Il nostro cammino di avvicinamento verso Tokyo è stato più lungo del previsto (ben 365 giorni in più), ma è giunto alla sua conclusione più rosea perché l’Italia conta già nel suo medagliere ben 19 trofei, l’ultimo dei quali arrivato grazie alla prestazione strabiliante di Gregorio “Greg” Paltrinieri che si è messo al collo la medaglia d’argento negli 800 stile libero. E pensare che l’azzurro era stato fermo un mese per la mononucleosi prima dei Giochi tanto che c’è stato un momento in cui pensava addirittura di non poterci essere. Ecco perché appena uscito dalla piscina ha raccontato: «Parlare di miracolo è poco, non ci avrei scommesso neanche io. Ma stavolta ci ho messo il cuore».
Il secondo gradino del podio è arrivato dopo che il 19enne del nuoto Federico Burdisso che ci aveva già regalato un bronzo importante. Insomma, per una Fede, la divina, che ci saluta, c’è un altro Fede che invece ci spinge a continuare a tifare l’Italia del nuoto. Sembra ieri che si è svolta la cerimonia di apertura e invece tra pochi giorni i nostri ragazzi torneranno a casa a godersi il meritato riposo dopo tanto stress e tensione per una situazione (pandemica) che non lascia certo indifferenti gli atleti.
A Tokyo 2020 sono arrivati anche un argento nella staffetta maschile 4×100 stile libero e un bronzo nei 100 rana grazie a Nicolò Martinenghi. Ma la verità è che le Olimpiadi non sono solo medaglie al collo, rappresentano davvero, al pari degli Europei di calcio oppure dei Mondiali, un momento unico, non solamente per il mondo sportivo, ma per tutti quanti che si sentono uniti da un unico progetto: quello di portare la bellezza dell’Italia nel mondo. Ecco perché le storie dei ragazzi da raccontare sarebbero molte, molte di più.
Alle Olimpiadi vengono abbattute le barriere, vengono tracciati nuovi limiti. A Tokyo si realizzano sogni, nascono nuovi eroi e hanno vita le leggende. I 5 cerchi sono il sogno di chiunque abbia praticato sport a livello agonistico e all’Acquatics Centre del Sol Levante sembra proprio che tutto possa succedere e ce lo dimostrano le imprese di tanti nuotatori che si giocano vittorie e sconfitte sul filo del centesimo per entrare nell’olimpo dei più grandi di tutti i tempi.
Il nuoto è infatti presente alle Olimpiadi fin dalla prima edizione dei “giochi”, quella di Atene 1896. E se i primi nuotatori azzurri a partecipare a una rassegna olimpica sono stati Paolo Bussetti e Fabio Mainoni ai Cinque Cerchi di Parigi del 1900, la prima squadra italiana ufficiale risale invece all’edizione dei Giochi di Londra del 1908.
Facciamo ora un balzo nel nuoto moderno per la più grande olimpiade in vasca di tutti i tempi: il primo oro arriva nel 2000 a Sydney grazie alla vittoria di Domenico Fioravanti, Davide Rummolo si porta a casa un bronzo e uno strepitoso Massimiliano Rosolino regala al nostro Paese Oro, Argento e Bronzo.
Quattro anni dopo, ad Atene 2004 arrivano altre sei medaglie di bronzo per il nuoto maschile azzurro con Brembilla, Rosolino, Cercato, Magnini, Cappellazzo, Pelliciari. Ma bisognerà aspettare i Giochi di Rio de Janeiro del 2016 per festeggiare l’oro di Gregorio Paltrinieri per i 1500 m stile libero e il bronzo di Gabriele Detti, per i 400 e i 1500 m stile libero.
Auguriamo ai nostri azzurri di tornare da Tokyo sorridendo, felici per aver dato il massimo, fieri di aver scritto il loro nome per sempre nella storia del nuoto italiano!
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