Alex Zanardi è rimasto coinvolto in un incidente stradale in provincia di Siena, durante una delle tappe della staffetta di “Obiettivo tricolore”, un viaggio che vede protagonisti atleti paralimpici in handbike, bici o carrozzina. Zanardi ha riportato un forte trauma cranico tanto da rendersi necessario un intervento urgente di neurochirurgia al policlinico di Siena. Accanto a lui, come sempre dal 1996, la moglie Daniela.
«Mai ti sei arreso e con la tua straordinaria forza d’animo hai superato mille difficoltà. Forza Alex #Zanardi, non mollare. Tutta l’Italia lotta con te», ha scritto su twitter il premier Giuseppe Conte cinguettando il pensiero condiviso da tutto il Paese verso questo esempio di grande integrità, grinta e passione per la vita. Un uomo che è riuscito a tirare fuori il meglio di sé dalle difficoltà. Una persona che, nonostante tutto, non si è mai arresa. La sua dedizione nel mostrare non solo agli italiani ma agli sportivi di tutto il mondo quanto un disabile abbia in realtà davvero poco di diverso da chi non lo è. E quanto, anche la peggiore delle tragedie, come la perdita di entrambe le gambe, possa trasformarsi in una fonte di ispirazione. Alex ce l’ha messa tutta per dimostrare come la sua “seconda vita”, in fondo, non fosse peggiore della prima. Ma semplicemente diversa. Tutti hanno imparato a conoscerlo, ad apprezzarlo e ammirarlo con quel suo sorriso dolce e travolgente anche in Tv: ha condotto per la Rai “E se domani” e “Sfide” dove ha messo in campo tutta la sua voglia di vivere. La stessa determinazione e forza che traspare leggendo i tre libri che ha scritto sulle seconde chance e le opportunità da cogliere. Sempre con un’infinita energia positiva e contagiosa.
La passione per i motori
Bolognese di nascita, il ragazzo del ’66, figlio di una sarta e un idraulico, fin da bambino si innamora dei motori e della Formula 1. Inizia le sue avventure sui kart, poi si lancia nelle serie minori e infine la scalata verso quel sogno di sempre, il debutto in Formula 1 con la Jordan nel 1991 e il passaggio alla Lotus. Grande amante delle monoposto, passa alla Formula Cart dove, dopo una stagione di ambientamento, ottiene i primi successi, diventando uno dei favoriti e vincendo nel mitico circuito di Laguna Seca. In Formula 1, con la Williams, le cose non vanno così bene e nel 2000 torna negli Stati Uniti e riprende a gareggiare in Formula Cart.
L’incidente in auto e la perdita delle gambe
È il 15 settembre 2001 quando Alex Zanardi, sul circuito del Lausitzring, in Germania, perde improvvisamente il controllo del sua Reynard Honda che viene centrata in pieno dal collega canadese Alex Tagliani che arriva subito dietro di lui dopo il testacoda. Lo schianto è talmente forte che gli trancia immediatamente entrambi gli arti inferiori. Dopo quattro giorni di coma farmacologico, sei settimane di ricovero, 15 operazioni e mesi di riabilitazione, Zanardi lascia l’ospedale. E parte la sua rinascita. La sua seconda vita.
La seconda vita da campione
La sua voglia di vivere diventa la sua più grande risorsa e lo trasforma letteralmente: si butta a capofitto nel paraciclismo, dove corre in handbike. La sua prima gara è la maratona di New York del 2007, a soli cinque anni da quel tragico incidente che gli ha tolto le gambe, dove ottiene un sorprendente 4º posto. Nel 2010 vince i campionati italiani di ciclismo su strada, nel 2011 non arriva solo l’argento ai campionati mondiali ma anche il grande trionfo nella maratona di New York dove stabilisce anche il nuovo record della categoria handbike. Poi arrivano la vittoria alla maratona di Roma, l’oro paralimpico ai Giochi di Londra, la Coppa del mondo nei campionati mondiali su strada e le Olimpiadi di Rio con due ori e un argento. Infine Alex corre dritto verso i mondiali dove conquista altre medaglie: 4 ori, 3 argenti e un bronzo.