ci troviamo intorno, perché quando attraversiamo dei momenti di crisi viene da scappare sgomitando e passando sopra gli altri al grido di “Si salvi chi può”. Invece questa serie racconta di chi cade in quella tentazione e chi invece no».

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Non c’è un solo Cesare

«Cesare non è una persona vera, ma tanti Cesari che ho incontrato nella vita. Una persona che ritorna al quartiere dopo tanti anni e che non trova più punti di riferimento perché quelli che aveva prima stanno allo sbando» dice Michele Rech/Zerocalcare. E guai a chiedergli se quella cosa è successa davvero o quel suo amico è davvero così. In Strappare lungo i bordi molti si sono riconosciuti e chissà se in questa ancora in molti si riconosceranno.

Zerocalcare - Questo mondo non mi renderà cattivo

«Anche io sono stato cattivo»

Ogni puntata (sono 6) dura 30 minuti invece di 15 di Strappare lungo i bordi ma il ritmo è lo stesso, la parlata veloce (forse leggermente più lenta) è sempre quella – «Ma si capisce quando parlo?» dice Zero al suo Armadillo, «parlo strano?» è un po’ il mantra. Ma è anche la sua particolarità. Cattivo io? Michele Rech risponde: «Sarebbe arrogante dire che non lo sono stato perché in questi ultimi 10 anni anche io, come tanti, ho dovuto fare delle scelte, scendere a compromessi, ho sbagliato, ma in generale quello che dà come suggestione la serie, rispetto al non diventare cattivi, e quello che provo a fare è cercare di partire dall’idea di non lasciare indietro nessuno».

Ora arriva l’art book

Oltre alle serie tv ci sono i tanti libri di Zerocalcare editi da BAO Publishing. Il 20 giugno uscirà Zerocalcare Animation Art Book: un libro che racconta il suo viaggio nell’animazione con materiale inedito, bozzetti, production art, foto dai backstage e disegni preparatori, oltre alle interviste alle principali figure che hanno lavorato alle serie Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo.

zero calcare art book