In tempi non sospetti, Gaga era già una supereroina. Lo era di sicuro per Stefani Joanne Angelina Germanotta, 38 anni, newyorkese figlia di un ristoratore di origini siciliane, segnata dal bullismo ai tempi della scuola e da uno stupro a 19 anni, dalla lotta con la scarsa autostima e con quanti deridevano i suoi sogni d’artista. Per sconfiggere quei demoni ci voleva una fata, o quasi.
«Ho inventato un alter ego perché mi sentivo isolata e ridicolizzata. Gaga (dal brano Radio Ga Ga dei Queen, ndr) era la figura immaginaria che volevo diventare. Forte, empatica. È stata lei a darmi le ali, poi siamo diventate tutt’uno» ha raccontato la popstar. Chi meglio di Lady Gaga poteva quindi interpretare una vera eroina dei DC Comics, Harley Quinn, eccentrica e svitata ben più lei?
Una nuova Harley Quinn
Dopo A star is born di Bradley Cooper e House of Gucci di Ridley Scott, la cantante-attrice è tornata sul grande schermo con Joker: Folie à deux di Todd Phillips, sequel del film che nel 2019 ha portato l’Oscar a Joaquin Phoenix. Gaga interpreta Lee (diminutivo di Harley Quinn) e conosce Arthur Fleck-Joker (Phoenix) nel carcere dove sono entrambi rinchiusi, lui con un processo imminente per vari omicidi. Si innamorano, fanno da specchio non solo uno all’altra ma a tutti i reietti che nella vita hanno subìto abbandoni e violenze, vedono un riscatto nella loro maschera ribelle e clownesca.
Con la popstar, il film diventa – a tratti – anche un musical: i due intonano le canzoni popolari di ieri e di oggi, da Frank Sinatra a David Bowie fino a Billie Eilish, ripercorrendo attraverso le note la storia americana riflessa in Gotham City. «Ho cantato come un’adulta che scopre la musica come forma di felicità. Cercando di dimenticare la mia tecnica» ha detto.
Ritratto di Lady Gaga, dall’inizio
Voce a parte, anche il vissuto di Stefani Germanotta fa parte di questa storia. La star è Joker, lei è una fan che lo guarda in adorazione. Tutto ruota intorno alla celebrità, alle maschere dietro le quali ci nascondiamo, alla malattia mentale che ha segnato la vita della popstar, come lei stessa ha raccontato pubblicamente.
«All’inizio della carriera mi piaceva esibirmi in outfit eccentrici creando diverse identità: era la mia cifra per divertire e coinvolgere il pubblico. Poi i tempi sono cambiati e la cosa più scioccante che posso fare è raccontare la mia esperienza, condividere le battaglie e i seri problemi psicologici che ho affrontato» ha detto a Oprah Winfrey.
«Dopo la violenza subita a 19 anni ho sviluppato il disturbo da stress post-traumatico, ma l’ho trascurato per dedicarmi al primo album, The Fame (nel 2008 con i singoli Just dance e Poker face in cima alle classifiche internazionali, ndr). A un certo punto ho iniziato ad avere dolori in tutto il corpo, una sofferenza stranamente simile a quella provata dopo lo stupro».
«Mi batto perché le nuove generazioni abbiano più strumenti»
«Mi hanno diagnosticato la fibromialgia: sentivo male dalla testa ai piedi, giorno e notte, tanto che a volte mi tagliavo per “distrarmi” ma ovviamente sono peggiorata. Ho dovuto mettere via la vergogna e accettare la realtà, che è l’unico modo per andare avanti nella vita. Dirmi: “Sono sopravvissuta a una violenza, ho problemi di salute mentale, devo curarmi con l’aiuto di uno psichiatra e di psicofarmaci”. Oggi mi batto perché la Generazione Z ottenga gli strumenti per uscire da tunnel come questo».
Ed è solo una delle sue istanze da attivista, visto che Born this way, album del 2011, è anche il nome di una no-profit da lei fondata per il benessere dei giovani. Nonostante il suo percorso a ostacoli, tra il 2010 e il 2020 Gaga diventa la Queen of Pop: è la prima artista donna con 5 album arrivati al primo posto delle classifiche americane del decennio, compresa la colonna sonora di A star is born, il film del 2018 che le ha fatto vincere l’Oscar per la miglior canzone con il brano Shallow. Lei, più dei successi, sottolinea tutte le volte in cui si è rialzata dalle cadute e ha tenuto duro senza arrendersi, eppure la sua è la storia di una superstar che i 13 premi Grammy raccontano solo in piccola parte.
Lady Gaga: la fama e la gloria, ma non è tutto
Ha cantato per i 65 anni di Bill Clinton e all’insediamento del presidente Joe Biden nel 2020, alle cerimonie degli Oscar (2015 e 2019) e al Super Bowl (2017), fino alle ultime Olimpiadi di Parigi. Solo nel documentario Gaga: Five foot two di Netflix, girato durante il tour dell’album Joanne nel 2017, la sua sofferenza è forte e visibile, tant’è che nel 2018 cancella gli ultimi 10 concerti per occuparsene.
«Quello che mancava nella mia vita era un vero amore» ha detto, parlando della grande svolta del 2019: l’incontro con Michael Polansky, suo attuale compagno, creatore con Sean Parker (tra i fondatori di Napster e Facebook) della Parker Foundation che sostiene molte attività filantropiche. La cosa buffa è che è stata la madre di Gaga, Cynthia Germanotta, responsabile delle attività benefiche della figlia, a conoscerlo per prima.
«Un giorno mia madre mi ha detto: “Credo di aver incontrato il tuo futuro marito” e, incredibile, aveva ragione!» ha rivelato Gaga. «Poi siamo state invitate a una festa a Los Angeles, dove io e Michael abbiamo iniziato a parlare e siamo andati avanti 3 ore. Siamo usciti insieme, ci siamo innamorati». Durante la pandemia da Covid, lei si è trasferita da lui a Malibu. «Fin da ragazzina mi ero concentrata sulla mia carriera. Ma in quel periodo, così penoso per il mondo, ho avuto la fortuna di essere con Michael e di potermi concentrare sul nostro rapporto».
La nuova era di Lady Gaga
L’album Chromatica del 2020 segna uno spartiacque. «Perché in quei brani racconto il periodo più buio della mia malattia mentale. Dopo ho scoperto la felicità grazie a un uomo che ha voluto conoscere me, non la pop- star, e non ha avuto paura di prendermi per mano». Non nasconde di volere un figlio, ma la scorsa estate ha smentito le voci di una gravidanza.
Con Polansky è arrivata alla Mostra del Cinema di Venezia a presentare Joker: Folie à deux. E anche interpretare la follia di Harley Quinn è stato terapeutico per lei. «Usare il mio caos interiore come risorsa, in un mondo così lontano dalla quotidianità, mi ha regalato una specie di quiete». E una prova d’attrice notevole, unanimemente lodata da critica e pubblico. Se non l’Oscar, potrebbe vincere il prossimo film da protagonista, e supereroina, assoluta.