Non è un colpo di scena, ma poco ci manca. Il principe George, che compirà 12 anni il prossimo 22 luglio, alla fine potrebbe rispettare la tradizione e andare a Eton, il prestigioso e antico collegio frequentato anche dal padre William. E pensare che tutti erano certi che avrebbe prevalso la volontà di Kate di mandare il figlio in una scuola mista e meno conservatrice. I principi di Galles sono stati visti di recente a Eton e le voci hanno ripreso a circolare. Vedremo chi la spunterà. L’esclusivo Marlborough College, dove ha studiato Kate Middleton, rimane comunque un’ottima opzione per Charlotte, dal momento che a Eton le ragazze non sono ammesse. La principessa di Galles avrebbe però voluto iscrivere lì anche il primogenito, che sta concludendo l’anno alla Lambrook Preparatory School. Chissà se vedremo il futuro re indossare la tradizionale uniforme composta da pantaloni a righe, camicia candida e giacca nera con le code. Al biondo William donava moltissimo e anche George non sfigurerebbe di certo.

Eton College: da charity school a scuola più blasonata d’Inghilterra

Fondato nel 1440 da Enrico VI con il nome di King’s College of Our Lady of Eton beside Windsor, l’esclusivo istituto frequentato per secoli dall’upper class britannica e da una folta schiera di rampolli delle famiglie blasonate di tutto il mondo era nato in realtà come charity school. Nel 1461 il nuovo re Edoardo IV decise però di destinare alla Cappella di Saint George del vicino castello di Windsor i fondi stanziati dal suo predecessore per l’istruzione dei bambini indigenti. Ed ecco a voi l’Eton College come lo conosciamo adesso, una scuola privata maschile la cui retta annuale si aggira adesso sulle 60mila sterline. Chi non può permettersi di sborsare una cifra simile può comunque provare a chiedere una borsa di studio. In ogni caso iscrivere i propri figli a Eton è sempre un buon investimento: gli Old Etonians, così sono chiamati gli ex alunni, sono praticamente una casta e mettere Eton nel curriculum è garanzia di successo. Preparazione solida e tanto networking non sono certo una novità.

Eton College: nobiltà, politici e grandi talenti artistici

Che cosa hanno in comune George Orwell e Tom Hiddleston? L’autore di 1984 e La fattoria degli animali e l’attore che molti vedrebbero bene come prossimo James Bond hanno entrambi studiato a Eton. Questo prestigioso collegio ha inoltre sfornato innumerevoli politici e primi ministri, scrittori e premi Nobel e, a sorpresa, anche tanti degli attori britannici più affascinanti e talentuosi degli ultimi decenni. Oltre a Tom Hiddleston e Eddie Redmayne, che giocavano a rugby con il principe William, sono passati dalle aule di Eton anche Hugh Laurie, Damian Lewis, Dominic West, Ben Lamb, Nicholas Rowe, Julian Ovenden e Harry Hadden-Patton.

Tutti gli studenti sono invitati a coltivare le loro passioni

Da dove viene la passione per la recitazione di tanti studenti di Eton? Il collegio ha campi da tennis, calcio e rugby e una piscina, ma anche un vero teatro da 400 posti e le attività artistiche sono incoraggiate. Redmayne e Hiddleston hanno raccontato di aver recitato insieme per la prima volta in una trasposizione di Passaggio in India. In mancanza di ragazze, la parte della protagonista Adela andò al futuro Stephen Hawking di La teoria del tutto. Tra i tanti che provarono a calcare le tavole di quel palcoscenico ci fu anche l’ex primo ministro Boris Johnson, che si dice non ricordasse mai le battute. Come ben sappiamo, BoJo ha scelto poi di dedicarsi al giornalismo e alla politica, ma la vena istrionica è rimasta.

Dai banchi di Eton a Buckingham Palace… in versione fiction

Sarà per via di quell’accento così upper class, ma quasi tutti gli attori che hanno frequentato Eton si sono ritrovati prima o poi a recitare in ruoli che più posh di così non si può. Dominic West ha interpretato il principe Carlo in The Crown, ma sul set della serie dedicata ai Windsor si è visto anche Nicholas Rowe, l’ex giovane Sherlock Holmes di Piramide di Paura, nei panni di Sir John “Jock” Colville, segretario di Winston Churchill prima e della regina poi. Per il ruolo di Martin Charteris, assistente della giovane principessa Elisabetta, è stato scelto invece Harry Haden-Patton, già visto in Downton Abbey, dove era il marchese che sposa Lady Edith (Laura Carmichael). Restando alla serie dedicata alle vicende della famiglia Crawley, arriva dai banchi di Eton anche Julian Ovenden, uno dei tanti spasimanti di Lady Mary, rivisto poi sul set della prima serie di Bridgerton dove interpretava il pittore Sir Henry Granville. A Ben Lamb è invece toccata la parte del principe di un piccolo regno di fantasia nella commedia romantica natalizia A Christmas Prince che ha avuto due sequel su Royal Wedding e Royal Baby. Anche la rom-com reclama il suo etoniano.

Etoniani che giocano su due sponde (dell’Atlantico)

Uno dei suoi ruoli più famosi, per cui ha vinto anche un Golden Globe, è quello del sergente Nicholas Brody nella serie tv Homeland – Caccia alla spia. Damian Lewis, credibilissimo militare americano anche in Band of Brothers di Steven Spielberg, è in realtà un londinese doc che si è formato sui banchi di Eton. Poteva mancare per lui un ruolo reale? Ovviamente no, è infatti è stato Enrico VIII in Wolf Hall, la miniserie tratta dai romanzi di Hilary Mantel. Il suo accento americano era così perfetto che ai provini per la parte del dottor House nessuno si rese conto che Hugh Laurie era inglese. E così la parte del medico più geniale della tv è andato a un etoniano nato a Oxford, che aveva mosso i primi passi della carriera teatrale all’università di Cambridge insieme a Emma Thompson e Stephen Fry. Per sentirlo in tutta la gloria del suo accento inglese basta riguardare Ragione e Sentimento o la più recente serie Roadkill, dove interpreta uno spregiudicato ministro britannico.

Etoniano ad honorem

Può bastare aver interpretato la parte di un etoniano per far parte di questa lista? Sì, se sei Colin Firth, che nella serie Lockerbie è Jim Swire, il padre di una delle vittime dell’attentato al volo 103 della Pan Am. In una delle prime scene, il ministro dei trasporti riconosce il vecchio compagno di collegio che riesce così a ottenere un colloquio (le scuole d’élite servono anche a questo). In realtà Colin Firth, che da ragazzino ha vissuto in Nigeria e negli Stati Uniti, non amava particolarmente la scuola. Tornato in Inghilterra, per farsi accettare dai compagni che lo consideravano un outsider, imparò a parlare con il loro accento working class, dimostrando così di avere un talento innato per la recitazione. Alla fine una corona l’ha indossata anche lui: quella di Giorgio VI in Il discorso del re. Un’interpretazione strepitosa che gli è valsa il Premio Oscar nel 2011.