Alex Zanardi è a casa. Una notizia che nessuno poteva sperare ma che, soprattutto a pochi giorni dal Natale, regala ancora più gioia. Dopo diciotto lunghi mesi trascorsi tra ospedali e cliniche specialistiche, l’ex pilota di Formula Uno è finalmente tornato tra le mura domestiche. E tra le braccia della sua famiglia. Nulla di più emozionante. A dare l’annuncio è stata la moglie Daniela Manni in un’intervista rilasciata al magazine di Bmw, il marchio automobilistico di cui Zanardi è ancora ambasciatore. Così, dopo un lungo silenzio – era stata proprio la compagna di una vita dopo l’incidente a chiedere – è finalmente arrivata la notizia tanto attesa.
La strada è ancora lunga. Ma che sia a casa è un passo molto importante per uno che, come lui, ha sempre lottato per la vita. Trovarsi tra i suoi cari, infatti, potrebbe essere per Alex uno stimolo e un incoraggiamento per ripartire nuovamente. Zanardi aveva perso entrambe le gambe in un terribile incidente al Lausitzring nel 2001, ma questo non gli ha impedito di continuare a correre, lottare e raggiungere nuovi traguardi. Con la sua handbike ha conquistato quattro ori e due argenti paralimpici, diventando un simbolo per chi ha dovuto fare i conti con un destino avverso. Il campione però è stato messo alla prova un’altra volta: 19 giugno del 2020, a Pienza, mentre, proprio con la sua handbike seguiva la staffetta di Obiettivo Tricolore per promuovere il ciclismo paralimpico, si è schiantato contro un camion riportando gravissimi danni neurologici.
“Noi” sapevamo che Alex non si sarebbe arreso. Perché è sempre stato un campione nella vita prima che in pista. «Il percorso successivo all’incidente non è stato semplice», ha raccontato la moglie, «ha dovuto subire molti interventi di neurochirurgia e ci sono state diverse battute d’arresto. Adesso è in grado di seguire programmi di allenamento fisico e psichico. Può comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. A seguito del lungo coma, le corde vocali devono riprendere elasticità e sta seguendo delle terapie anche per questo. Possiede ancora una grande forza nelle braccia e si sta allenando intensamente con delle attrezzature specifiche».
Ma oggi il calore della sua famiglia è decisamente più importante di qualsiasi training: «Per un anno e mezzo Alex ha avuto intorno a sé solo persone con mascherine e dispositivi di protezione e le visite erano molto limitate. Ora stiamo con Alex tutto il giorno, lui è nel suo ambiente familiare e quindi può tornare un minimo alla normalità. Questo gli dà ulteriore forza».