“Per me è stato un Maestro vero. Mi ha messo di fronte a così tante difficoltà, insegnandomi però a superarle. Ci siamo sempre voluti tanto bene. E negli anni non ha mai mancato un mio spettacolo”. Inizia non senza commozione il ricordo che Lorella Cuccarini regala del coreografo e regista Gino Landi, scomparso a Roma all’età di 89 anni. E chi se non lei, cresciuta artisticamente con Landi, avrebbe potuto farlo meglio?
“Conoscevo Gino già da ragazzina – racconta Lorella Cuccarini all’ANSA – oggi divisa tra le prove tv di Amici e il musical Rapunzel in scena a Milano -. Avevo visto tutti i suoi spettacoli, anche al Sistina, da Rugantino ad Aggiungi un posto a tavola. Poi Pippo Baudo ci presentò ed ebbi la fortuna di iniziare a lavorare con lui a Fantastico 7, nel 1986-1987, la mia seconda edizione, quella della ‘riconferma’. Con lui ho vissuto anche il passaggio a Mediaset, con Festival. Due momenti importantissimi della mia carriera e della mia vita personale, di crescita.
Il successo di “Io ballerò”
“Sì – ricorda la Cuccarini – insieme creammo ‘Io ballerò’. Avevamo in mente un pezzo autobiografico, che però raccontasse anche la passione e le prospettive di tante giovanissime che come me volevano fare la ballerina. Fu di Gino, insieme a Pippo Baudo, l’idea di farmi ballare con una bimba vestita come me. Fu un’intuizione bella e significativa per tante bambine che poi copiavano la sigla casa, con quei passi, anche complicati”.
Landi e quelle coreografie impossibili
Riflette, Lorella Cuccarini, ricordando gli anni trascorsi con Landi: “Quelli erano altri tempi. Avevamo un mese e mezzo di preparazione per un varietà, poi una settimana di sala prove vera, nove ore al giorno
ininterrottamente – prosegue -. Ma Gino per me è stato il Maestro che tutti dovrebbero avere, soprattutto all’inizio, un vero punto di riferimento. Come coreografo pretendeva moltissimo e ti aiutava ogni volta ad alzare un po’ di più l’asticella. Diceva sempre: ‘Non esistono coreografie impossibili. Mi potrai chiedere di modificarle solo dopo averle provate allo sfinimento’. Certo – ride -, lui era uno che ti sfidava e aveva trovato una come me che, un pò per tigna, un pò per ripicca, cercava sempre di accontentarlo.
Lavoravamo tutti e due a testa bassa: lui pretendeva e io non dicevo mai di no. Ma è così che mi ha insegnato a credere in me stessa e nelle mie capacità. E dalla sala prove, poi te lo ritrovi nella vita. Mi ha fatto capire che potevo fare molto più di quanto io stessa immaginassi. Mi ha insegnato il lavoro duro, della disciplina, del non sapersi accontentare. E me lo sono portato sempre dietro“.
Chi era Gino Landi
Pseudonimo di Luigi Gregori, Gino Landi ha trascorso una vita tra cinema, teatro e tv divenendo uno dei più affermati registi televisivi e teatrali del panorama nazionale e internazionale, collaborando con Nino Rota, Ennio Flaiano, Federico Fellini, Tonino Guerra per citarne alcuni…
Sue le coreografie della Canzonissima del 1971 con Raffaella Carrà che rivoluzionò la tv con il balletto “Tuca tuca” in coppia con Enzo Paolo Turchi e di Milleluci del 1974, dove fece ballare ancora la Raffa nazionale, questa volta in coppia con Mina e la regia di Antonello Falqui. C’è la sua mano dietro varie edizioni del Festival di Sanremo e il “Fantastico” con Lorella Cuccarini.
Avviato allo studio della danza dai suoi genitori, entrambi artisti di varietà, Landi iniziò come ballerino, passando poi alla coreografia. Fu scoperto da Erminio Macario mentre metteva in scena Bulli e pupe con Fanfulla.
Come coreografo firmò il sabato sera degli italiani, da Sanremo al Festivalbar a Fantastico con Pippo Baudo, ma anche a teatro diede vita alle coreografie in collaborazione con il duo Garinei e Giovannini, di spettacoli celebri Alleluja brava gente, Rugantino e Aggiungi un posto a tavola.
Nel frattempo Gino Landi era entrato alla Rai con la qualifica di regista (1958) chiamato a realizzare le coreografie per Buone vacanze (1959) e per Giardino d’inverno (1961), dove fu assistente di Don Lurio per il debutto delle gemelle Kessler.
Per lo spettacolo leggero della Rai è stato il coreografo di trasmissioni popolari come Johnny 7 (1964), La prova del nove (1964), Scala reale (1966) e Partitissima (1967). Ha curato le coreografie di programmi storici come Studio Uno del 1961 con Don Lurio, Dove sta Zazà del 1973, Milleluci del 1974, Fatti e Fattacci del 1975. Da ricordare il suo lungo sodalizio con Pippo Baudo da “Fantastico 7” (1986) fino ai programmi celebrativi “Buon compleanno TV” (2004) e “150” (2011).
Il mondo del teatro, che lo ha visto nascere e muovere i suoi primi passi, gli ha affidato regia e coreografie di numerosi spettacoli, tra i quali Rugantino e Vacanze Romane e le collaborazioni con Garinei e Giovannini. Per il teatro lirico è stato chiamato a realizzare Vivi’ (1962) e Il barbiere di Siviglia (1989).