Javier Castillo colpisce ancora
Una studentessa di Medicina subisce un trapianto di cuore che la precipita all’improvviso lontano da casa, faccia faccia con una storia familiare vertiginosa e dolente, ostaggio di un rompicapo mozzafiato che confonde il tempo e le identità. Javier Castillo colpisce ancora. Lo scrittore spagnolo che in patria ha infranto la soglia dei 2 milioni di copie ed è tradotto in 16 lingue, l’autore di La ragazza di neve, thriller da record da cui è stata adattata la serie Netflix in lingua spagnola più vista l’anno scorso, prossimamente il sequel, basato sul romanzo successivo, arriva in Italia con un nuovo, trascinante enigma: Il cuculo di cristallo (Salani), libro più venduto in Spagna nel 2023, che promette di fare anche qui numeri impressionanti.
Nel nuovo libro di Javier Castillo c’è tensione tra scienza e spiritualità
Da quale cupo meandro della sua immaginazione scaturisce questo nuovo libro?
«Inseguivo una storia che indagasse il mondo brutale degli istinti, ma mi mancava un fil rouge emotivo. Un giorno ho trovato sui social la foto di una ragazza con una lunga cicatrice sul petto, esito di un trapianto di cuore. Ho cominciato a chiedermi in che modo un’esperienza del genere possa cambiarci, travolgere ogni piano. L’ho cercata e ho parlato con lei a lungo. Mi sono reso conto di quanto fosse potente quello spunto, che mi permetteva di giocare con un’altra idea che mi ossessiona da un po’: quella del cuculo, che depone le proprie uova nei nidi di altri volatili, per poi sterminarne la prole. Quel cuore nuovo, che apparteneva a uno sconosciuto, nel corpo della mia protagonista produce un effetto simile: non la distrugge, ma la cambia».
Si respira una forte tensione tra scienza e spiritualità.
«Mi considero una persona razionale, ma ho un imprinting religioso. Ora che sono sposato e ho 3 figli, mi ritrovo a fare i conti con emozioni che avevo lasciato indietro. Questo thriller oscuro ed emotivo è stata l’occasione per riappropriarmene».
Javier Castillo parla anche della violenza di genere
Come in altri suoi romanzi, la protagonista è una donna forte.
«In vita mia non ho mai conosciuto una donna debole. Tutte le donne sono forti, potenti ed empatiche, a partire da mia nonna, che era avanti anni luce rispetto all’epoca in cui è vissuta, fino a mia madre, mia moglie e le sue amiche. Rispetto agli uomini, le donne esprimono meglio le proprie emozioni: narrare in prima persona con una voce femminile vuol dire amplificare la profondità del racconto».
Anche qui si parla di violenza di genere.
«Per me le storie devono rispecchiare l’epoca in cui viviamo e questa è una piaga allarmante, che non riusciamo a estirpare, in Italia come in Spagna. Continuare a parlarne non porta alla soluzione, ma fa sì che sempre più persone maturino una consapevolezza».
Prima di diventare uno scrittore faceva il consulente finanziario.
«In realtà ho cominciato a scrivere molto presto. Vale la pena però chiedersi perché un ragazzino che ha questa passione finisca a studiare economia. Il motivo è ben triste, se ci pensiamo: quando ho dovuto scegliere l’università, mi hanno convinto che l’economia e la finanza mi garantissero uno sbocco lavorativo sicuro. Ci siamo allontanati dalla creatività, ma passare del tempo sui fogli Excel è illogico quando noi umani abbiamo lo straordinario potere di emozionare ed emozionarci. Per fortuna ho continuato a scrivere e, per un altro miracolo, il mio primo romanzo s’è ritrovato un giorno a essere il più venduto in Spagna».
La moglie di Javier Castillo è la sua prima lettrice
Perché si dedica ai thriller?
«In quest’epoca densa di stimoli, in cui siamo cronicamente distratti dai tanti dispositivi e il lavoro è sempre più frenetico, i libri pieni di suspense funzionano meglio perché riescono a catturare l’attenzione del lettore. Un thriller accende interrogativi e continua a chiamarti. È uno strumento potente che riesce a rivaleggiare col cellulare».
A chi fa leggere un libro quando lo ha terminato?
«A mia moglie. È la mia prima lettrice. Legge tantissimo, senza filtri, non con l’intenzione di giudicare, ma di godersi la lettura. Io la osservo. Cerco di capire quali passaggi la emozionano, dove sbadiglia. Le sue reazioni sono utilissime per me».
Che effetto le ha fatto sapere che La ragazza di neve è tra le serie Netflix più viste?
«Travolgente. Era il mio quarto romanzo, pian piano il numero di libri venduti cresceva, ma non mi aspettavo una cosa del genere. È stato pubblicato due giorni prima del lockdown, in Spagna è diventato il libro che leggevano tutti. Poi è arrivata la proposta di farne una serie: fa impressione pensare che una storia scritta in un paesino della provincia di Malaga abbia raggiunto 190 Paesi e 250 milioni di spettatori. Anche Il cuculo diventerà una serie».
Il prossimo libro di Javier Castillo sarà molto diverso da tutti i precedenti
Questo cambia il suo modo di scrivere?
«Sono mondi diversi. Ciò che il lettore sente e vive quando legge è sempre più potente rispetto a quanto si prova davanti a uno schermo. Un adattamento, per quanto fedele, non potrà mai restituire quell’intimità».
Quanta parte del suo successo deve al sodalizio con sua moglie?
«Una parte consistente. In Spagna mia moglie è un’influencer molto nota, Verónica Díaz (alias JustCoco, ndr) e questo dà visibilità anche a me e ai miei romanzi. Insieme facciamo un’ottima squadra: quando io scrivo, lei si occupa integralmente dei bambini, io la sostituisco quando è impegnata col suo lavoro».
Un indizio sul prossimo libro.
«In Spagna è già stato pubblicato La crepa del silenzio, che spero esca presto anche in Italia. È l’ultimo capitolo della saga di Miren Triggs, la giornalista protagonista di La ragazza di neve e poi di Il gioco dell’anima, con un finale spettacolare. Ora sto lavorando al nuovo libro: non ha ancora un titolo, ma sarà diverso da tutto ciò che ho scritto finora. Promesso!».
Javier Castillo, autore del bestseller La ragazza di neve, è in libreria con un nuovo thriller: Il cuculo di cristallo (Salani, come il precedente). Un gioco vertiginoso, uno scambio d’identità, un rompicapo mozzafiato.