È morto, a Roma, in una clinica privata, l’attore Paolo Villaggio. Aveva 84 anni. Era ricoverato da giorni in una clinica privata.
Genovese purosangue, è stato scrittore, autore e istrione, protagonista di una stagione storica dell’intrattenimento, tra grande schermo, radio e tv. Ha dato il volto a mille personaggi entrati nell’immaginario collettivo, primo fra tutti il ragionier Ugo Fantozzi.
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Monologo a Gran Varietà, 1966
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Monologo a “Quelli della domenica”, 1968.
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Ancora a “Quelli della domenica” del 1968.
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Gianni Agus e Paolo Villaggio a “E’ domenica ma senza impegno” del 1969.
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“I quattro del Pater noster” è del 1969. Ruggero Deodato dirige questo western comico che prende spunto da “I quattro dell’Ave Maria” e affida i ruoli da protagonisti a quattro comici: il quasi esordiente Paolo Villaggio, qui nel suo secondo film, Enrico Montesano, Lino Toffolo e Oreste Lionello
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Villaggio è l’improbabile prestigiatore Professor Otto von Kranz; il programma è “Studio 10″. Siamo a “Quelli della domenica”, 1971
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“Che c’entriamo noi con la rivoluzione?” è un film del 1972, genere commedia -avventura, diretto da Sergio Corbucci, con Paolo Villaggio e Vittorio Gassman
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Presentatore e guastatore, al Festival di Sanremo. Con Mike Bongiorno e Sylva Koscina, nel 1972
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Nei panni di Giandomenico Fracchia, altro impiegato “al limite”, inscenato da Villaggio. E’ il 1975.
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Ancora nei panni di Giandomenico Fracchia, altro impiegato “al limite”, inscenato da Villaggio. Il personaggio andò in onda nel 1975, come miniserie di 4 puntate sulla Rai.
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Paolo Villaggio e Ombretta Colli sempre in “Giandomenico Fracchia” del 1975
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Paolo Villaggio ne “Il signor Robinson, mostruosa storia d’amore e d’avventure” , film del 1976 diretto da Sergio Corbucci, girato prevalentemente a Cala Luna, in Sardegna.
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Nei panni di Fantozzi, nella celebre scena “familiare di peroni gelata e tifo indiavolato” per seguire la Nazionale alle prese con la durissima trasferta in terra inglese: Italia Inghilterra. Da: “Il secondo tragico Fantozzi”, 1976
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“Il secondo tragico Fantozzi” (1976), qui con il ragionier Filini.
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Sempre Fantozzi, con la moglie Pina. Fantozzi contro tutti, 1980
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In una scena di “Fracchia la belva umana”, film comico del 1981, diretto da Neri Parenti
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Con Lino Banfi, sempre in “Fracchia la belva umana” (1981).
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E’ il robot ne “Grandi magazzini, film del 1986, diretto dai registi Castellano e Pipolo.
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Ancora una scena da “Grandi Magazzini”, 1986
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E’ il prefetto Gonnella nella pellicola “La voce della luna”, del 1990, ultimo film per la regia di Federico Fellini. Paolo Villaggio vince il David di Donatello, come attore protagonista
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Una delle ultime ospitate televisive. Qui, nel salotto di Bruno Vespa, a Porta a Porta, il 6 maggio 2015
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Ultima intervista: il sito fanpage incontra villaggio in occasione del suo 84/esimo compleanno, il 30 dicembre 2016
Villaggio si era avvicinato al mestiere grazie alla compagnia goliardica Baistrocchi, nel teatrino genovese di piazza Marsala, nel cabaret romano 7×8 e alla radio, nel 1968 esordì in tv con “Quelli della domenica”. Al cinema cominciò con Brancaleone alle crociate (Monicelli 1970). Si era sposato con Maura Albites, che aveva conoscito dal 1954 e che seguì quando lei se ne andò a lavorare a Londra. Avranno due figli: Elisabetta e Pierfrancesco. «Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare». Così ha scritto la figlia, su facebook, annunciando la morte del padre. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero che ritrae Paolo Villaggio da giovane insieme ai figli.
Paolo Villaggio aveva inventato la saga di Fantozzi (cinque libri, dieci film, il primo nel 1975), aveva vinto un David di Donatello come miglior protagonista per “La voce della luna” (Fellini 1990) e un Nastro d’argento per “Il segreto del bosco vecchio” (Olmi 1993). Aveva scritto per Mondadori diversi saggi a carattere humor-satirico. Le ultime pubblicazioni: “Mi dichi” (2011) e “La tragica vita del ragionier Fantozzi” (2012).
Il web ne aveva annunciato la morte diverse volte: lui ci rideva su. Ma in un’intervista aveva anche già dettato la sua uscita di scena: «Verrò a passare le ultime ore a Sori, sulla riviera ligure, dove sono i miei genitori, mi farò cremare e poi una ragazza giovane mi butterà nel mare che amo tanto. Altrimenti, se diventa complicato, ho già pronto un ristoratore di Sori che mi farà bollire. Ore, ore e ore».