Alberto Angela, 54 anni, il paleontologo-divulgatore più amato del piccolo schermo unisce il fascino dello studioso allo spirito dell’avventuriero. Su Twitter l’hanno ribattezzato “il Chuck Norris della cultura” e “l’Indiana Jones della tv”. Su Facebook il gruppo dedicato al suo ipnotico gesticolare conta più di 19.000 iscritti e sul web spopolano meme e gif intitolati a lui. Un esempio? “Vieni con me. Ti farò scoprire meraviglie nascoste”, con tanto di primo piano intenso e sguardo ammaliatore.

Il suo “Ulisse-Il piacere della scoperta” è un cult del sabato sera di Rai3; a giugno con la trasmissione “Stanotte a Firenze” dedicata ai tesori della città d’arte ha sfiorato il 20% di share (la prossima puntata del format è prevista a dicembre con “Stanotte a Città del Vaticano”); 

Ora si appresta a centrare un altro successo con il nuovo libro “Gli occhi della Gioconda”, il genio di Leonardo raccontato da Monna Lisa (Rizzoli). Nonostante la sua popolarità tocchi vette da trend topic, Alberto Angela è un uomo misurato e schivo. Anche se una rivelazione ce l’ha fatta…

Cosa l’ha fatta innamorare del famoso dipinto di Leonardo?

Monna Lisa è viva. Girata di tre quarti, come se si fosse appena voltata: sembra davvero fissarti negli occhi e pensare. Ma non è solo questo. È viva perché cambia a seconda di chi la guarda. Per esempio, lo sapeva che nell’Ottocento era considerata un sex symbol, una specie di Marilyn Monroe? Credo sia questo il suo segreto: in ogni epoca, le persone vedono in lei i propri desideri e le proprie fantasie.

E Alberto Angela cosa ci vede?

Tutto quello che una donna dovrebbe avere: dietro l’eleganza e la compostezza della sua figura, gli occhi scintillano di gioia e voglia di vivere e il suo sorriso ineffabile esprime sicurezza in se stessa e calore interiore. Trasmette serenità, classe, consapevolezza, e anche un grande desiderio di sognare.

Anche sua moglie è così?

(Ride, ndr). Credo che sia così che ogni essere umano dovrebbe aspirare a essere.

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Ritratto di Monna Lisa. Il più famoso quadro di Leonardo si trova al Louvre di Parigi.

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La testa. La Gioconda sembra voltarsi verso chi guarda. Un effetto innovativo per il 1500,  quando i ritratti erano di fronte o di profilo. Consiste nel dipingere le parti del corpo non sullo stesso asse. Qui, la testa è ruotata rispetto al busto e gli occhi rispetto al viso.

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Gli occhi. Il segreto dell’espressione enigmatica sta nella tecnica dello “sfumato” usata da Leonardo agli angoli degli occhi e della bocca. Un gioco di luci e ombre indefinibili.

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Il sorriso. Mentre ritraeva la protagonista, Leonardo avrebbe radunato una compagnia di musici, cantori e buffoni per farla stare allegra e attenuare l’aria malinconica che caratterizzava i ritratti.

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Il vestito. È all’ultima moda: all’altezza della spalla sinistra, sporge un lembo increspato di camicia: un dettaglio super trendy nel Rinascimento.

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Le mani. Leonardo aveva una vera fissazione per le mani. Ai suoi allievi consigliava di osservare la gestualità dei sordomuti.


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La copertina del libro di Alberto Angela “Gli occhi della Gioconda. Il genio di Leonardo raccontato da Monna Lisa” (Rizzoli).


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Piero Angela, 54 anni, è sposato con Monica da 23 anni e ha 3 figli, Riccardo, Edoardo, Alessandro. Laureato in Scienze naturali a Roma, si è specializzato in paleontologia e pleontoantropologia negli Usa.

Anche lei, in tv, trasmette calma e serenità.

Non so se sia davvero così, ma penso che il merito sia della mia curiosità: è alla base di tutto. Mi chiedo sempre il perché di ogni cosa e questo mi porta a viaggiare, a studiare, ad approfondire. E poi, come diceva Plinio il Vecchio, essere curiosi è il segreto per conservare il fuoco della fanciullezza: ti spinge a sognare e allo stesso tempo a cercare di capire i tuoi sogni.

Che bambino era?

Non molto diverso da ora. Con la passione per l’esplorazione e per la scoperta. A 8 anni giocavo al piccolo naturalista. Portavo a casa sassi di qualunque tipo per analizzarli e classificarli e nel frigorifero di casa custodivo le lucertole che poi sotterravo per scoprirne lo scheletro dopo che le formiche le avevano spolpate. Facevo cose un po’ sconcertanti (ride, ndr). Volevo studiare il passato lontano, l’ho fatto e continuo a farlo, anche adesso che ho 50 anni.

Gesticolava anche allora?

Per me muovere le mani e le braccia è come una colonna sonora, un accompagnamento di quello che sto dicendo. Fa parte del segreto di un buon racconto. L’altro segreto è sapere che le emozioni sono il miglior collante per qualunque storia: svelare il “dietro le quinte” di un evento o di un luogo, lo rende vivo. Comunque, sì, l’ho sempre fatto: all’asilo ho anche vinto il “premio eloquenza”. Non stavo mai zitto!

Che dietro le quinte è riuscito a svelare sulla Gioconda?

In realtà il mio desiderio, era, da anni, quello di scrivere un libro su Leonardo. Ma di volumi sull’argomento ce ne sono un’infinità. Mi serviva un’idea… Il segreto di un libro appassionante sta sempre in una piccola “magia”, uno stratagemma che catturi il lettore. Come in Jurassic Park, per intenderci: lì la trovata è la zanzara intrappolata nella resina che ha succhiato il sangue di un dinosauro…. La Gioconda è la mia zanzara.

In che senso?

Chi meglio di Monna Lisa può raccontare il genio di Leonardo? Così partendo dai dettagli del quadro scopriamo in quali circostanze l’artista lo dipinse, a sapere che le mani di Monna Lisa non sarebbero state possibili senza gli approfonditi e sorprendenti studi di anatomia del suo creatore. O ancora che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva “aerea” da lui ideato. È stata una rivelazione anche per me.

Qual è la scoperta più sorprendente che ha fatto?

Ce ne sono diverse, a partire dai “trucchi” usati da Leonardo per realizzare quel sorriso enigmatico che tutti conoscono. Ma anche le ultime rivelazioni sul giallo sulla sua identità: un vero “puzzle” con tanto di testimoni da ascoltare e indizi da seguire. Gliene do solo uno: ha mai notato che la Gioconda non ha ciglia né sopracciglia? Insomma è un quadro dal fascino unico, che non ti stanchi mai di guardare.