«I’m not turning 50». Non si smentisce mai, la trasgressiva e provocatrice Kate Moss. Che al The Times ha detto di non sentirsi affatto una cinquantenne, e che per questo non festeggerà. Del resto, cosa aspettarsi di diverso dall’outsider per eccellenza, dalla prima anti-modella della storia, dall’emblema dei ribelli Nineties? La sua è una storia irripetibile, unica come poche altre, sospesa tra “Cocaine Kate” e “Queen of cool”, sempre sulla cresta dell’onda. Seguire i suoi up and down – a tratti nauseanti, a tratti inebrianti – non è semplice. E comprenderli lo è forse ancor meno. Ma una cosa è certa: la Moss ha perfettamente ragione quando dice che «essere se stessa è quasi un atto di ribellione». Togli il “quasi”, Kate.

Una ragazza londinese

Il “c’era una volta” della fiaba – alternativa, si intende – di Kate Moss risale all’anno 1988. Aveva quattordici anni e si trovava con la sua famiglia all’aeroporto JFK di New York, di ritorno da una vacanza alle Bahamas. Una donna le si avvicina: è la talent scout Sarah Doukas, fondatrice dell’agenzia Storm Management. «È piccola, ma con quel viso e quella grinta cercheranno di imitarla tutti a New York», è stato il suo primo pensiero.

Una quindicenne Kate Moss, con indosso la divisa della scuola, si sarebbe presentata ai primi provini con John Galliano l’anno successivo. «Stavamo cercando ragazze nuove, selvagge e quando la vidi pensai: ho trovato il mio piccolo diamante grezzo. Era incredibile: ha infilato il vestito e lo ha fatto suo. E poi la camminata, la postura: più che una bellezza, era un enigma», ha ricordato lo stilista. Così Kate Moss entrava nell’Olimpo della moda. Lei ancora non lo sapeva, ma dai sobborghi londinesi – dove è nata – sarebbe presto passata alle gigantografie sui grattacieli di New York. Era il 1989 e la Londra anni Novanta aveva in serbo un’icona.

Kate Moss 90’s: una top model come nessun’altra

1990. Gli occhi di tutti – stilisti, fotografi e lettori – sono incollati su di loro: Cindy Crawford, Naomi Campbell, Tatjana Patitz, Christy Turlington e Linda Evangelista. Belle, statuarie, inarrivabili. Tanto che chiamarle top model è riduttivo: per tutti, loro sono le super model. Nello stesso anno in cui Peter Lindbergh le ritraeva insieme per l’iconica cover del numero di gennaio di Vogue UK, una sconosciuta sedicenne con le lentiggini, i denti irregolari, il sole in faccia e una smorfia in volto spuntava sulla copertina della rivista inglese più cool: The Face. Si chiamava Kate Moss. Quel servizio in bianco e nero, firmato Corinne Day, avrebbe cambiato tutto. Uno strappo – come lo ha definito Baricco – nel cielo di carta patinata in cui avevano posato indisturbate fino ad allora le Charlie’s Angels degli anni Novanta. Kate non era come loro, era molto più giovane e un po’ più bassa, con un fisico gracile e imperfetto se paragonato a quello scultoreo delle supermodelle. Il New York Times parlava di “waif look” (letteralmente “look da orfanella”): la Moss appariva indifesa, a tratti stropicciata, a metà tra l’indifferenza e una grande fragilità.

La copertina di The Face con la giovanissima Kate Moss immortalata da Corinne Day.

Da quell’iconica cover del 1990, il corpo esile al limite dell’anoressia, il volto irregolare e quell’aria quasi assente di Kate Moss avrebbero stregato uno stuolo di stilisti. Primo fra tutti Calvin Klein, che sceglie la giovanissima ragazza londinese per una trasgressiva campagna pubblicitaria al fianco di Mark Wahlberg. E la risceglie, qualche anno dopo, per scattare seminuda la controversa campagna del profumo Obsession. E così, a poco a poco, cover dopo cover, tra campagne e sfilate, Kate Moss allarga sempre di più quello strappo che inconsapevolmente aveva lasciato dietro di sé. Il suo nome arriva su Forbes, i suoi scatti su tutte le principali riviste di moda, il suo corpo – simbolo di una rivoluzione – sulle passerelle dei più grandi marchi di sempre. Nulla fu più come prima: mentre divorava i cliché, Kate Moss conquistava tutti con la sua imperfezione.

Uno degli scatti della campagna pubblicitaria del profumo Obsession. Lo spot fu persino accusato di inneggio alla pedofilia. Foto: IPA.

Lo stile di Kate Moss, iconica outsider

La parola rivoluzione è scritta in bold nel vocabolario di Kate Moss. Che non ha ribaltato soltanto i canoni estetici di un’intera generazione, ma anche il suo guardaroba. Lo stile di Kate si può riassumere nella Santa Trinità: jeans skinny, t-shirt bianca e stivali (o sandali, a seconda della stagione). E poi minigonne, dettagli argentati, stampe animalier e slip dress in raso: i suoi minimal – ma chic – ensemble fuori dalle passerelle sono stati tra i più immortalati e copiati di sempre. Allergica alle regole, nella vita come nella moda, Kate Moss non si è in realtà mai vocata a uno stile solo. Del resto, un’anima ribelle come la sua non poteva che incarnarsi in una trendsetter polimorfa, sempre in anticipo sui tempi, sempre alternativa.

Ha definito lo stile degli anni Novanta e Duemila, senza mai passare di moda. Ormai abbiamo perso il conto delle tendenze (e sottotendenze) figlie di Kate Moss. Si parte dal famoso e oscuro heroin chic per arrivare al grunge nato dal rock tenebroso di Seattle, passando per il boho chic dei festival musicali come quello di Glastonbury. Giubbotti in pelle, micro-shorts, cinture bohémien, stivali alti e camicie da boscaiolo: se l’armadio dei Nineties chiedesse un’indossatrice, quella non potrebbe che essere la bella e spregiudicata Kate Moss. Anche chiamata “ragazzaccia della moda”.

Johnny Depp e gli altri fidanzati sbagliati

Burrascosi: non possiamo definire altrimenti gli amori di Kate Moss. Le storie turbolente con fidanzati sbagliati e uomini scapestrati hanno aumentato l’esposizione della top model tanto alla luce dei riflettori quanto al buio di eccessi sfrenati e scandali. Il primo “lui” di Kate Moss è niente meno che Johnny Depp: la relazione tra la top model e l’astro nascente di Hollywood inizia nel 1994 in una serata al Tabac di New York e finisce, quattro anni dopo, in un mix di bellezza e sregolatezza (camere d’albergo distrutte e telefonate alla polizia comprese). La rovente love story dei due belli e dannati sarebbe diventata l’icona degli anni Novanta e Kate Moss sarebbe approdata anche sui giornali di gossip, oltre che sulle riviste di moda.

1994: Johnny Depp e Kate Moss partecipano alla nuova collezione moda di Richard Tyler. Foto: Getty

Nel 2002 ha una figlia, Lila Grace, nata dalla relazione con l’editore di Dazed Jefferson Hack. Che lascerà nel 2005 per Pete Doherty, frontman dei Libertines prima e dei Babyshambles poi, un altro “boy” decisamente “bad”. È con lui che Kate finisce sulla tristemente famosa copertina del Daily Mirror, in uno scatto rubato mentre sniffa cocaina con il fidanzato in uno studio di registrazione. Il titolo Cocaine Kate non lascia spazio ai dubbi.

La copertina dello scandalo.

Kate Moss, bella e dannata

Alcol, droga e fumo: che la top model heroin chic avesse seri problemi di dipendenza non era affatto un mistero. È stata definita la più grande fumatrice di tutti i tempi (sigaretta in bocca sin da giovanissima) e persino soprannominata “The tank”, la tanica, perché beveva molto e a qualunque ora del giorno e della notte. Insomma, Kate Moss non è stata estranea alla follia, agli eccessi smodati e ostentati. Ve la ricordate la sfilata di Louis Vuitton durante la Fashion Week parigina? Quella in cui Kate si è presentata sul catwalk con un paio di shorts neri e una sigaretta accesa in bocca: uno dei suoi tanti schiaffi – più che strappi – alle regole. E come dimenticarla in topless e con un Magnum in mano, alla sfilata di Vivienne Westwood del 1993?

Kate Moss sfila per Louis Vuitton alla Fashion Week di Parigi del 2011: stupisce tutti con la sigaretta accesa tra le dita. Foto: Getty

Basta guardare ai suoi passati festeggiamenti di compleanno per cogliere un po’ dell’anima ribelle e provocatoria di Kate Moss. Per i suoi 40 anni ha posato vestita da coniglietta per la copertina di Playboy e ha organizzato un party in grande, durato una settimana, sull’isola di Necker del miliardario Branson. Altrettanto indimenticabili i 30, celebrati nel 2004 con una festa grandiosa e – si dice – talmente scandalosa che Gwyneth Paltrow fuggì letteralmente dal party. A tema, ovviamente, The Beautiful And Damned.

Up and down

La vita di Kate Moss assomiglia un po’ alle montagne russe: sale e scende, in continui alti e bassi. Non a caso c’è chi l’ha definita una fenice, morta tante volte (soprattutto dopo l’incriminata copertina del 2005) e risorta altrettante. Dopo lo scandalo mondiale di Cocaine Kate, molti dei suoi più remunerativi contratti vengono annullati. Sembra la fine della sua carriera e invece è la premessa di un’incredibile rinascita. La top model chiede pubblicamente scusa e parla a cuore aperto, sostenuta da Dior e da celeb e colleghi. Dentro e fuori dai rehab. E nel 2006 viene definitivamente scagionata dall’accusa di uso di stupefacenti. Up and down. Subito dopo è “modella dell’anno” per il British Fashion Awards e una delle cento persone più influenti del pianeta per il Time. Si reinventa stilista e lancia una collezione con Topshop: la fila fuori dallo store londinese, nel 2007, bloccò l’isolato.

Kate Moss sulle gigantografie di New York nel 2006, anno in cui viene nominata “modella dell’anno”. Foto: Getty

Insomma, a ogni incidente di percorso Kate si riprende in fretta: sotto i riflettori mai spenti, c’è una vita così turbolenta che si fa fatica a tenere il passo. E così la Moss è la top model più pagata al mondo, con trent’anni di (super)lavoro per le maison di moda più prestigiose. Regina delle passerelle. Supermodella comparsa sulla copertina di oltre 300 riviste. Icona di stile. Ma anche protagonista di una vita eccessiva, di scandali, problemi con droga e alcol, relazioni tossiche. Eppure, al netto di alti e bassi, Kate Moss rimane un’icona.

Oggi, una nuova Kate

Chi è oggi Kate Moss? Sopravvissuta allo scandalo della cocaina, alle relazioni chiacchierate e alle inabissanti dipendenze, non perde un grammo del suo fascino. E sembra pure essere cambiata. Ha infatti rivelato ai giornali di aver abbracciato uno stile di vita diverso, più attento alla cura di sé, meno fumo e più yoga. Per questo ha lanciato, nel settembre 2022, la sua linea di bellezza: si chiama Cosmoss e promette «benessere per l’anima e i sensi». Ad affiancarla, una talent agency che porta il suo nome e con cui ha firmato un contratto anche Lila Grace, la figlia oggi poco più che ventenne, che sta seguendo le orme di modella della mamma. Nel 2021 Kate ha sfilato per Versace, mentre lo scorso anno è stata scelta come direttore creativo di Diet Coke. In arrivo quest’anno, invece, un film biografico incentrato sull’incontro fra la modella e il pittore Lucian Freud. Quale sarà la sua prossima, ennesima versione?


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– Kate Moss posa con la figlia Lila Grace al Met Gala 2022. Foto: Getty

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– Kate Moss nel 2022 all’evento di debutto del suo nuovo beauty brand “Cosmoss” ad Harrods. Foto: Getty

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– Uno degli scatti della campagna pubblicitaria della bevanda “Diet Coke Break by Kate Moss”.

Mentre ci chiediamo quale sia la sua magia, riecheggiano le parole di quel memorabile slogan di tredici anni fa, quando la Middleton si preparava all’altare. «There is only one Kate in London» e il suo cognome è Moss.