È un peccato che i ragazzini di oggi leggano poco, molto poco. ll libro con le sue trame narrate è di per sé un apripista al pensiero critico, un “vascello” che porta in terre sconosciute, lontane, come scriveva Emily Dickinson. Ed è soprattutto una maniera per vivere, per sperimentare, anche intensamente, emozioni d’amore, paura, rabbia, disprezzo, indignazione o speranza… Un alfabetiere capace di dare espressione in forma narrativa a sensazioni e intuizioni ancora giovani, vaghe.
Un libro è un parallelepipedo di carta che, mentre svolge le sue funzioni di stimolo all’immaginazione, permette, quasi nella sua fisicità, di prendere una certa distanza da ciò che più incute timore e solleva curiosità e turbolenze, creando quella “cassetta degli attrezzi” auspicata da Gianni Rodari per affrontare la vita a testa alta. Senza contare l’importanza che un buon romanzo e una bella storia possono avere quando gli adulti sono alle prese con gli argomenti spinosi e difficili da trattare coi ragazzini. Per esempio la morte, la guerra, la ricerca di una propria spiritualità o la questione dei migranti o, ancora, il continente del sesso.
In queste circostanze il libro può farsi mediatore gentile, ponte, traghetto di idee e di pensieri fra adulti, piccoli o giovanissimi, favorendo uno spazio di condivisione per sostare e quindi per pensare. Bisogna far innamorare i bambini dei libri, consigliava Roald Dahl. Forse si può, ancora oggi, ricorrere a un’antica tradizione ebraica spalmando le pagine dei romanzi con gocce di miele!
Ecco i libri ideali, con le recensioni di Pierdomenico Baccalario, scrittore.
Ammare di Alberto Pellai e Barbara Tamborini (DeAgostini)
Per parlare di carattere, integrazione e Internet
Lampedusa è un ombelico del mondo. E in questo ombelico vivono Mattia e Caterina, quasi coetanei. Sono adolescenti in un mondo che si sfalda, dove migliaia di persone arrivano dal mare per sparire in mare. E, non bastasse il mare che si vede fuori, dalle finestre, loro due ne frequentano un altro, forse ancora più insidioso: quello di Internet, dove Mattia ha un blog anonimo e dove dice, senza peli sulla lingua, tutto quello che pensa sull’immigrazione. Si costruisce così una bella storia – semplice ma efficace – su come sia davvero possibile combattere i pregiudizi liquidi che ci circondano, con gli strumenti di tutti i giorni. A patto di avere il coraggio di urlare la verità.
Papà sta sulla torre di Francesco D’Adamo (Giunti)
Per parlare di crisi, lavoro e padri
A leggere i migliori libri per ragazzi del momento, direi che in questa epoca così confusa sia il momento dei papà. Quello di Nino, 12 anni, si arrampica su una delle ciminiere della fabbrica per protestare per la sua chiusura. Lui è convinto di riuscire a far cambiare idea a chi può cambiarla ma, per fortuna, non esistono solo le soluzioni degli adulti. Ci sono anche quelle magiche, o fantascientifiche, dei ragazzi. Goffy, il miglior amico di Nino, sa infatti da certi alieni con cui è in contatto, che presto ogni cosa verrà risolta. A patto che loro due riescano a introdursi nel labirinto maledetto del Petrolchimico, per incontrarli, questi alieni, in mezzo al groviglio più pericoloso delle tubature velenose. E loro, crescendo, sfidandosi e sfidando ogni ovvietà, ci vanno.
Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness (Mondadori)
Per parlare di famiglia e lutto
A volte si incontrano libri che hanno una doppia storia: quella dentro alle pagine e quella fuori. La storia «fuori» è quella di una straordinaria autrice di romanzi per ragazzi, Siobhan Dowd, che, malata di cancro, non riesce a terminare di scrivere la sua ultima idea: questa. E di un agente che decide di affidarla a Patrick perché la finisca al posto suo. La storia «dentro» è quella di un ragazzino coraggioso, Conor, che ogni sera, alla stessa ora, sette minuti dopo la mezzanotte, riceve la visita di un mostro. La mamma di Conor è malata, morirà presto. E quindi Conor è convinto di sapere già che cosa vuole questo mostro. Invece, il mostro, un gigantesco albero, brusco, saggio, spaventoso e irruento, vuole da Conor un’altra cosa: la verità. E la verità è quanto di più prezioso custodiamo. Un libro indispensabile e, da poco, anche un bellissimo film.
Io e il Papu di Luigi Garlando (Rizzoli)
Per parlare di trauma, dialogo, religione
Dopo le icone di Giovanni Falcone e Che Guevara, legalità e rivoluzione, Luigi ce ne racconta una terza, Papa Francesco, ovvero: il dialogo. Quello del libro è genialmente costruito attraverso i nomi dei calciatori delle figurine, che compongono di volta in volta i puzzle delle emozioni con cui si esprime Arcadio, un ragazzino di undici anni, traumatizzato da un attentato, che da due anni non parla più. Ha un lampo, però: un giorno invia al Papa una cartellina azzurra, dentro alla quale c’è, appunto, un messaggio fatto di tanti calciatori e che inizia da Alejandro Gomez, detto il Papu. Argentino, come il Pontefice. E allora Francesco capisce che quel bambino ha bisogno di lui, delle sue storie, del suo tempo. E lascia perdere ogni altra formalità o rito, per andare a salvarlo.
Il libro che ti dice proprio tutto sui maschi e sulle femmine di Francois Bucher (Il Castoro)
Per parlare di umorismo, adolescenti, gender
Francois Bucher è un’autrice molto coraggiosa. È lei la prima a dire che non sa disegnare, e invece, poi, è diventata famosa in tutto il mondo (in Francia è una star) per i suoi manuali disegnati e coloratissimi. Ha inoltre un senso dell’umorismo straordinario, un suo modo surreale di raccontare gli argomenti che di volta in volta sceglie di affrontare. Dopo il tema dei libri e dei genitori, con questo terzo manuale surreale ci porta, con la sua lente d’ingrandimento fosforescente, nel complicatissimo mondo di maschi e femmine. E di tutto quello che c’è in mezzo. Il suo è uno di quei libri da sfogliare senza un ordine preciso: ogni pagina è un’informazione, un pensiero, una riflessione, una risata. E scusate se è poco.
A piede Libero di Mirco Zilio (Uovonero)
Per parlare di libertà, coppia e sessualità
È davvero magistrale come l’autore esordiente di questo libro, splendidamente illustrato da Giacomo Agnello Modica, sia riuscito, con un’unica idea, a toccare tanti temi diversi. È la storia di un piede sinistro che, a un certo punto della propria vita, annoiato dal dover sempre trascinarsi dietro un riluttante piede destro, decida di fare a modo suo. Di andarsene per il mondo, correre e camminare, conoscere altri piedi, di tutte le forme e dimensioni. Salvo poi, a un certo punto, tornare a casa e non trovare più, ad aspettarlo, il piede destro che considerava «suo». E quindi? E quindi, forse, dovrà conoscere il rimanere solo? O conoscere qualcuno solo come lui? E se fosse un altro piede sinistro? E in questo caso, come faranno a camminare insieme?