Se la pornografia mainstream è troppo spesso caratterizzata da violenza, misoginia e situazioni di sfruttamento, esiste un’alternativa? Da vent’anni chi si pone questa domanda incontra il nome di Erika Lust, pioniera della pornografia etica e femminista con una piattaforma a pagamento da più di 60.000 iscritti.
Lì si trovano video ben diversi da quelli delle grandi piattaforme per adulti, perlopiù gratuite, come Pornhub o YouPorn, dove l’immaginario sessuale è plasmato su piacere maschile e binarismo di genere. La pornografia etica esce dalle logiche dei grandi interessi finanziari alla base del porno mainstream e ha una forte impronta politica nel tutelare i diritti degli attori e nel presentare il sesso come forma di autodeterminazione per tutti i soggetti coinvolti.
E ora la regista svedese sta presentando il suo libro Erika Lust Archives: 2004-2024: immagini e testi che ripercorrono la sua rivoluzionaria “pornografia cinematografica”.
Intervista a Erika Lust
Il porno mainstream ignora le donne?
«Quando lo guardavo non ritrovavo la mia esperienza, sentivo l’eccitazione, ma non mi piaceva ciò che vedevo, le donne erano solo strumenti per il piacere maschile. Anche gli orgasmi femminili sembravano finti: sempre penetrazione e mai stimolazione clitoridea, come se nessuno avesse idea del nostro corpo. Ho provato a mettere le donne al centro, creando immagini nuove che rompessero gli stereotipi di genere».
Qual è il principale stereotipo sulla sessualità femminile etero?
«Forse la passività».
Che conseguenze ha?
«Anche nel sesso pensiamo di doverci occupare prima degli altri e non ci sentiamo legittimate a entrare in contatto con il nostro piacere. Ci preoccupiamo troppo della nostra immagine, di quello che il partner vede e questo impedisce di rilassarci».
La pornografia ha ancora un pubblico soprattutto maschile?
«Statisticamente sì, anche sulla mia piattaforma. La pornografia mainstream è fatta da uomini per uomini, l’intero genere è plasmato sui loro desideri e si sentono più autorizzati a usufruirne. Le cose stanno cambiando grazie alle donne e alle persone queer nel settore».
Le donne cercano cose diverse nel porno?
«Individui diversi cercano cose diverse. Di solito per le donne è importante sentirsi rispettate, sicure, non vedere i corpi femminili aggrediti. Spesso fanno più attenzione a come il film è realizzato e che gli attori siano tutelati a livello di autodeterminazione, equità nei compensi e centralità del consenso in tutte le fasi della realizzazione».
Perché secondo lei?
«Perché siamo circondate da immagini di donne violentate, rapite, uccise. La paura della violenza è lì, e dovremo sempre trovare il modo di farla convivere con la ricerca del piacere sessuale. Se incontriamo un uomo sexy al bar, ci chiediamo se è pericoloso. La sicurezza oggi è centrale. Quando c’è fiducia e consenso, puoi anche scegliere di sottometterti e lasciare che qualcuno ti conduca ai limiti del piacere. Ma se la sicurezza manca, non sei libera di giocare, e il sesso è il gioco degli adulti».
Che commenti riceve dalle donne che guardano i suoi film?
«Dei grazie, soprattutto: perché non pensavo mi sarebbe mai piaciuto il porno, perché hai rappresentato le mie fantasie, perché guardo i tuoi film con mio marito e parliamo di più, sperimentiamo i giochi di ruolo o i giochi di potere».
Come si esplora il piacere femminile?
«Il sesso non è semplicemente qualcosa che accade, ci vuole tempo, anche per affrontare le paure e i desideri. Consiglio di masturbarsi, perché conoscere il proprio corpo dà potere, di usare i sex toys anche in coppia, di parlare con le amiche e con il partner. E poi di non focalizzarsi sulla pornografia mainstream: trovate quello che vi fa sentire bene!».