Alessandro D’Avenia non è semplicemente uno scrittore di grande successo. E non è nemmeno solo uno sceneggiatore apprezzato. Alessandro D’Avenia è prima di tutto un insegnante. Un uomo che ha dimostrato nell’ultimo decennio di avere una preziosa dote, quella di sapere coinvolgere i lettori più giovani attraverso la cultura della bellezza, dell’arte e della letteratura, suscitando emozioni e sensazioni difficili da scatenare. D’Avenia è uno dei professori più amati d’Italia: classe 1977, palermitano di nascita ma milanese d’adozione – insegna al collegio San Carlo nel capoluogo meneghino – su Twitter si racconta proprio nel giorno dell’uscita nelle librerie del suo ultimo romanzo. «Sono incline alla malinconia proprio perché amo tanto questa vita. Quando ne vedo le ferite mi abbatto, ma poi quella percezione a poco a poco si trasforma in creazione. La bellezza è un balsamo per un mondo ferito. Prepararlo ha un prezzo alto, ma sono felice che il mio nuovo libro, L’appello, intriso di questo sentimento di dolore riscattato, possa farvi sentire meno soli in un tempo così faticoso come questo. Non scriverei neanche una riga se avessi smesso di sperare. Fatelo anche voi».
A dieci anni da “Bianca come il latte, rossa come il sangue“, Alessandro D’Avenia torna quindi a raccontare la scuola come solo chi ci vive dentro può fare. “L’Appello” è un romanzo che attinge a diverse forme letterarie e a linguaggi tra i più disparati e racconta la storia di una scuola, anzi, di una classe che, da accozzaglia di strumenti isolati, diventa un’orchestra diretta da un maestro cieco. L’appello è l’essenza del rapporto tra maestro e alunno e l’essenza di una relazione in cui entrambi insegnano ed entrambi imparano. Ma soprattutto entrambi sono disponibili a mettersi in gioco. Sempre. L’appello non è più quindi il semplice elenco dei nomi ma la ricerca di un’adesione più profonda alla vita. Questa è la scuola che Omero Romeo sogna. Quarantacinque anni, gli occhiali da sole sempre sul naso, Omero viene chiamato come supplente di Scienze in una classe che deve affrontare gli esami di maturità. Una classe in cui sono stati confinati i casi più disperati della scuola. La sfida sembra impossibile per lui che è cieco: non potendo vedere i volti degli alunni, Omero inventa un nuovo modo di fare l’appello così, il professore che non ci vede riesce invece a “vedere” ogni singola persona e tirare fuori il meglio.
Il mitico prof. D’Avenia di fan ne ha davvero moltissimi ed è tutto merito della sua scrittura così carica e incisiva sempre pronta a raccontare, analizzare e svelare il lato più intimo dei ragazzi. Pensate che il suo primo romanzo, scritto nel 2010, è diventato immediatamente un caso editoriale di straordinario successo: narrando una storia d’amore intrecciata a una malattia come la leucemia, è riuscito a colpire i cuori dei lettori non solo italiani perché il libro è stato tradotto in 22 lingue e ha venduto 1 milione di copie. Ecco il suo esordio letterario e gli altri successi.