Il mondo del cinema piange la morte di Nadia Cassini. L’attrice icona della commedia sexy all’italiana si è spenta dopo una lunga malattia a 76 anni nella sua abitazione di Reggio Calabria, dove risiedeva dopo il matrimonio con il mercante d’arte Giuseppe Furfaro. I funerali si svolgeranno a Melito Porto Salvo, nella cappella di famiglia del marito, venerdì 21 marzo.

Il sogno nel cassetto

Gianna Lou Müller, questo il suo vero nome, nasce a Woodstock, nello stato di New York, il 2 gennaio 1949 da padre statunitense di origini tedesche, Harrison Müller, e da madre statunitense di origini italiane, Patricia Noto. In giovane età lascia la casa dei genitori, entrambi interpreti teatrali di vaudeville, per inseguire il sogno dello spettacolo. Inizialmente lavora come ballerina nei night club, cantante e fotomodella.

1968, l’anno della notorietà di Nadia Cassini

Nel 1968 sposa il giornalista italiano Igor Cassini Loiewski e si trasferisce in Italia. Qui inizia la carriera cinematografica con il suo primo ruolo è nel film Il divorzio di Romolo Guerrieri. Ma il successo arriva nello stesso anno con Il dio serpente di Piero Vivarelli, una pellicola che la trasforma in una sex symbol grazie a scene di nudo considerate all’epoca particolarmente audaci e trasgressive.

Nadia Cassini

Nadia Cassini: icona della commedia sexy all’italiana

Negli anni successivi, Nadia Cassini diventa una delle protagoniste più riconoscibili della commedia sexy all’italiana, un genere che mescola comicità e seduzione, spesso facendo leva su situazioni equivoche e momenti di nudità femminile. Lavora al fianco di Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani ed Edwige Fenech, partecipando a pellicole di grande successo come L‘insegnante balla… con tutta la classe, L’infermiera nella corsia dei militari e La dottoressa ci sta col colonnello. In queste pellicole Cassini interpreta spesso il ruolo della donna provocante e sicura di sé, esibendo un’innata ironia che contribuisce a renderla un’icona del periodo.

Tra tv, musica e copertine

Parallelamente alla carriera cinematografica, diventa anche un volto noto del piccolo schermo partecipando a programmi come Premiatissima con Amanda Lear, Drive In e Risatissima che le permettono di mostrare il suo lato più ironico e leggero. Si cimenta anche con la musica, incidendo alcuni brani, tra cui il singolo A chi la do stasera, giocando apertamente con la sua immagine di donna seducente e disinvolta. Fa pure delle comparse nelle riviste Playboy, Playmen, Blitz e Guida TV.

La vita privata

Dopo il divorzio nel 1971 dal primo marito, Nadia Cassini si trasferisce prima in Grecia poi a Londra con l’attore greco Yorgo Voyagis, che sposa. Dalla loro unione nasce nel 1977 la figlia Kassandra, che segue le orme dei genitori nel mondo dello spettacolo e del cinema. Nel 1988 anche il matrimonio con Voyagis naufraga. Negli anni ’80 l’attrice si traferisce per lavoro in Francia e di seguito negli Stati Uniti per poi allontanarsi dalle scene.

Nadia Cassini

Il ricordo di Lino Banfi

«Mi dispiace molto, la scomparsa di Nadia mi fa tristezza e tenerezza per il fatto di questa ragazza straniera portata in Italia allo sbaraglio a fare la protagonista per quella parte anatomica del suo corpo che piaceva agli italiani. Oggi tutto questo farebbe ridere. Era carina, brava e altruista, una bella persona». Così a LaPresse l’attore Lino Banfi ricorda Nadia Cassini.

«La dottoressa ci sta con il colonello era il titolo del film che fece con me e fu la prima volta che un attore toccava questa sua parte anatomica. Io travestito da massaggiatrice ho dovuto interpretare quella parte e soffrivo molto quel giorno. Gli altri, il 98% degli italiani, pensavano ‘beato lui’ ma io non vedevo l’ora di finire. Eravamo in una sauna dell’Hotel Hilton a Roma, ero travestito da donna, con tanto di trucco e parrucca. Si girava a giugno e faceva un gran caldo. Io non vedevo l’ora di finire questo tormento», ricorda Banfi.

«Nadia so che non stava bene – ha concluso Banfi -. Dopo quel film l’ho vista una sola volta, in una trasmissione con Chiambretti, era ancora piacente, sono di quelle donne che rimangono belle tutta la vita. Come la Fenech, con lei mi sento spesso anche se vive dall’altra parte del mondo».