Darker è il secondo capitolo dal punto di vista maschile di Cinquanta sfumature, ma anche il quinto considerando i tre femminili (orientarsi in questa saga sta diventando più complicato di Star Wars, dove non sai mai se un episodio è successo prima o dopo di quell’altro).
La vicenda è nota forse anche a quelli che non hanno mai letto nessuno dei cinque libri: racconta la complicata relazione fra questa giovane studentessa universitaria, Anastasia Steele, con il ricco e stronzo imprenditore Christian Grey.
Christian Grey ha questa mania irrefrenabile che vuole sculacciare un po’ tutte le donne e poi forse anche legarle e ammanettarle e frustarle. Anastasia un po’ ci sta e un po’ no: è attratta e spaventata allo stesso tempo.
Darker incomincia laddove era finito Grey (e quindi Cinquanta sfumature di grigio nella versione femminile): Anastasia non ci sta, ha visto la “stanza dei giochi”, dove Christian tiene i suoi attrezzi erotici, e si è spaventata.
Ma Christian è innamorato davvero, per la prima volta nella sua vita, e vuole provare a riconquistarla, avvicinandola piano piano al suo mondo e ai suoi traumi. Un mondo fatto, naturalmente, di sesso e di potere.
Al di là delle qualità letterarie, libri come questo hanno la capacità di intercettare i desideri collettivi e aprire uno spaccato sull’inconscio del nostro tempo. È forse la ragione del loro successo: decine di milioni di copie vendute in tutto il mondo sono un fatto (anche se poi nessuno dice di averlo letto). Così come è un fatto la posizione di Darker nella classifica di Amazon e di Ibs a un solo giorno dall’uscita in Italia (il libro è uscito il 9 gennaio): la prima. Se il suo successo fosse un caso, non si sarebbe creata questa fidelizzazione fino al quinto libro della saga.
Darker è lo specchio rovesciato delle incertezze che stiamo vivendo. Tanto più le relazioni sono fragili, gli uomini incerti, quanto più si manifesta il bisogno – almeno nella fantasia – di rapporti stabili e uomini determinati, fino all’eccesso di una insopportabile stronzaggine. Questa determinazione non può che trovare nel sesso il suo terreno più fertile.
La frase che sento dire più spesso dalle mie amiche è: «ho dovuto fare tutto io». Invitarlo a cena, dargli il primo bacio, chiedergli di sposarlo.
Non credo alla teoria per cui gli uomini sarebbero spaventati dall’acquisita indipendenza delle donne e, per questo, sarebbero diventati insicuri. Credo piuttosto alla teoria della troppa scelta: uomini indecisi fra le troppe possibilità offerte da un’epoca fluida, che crea persone discontinue attratte dalla possibilità di consumare più vite – e relazioni – in una.
Si capisce che quando arriva uno come Mr. Grey lo vogliono, almeno con la fantasia, milioni di lettrici. Uno che dice «ti voglio, ora, subito, in ogni momento», che ti sbatacchia sul tavolo da biliardo (p. 276), sulle scale (p. 427), nei vicoli (p. 32), ovunque. Uno, per altro, beato lui, che ha di nuovo un’erezione quattro righe dopo essere già venuto.
L’innesco con le lettrici è poi rafforzato dal fatto che Mr. Grey è un po’ come gli uomini di oggi – ha avuto una caterva di ex che non ha mai amato veramente, che qui vengono chiamate Sottomesse, cioè quelle con cui ha intrattenuto relazioni di solo sesso sadomaso – ma il finale è diverso: alla fine si innamora. Realizza un sogno che, per molte donne, quasi mai si verifica nella realtà: redimere il serial lover, uno che può riversare la passione che prima era frazionata fra decine di donne in una sola.
In fondo questa è una favola che unisce il romanticismo di Pretty Woman al tabù di entrare in un sexy shop.
E forse Darker andrebbe letto un po’ per gioco come si andrebbe in un sexy shop: in due. Per passare dai desideri collettivi a quelli individuali, ogni tanto fermarsi e chiedersi: «ma tu veramente vuoi che ti sbatacchi su un tavolo da biliardo?». In caso di risposta affermativa, telefonare all’amico ricco che ne ha uno. Contestualmente, preparare gli estremi della carta di credito nel caso si dovesse strappare il panno verde.
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