Quante soddisfazioni la nostra Italia! Filippo Ganna e i “suoi” ragazzi non solo ci hanno regalato un altro splendido oro a Tokyo 2020, ma un altro strepitoso record mondiale. Il quartetto azzurro, guidato dal campione del mondo della crono, ha infilato gli ultimi tre giri di pista volando e portando il ciclismo su pista in vetta consegnandogli un titolo olimpico che mancava da 61 anni.
La squadra allenata da Marco Villa è riuscita a far mangiare polvere alla Danimarca, che si è dovuta accontentare della medaglia d’argento, e all’Australia che ha raggiunto solo il terzo gradino del podio. Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e il trascinatore Ganna non hanno quindi deluso le aspettative, ma in pochi si aspettavano di festeggiare un altro primato con un tempo di 3’42″032. Eppure i Mondiali di Londra 2016 e Berlino 2020 dovevano farci ben sperare…
E pensare che il veneto Lamon, classe ’94, non svolge nemmeno attività su strada ad alto livello – il lombardo Consonni invece ha sfiorato il successo al Giro d’Italia mentre il friulano Milan, appena 20 anni, è un velocista. Filippo Ganna è una certezza. Ed è lui che ha trascinato il ciclismo azzurro su pista in cima al mondo. La sua pedalata, su pista o strada che sia, non ha precedenti e, a sentire gli addetti ai lavori, il suo ritmo è davvero unico.
Filippo lo sport ce l’ha nel sangue da sempre perché è figlio del canoista ed ex olimpionico a Los Angeles nel lontano 1984 Marco Ganna. Cresciuto sul Lago Maggiore dove abita ancora tutta la sua famiglia, da tempo il campione si è trasferito ad Ascona, in Svizzera, con la fidanzata Carlotta Morino che frequenta da nove anni e con cui condivide la passione per il ciclismo (e per i Lego). Ganna è anche un amante di Fortnite – ha raccontato di aver sfidato più volte gli altri azzurri durante il lockdown – e un grande “maestro” in cucina: la pandemia lo ha aiutato a specializzarsi in grigliate e barbecue.
Chi lo conosce bene racconta di un ragazzo semplice, spontaneo, sempre pronto a dare una mano a chiunque e mettere d’accordo tutti: «Filippo è proprio così come lo vedete. Un ragazzo d’oro», dice il papà, «ha il cuore in mano. Qualsiasi cosa gli dici di fare, non ci sono problemi. Gliel’abbiamo insegnato mia moglie Daniela e io. Abbiamo una casa a Vignone nel bosco e anche il durante il lockdown ci ha sempre dato una mano. Dal taglio della legna alla siepe, facciamo tanti lavori manuali» racconta a La Gazzetta l’orgoglioso papà.