Il 18 febbraio avrebbe compiuto 84 anni, invece Fabrizio De André se n’è andato l’11 gennaio 1999 alla vigilia dei suoi 59 anni. Sono passati 25 anni da quel triste giorno. Io ricordo l’emozione nell’ascoltare in tv il suo concerto con la Pfm che era stato trasmesso per ricordarlo. Per tutti era Faber, il poeta, il cantautore, il rivoluzionario. Capace con una canzone di raccontare un mondo. Che spesso era quello degli ultimi.

Le canzoni più famose di De André

La canzone di Marinella, Il pescatore, La guerra di Piero, Via del campo, Bocca di rosa, sono solo alcuni dei suoi brani più famosi. Ma anche Don Raffaè, Un giudice, Volta la carta, Sally, Fiume Sand Creek, Amico fragile: capolavori senza tempo. Prendeva dal folk, dalle canzoni popolari e dal blues l’ispirazione per raccontare temi sociali, esistenziali, e ce li presentava con la sua chitarra e la voce inconfondibile.

La sua era anche una musica di denuncia delle ingiustizie, contro la guerra e l’ipocrisia del potere. Narrava di emarginati e perseguitati, di nativi americani e rom. Di amori struggenti e relazioni. Della sua Genova dove era cresciuto insieme agli altri amici cantautori (Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi), della vita nei caruggi. Le sue canzoni, così importanti, sono finite anche nei libri di scuola, hanno segnato un’epoca e lasciato il segno nella cultura. A lui hanno dedicato piazze e scuole. Ha vinto diversi riconoscimenti, fra cui diverse Targhe Tenco e un Premio Tenco.

Gli album più belli: La buona novella e Creuza de mä

Di idee anarchiche e pacifiste nel 1970 compose un album bellissimo: La buona novella che interpreta il pensiero cristiano attraverso i vangeli apocrifi. E lui stesso dichiara essere il suo album migliore. Neri Marcorè lo sta portando a teatro (è in tour fino ad aprile 2024). E sono altre le manifestazioni che sottolineano l’importanza di De André. Nel 2018 la Rai gli dedica una miniserie in due puntate: Fabrizio De André – principe libero (con Luca Marinelli, Valentina Bellè, Elena Radonicich. Si può vedere su RaiPlay). Mentre nel 2020 a lui e al mitico concerto nel 1979 a Genova con la PFM Walter Veltroni ha dedicato un docufilm: Il concerto ritrovato.

Nel 1980 esce un altro suo capolavoro: Creuza de mä, un album cantato tutto in genovese e dove De André parla di mare, navigatori, di viaggio. Con sonorità particolari che ricordano i vicoli e la sua gente. L’album è nella posizione 4 secondo i 100 album più belli di sempre della rivista Rolling Stones.

Fabrizio De André col figlio Cristiano

Le mogli, i figli e il rapimento in Sardegna

De André si sposa due volte. La prima giovanissimo con Enrica Rignon, detta Puny nel 1961, relazione da cui nasce il figlio Cristiano nel 1962. La seconda con Dori Ghezzi, conosciuta nel 1972 (stava registrando un disco nello studio di fianco al suo) e con la quale convola a nozze nel 1989 (con Beppe Grillo come testimone di nozze) dopo 15 anni di convivenza. Insieme avranno nel 1977 la figlia Luisa Vittoria detta Luvi. Il rapimento della coppia in Sardegna a fine agosto 1979 tiene l’Italia col fiato sospeso: verranno rilasciati dopo 4 mesi. Sono gli anni di piombo, De Andrè era già sotto l’occhio della polizia e dei servizi segreti per le sue idee e all’inizio si pensa siano state addirittura le Br a rapirlo. Ma l’anno del rapimento finisce il controllo sul cantante e lui, intervistato all’indomani della liberazione, ha parole di pietà per i suoi sequestratori.

Fabrizio De André e Dori Ghezzi

Di lui hanno scritto Paolo Ghezzi, Aldo Grasso, Aldo Nove, Fernanda Pivano… la bibliografia su De André è sterminata. Gli omaggi che gli hanno fatto gli altri cantanti in tutti questi anni anche. Dalla sua morte la fondazione Fabrizio De André onlus, nata a Genova nel 2001, si propone di diffondere il pensiero, le opere e la vita del cantautore con pubblicazioni, mostre, borse di studio. Nel 2019 ha pubblicato il volume Anche le parole sono nomadi con i testi delle sue canzoni. Oggi propone, insieme a Sony Italia, il progetto Way Point. Da dove venite… Dove andate? con varie iniziative lungo tutto il 2024. La prima prevede una navigazione completa della sua discografia con la riedizione nel corso dell’anno dei suoi album in ordine cronologico. Un’ottima occasione per ritrovarlo o cominciare ad ascoltarlo, se ancora non lo conoscete a fondo, a partire da quel Volume 1 che pubblicò nel 1967.