I capelli lunghi, le sopracciglia lasciate folte, quell’aspetto tra una ninfa e una Frida Kahlo moderna: Joan Thiele di certo non passa inosservata, e non si lascia scordare. Dal suo primo brano di successo, una cover di Hotline Bling di Drake nel 2015, a Proiettili (ti mangio il cuore), colonna sonora del film Ti mangio il cuore che le è valsa il premio David di Donatello per miglior canzone originale lo scorso anno, il suo percorso è in costante ascesa.

Nel 2025 arriva per la prima volta a Sanremo con il brano Eco, e si prepara a dare inizio a una nuova era iniziata col singolo Veleno appena rilasciato. Joan Thiele ha le carte in regola per diventare l’artista del momento, pur mantenendo la sua identità alternativa, e se non vuoi “perderti” quando la vedrai sul palco dell’Ariston, ecco cosa ti serve sapere su di lei.

Un sound «anarchico»

La sua musica è classificata come alternative R&B, ma è in realtà tecnicamente inclassificabile. Joan è un’artista piena di sorprese, che sa fare proprie tutte le sfumature del pop, colorandole con le sue influenze urban e contemporanee. Il risultato è un sound alternativo e originale che è impossibile da etichettare e per molti può essere di difficile digestione, soprattutto se abbinato alla sua scrittura altrettanto «anarchica».

Non aiuta che una buona parte dei suoi progetti sia in inglese, lingua in cui inizialmente si è sentita più a suo agio nella scrittura. Come ha raccontato lei stessa in una delle ultime interviste, infatti, l’idea di cantare in italiano la spaventava. «È stato un processo di apprendimento durato un anno e fortemente voluto, in cui conoscere più lingue è stato importante anche nell’approccio tecnico alla scrittura».

Joan Thiele, child of the universe

È infatti in grado di esprimersi in più lingue – italiano, inglese e spagnolo – grazie alle sue origini e ai luoghi dove si è formata, che hanno plasmato il suo modo di esprimersi e la sua identità, anche musicale. All’anagrafe Alessandra Joan Thiele (il cognome si pronuncia alla tedesca, Tile), classe 1991, la cantautrice è infatti figlia di madre italiana (del napoletano) e padre svizzero (di origini colombiane) trapiantato in Canada. La sua infanzia la vede tra Colombia, Canada, Caraibi, Regno Unito e lago di Garda.

Anche gli artisti a cui si ispira, come Anderson .Paak e FKA twigs, sono di origini a cavallo tra culture diverse: «Formarsi in questo modo influisce su di noi a livello melodico e sonoro», racconta sempre lei. «Anche se è un percorso inconscio, sono sfumature che ci restano dentro».

Joan Thiele, la carriera

I primi passi nel mondo della musica li muove a Londra, ma ben presto si stabilisce a Milano dove inizia a ottenere un certo seguito. Alla cover di Drake pubblicata nel 2015 segue il primo singolo Save Me e dunque il primo EP, Joan Thiele, annunciato con i singoli Taxi Driver e Armenia.

Il primo album, Tango, esce nel 2018, anticipato dai singoli Fire e Polite. Nello stesso anno è ospite in una delle kermesse più importanti d’Europa, il Sziget Festival di Budapest, confermandosi così tra le artiste più interessanti del momento a livello internazionale. Aumenta il suo pubblico anche grazie alla collaborazione, l’anno successivo, con Myss Keta, Elodie e Priestess, per la nuova versione di Le ragazze di Porta Venezia.

Nel 2020 esce il suo secondo EP, Operazione Oro, che per la prima volta la vede cantare in italiano ogni brano e nel 2022 la raccolta Atti che contiene una serie di singoli usciti nel corso del 2021.