Pau Donés Cirera, leader dei Jarabe de Palo, e morto a soli 53 anni a seguito di un cancro al colon che gli era stato diagnosticato nel 2015. Aveva affrontato altre batoste, prima fra tutte il suicidio della mamma, ma non ha perso la voglia di sognare fino alla fine. Era tornato sulla scena con l’autobiografia “50 palos” (De Agostini) e con un disco doppio, che s’intitola nello stesso modo e raccoglie tutti i suoi successi (Carosello Records). Ecco chi era, attraverso le sue parole.
La malattia
«Con il cancro parlo per cinque minuti al giorno. Poi, faccio la mia vita, ma non la vivo come un’esperienza da cui trarre qualche insegnamento. Non ho imparato niente dallo stare male, se non che non mi piace».
L’amore
«Ho sempre creduto che la coppia ammazzasse i sentimenti, ma c’è una donna che non tradirei mai: mia figlia, adolescente. Sta vivendo tutto questo in modo adulto».
I sogni
«Non è importante avere le “palle”, ma la passione. Mia mamma, che, poco prima di suicidarsi, mi ha regalato la mia prima chitarra, mi chiamava il “sognatrote”, per l’intensità con la quale sognavo, a occhi aperti».
La felicità
«Il miglior modo di onorare la vita è essere felici, anche solo per un gelato. Non ho paura di morire, ma ho ancora troppe cose da fare».