Due minuti dopo la nascita della sua prima figlia, papà Francesco Renga inviava agli amici questo Sms: “È nata Jolanda ed è bellissima”. «Era l’unica cosa che riusciva a fare: per il resto, non spiccicava parola» ricorda mamma Ambra Angiolini ridendo. «Era spiazzato: l’avevo battuto uno a zero». Da quel messaggino sono passati due anni e l’ex ragazzina terribile di Non è la Rai, che nel frattempo è diventata una splendida donna di 29 anni, è alla vigilia del due a zero: Leonardo nasce il 5 maggio con il cesareo. «Anche Jolanda è venuta al mondo così» dice Ambra «perché ho difficoltà a dilatarmi».
Spiazzerà Francesco anche stavolta?
«Ne sono certa. Noi due siamo sempre in competizione: teniamo il conto su chi vince di più nei giochi da tavolo, e anche su chi ha letto più libri sulla maternità. Ultimamente, però, abbiamo imparato a metterci da parte».
Difficile immaginare che una come lei, sotto i riflettori da quando aveva 15 anni, si metta da parte.
«Mentre sei incinta, vedi la pancia che cresce, la gente che ti trova bella anche con dieci chili in più. E ti rilassi. Nella tua testa e nel tuo cuore sei passata al secondo posto, quindi è più difficile farti ossessionare dal cibo. Quando poi diventi mamma, sei talmente impegnata che non arrivi a tavola con l’ansia di trattenerti per la linea. Dopo la nascita di Jolanda, mangiavo ed ero magrissima: dentro di me si era sbloccato qualcosa».
Oggi, quindi, dà meno importanza all’aspetto fisico?
«Oggi so che la bellezza è un’altra cosa: la storia che una donna ha, le scelte che fa. È mettere il proprio corpo a disposizione di un’altra vita. L’uomo questo non lo capisce perché, da quando è nato, il corpo è solo suo».
Ma basta un’ecografia per mostrare a un uomo la vita che ti cresce dentro. Ha vissuto quest’esperienza con il suo compagno?
«Durante la prima gravidanza sempre: mi ero appena trasferita a Brescia, dove non avevo neanche un medico, e Francesco mi ha guidata passo dopo passo. Stavolta mi sono mossa più in autonomia, ma nei momenti importanti, come l’amniocentesi, lui era sempre lì. Anzi, grazie alla sua ironia sono riuscita a sdrammatizzare questo esame. In macchina, mentre andavamo in ospedale, mi ha pure suggerito di fare testamento!».
L’amniocentesi è una scelta difficile. E, al tempo stesso, facile da criticare quando non tocca a te.
«A noi delle pressioni esterne non è mai importato. Devi decidere in base alla tua coscienza, perché poi, quando ti trovi a vivere una vita per cui non ti senti pronta, gli altri non ci sono».
Si riferisce a una vita con un bambino malato?
«Mi riferisco a tutto ciò che non ha spiegazione, come la sofferenza di un bimbo. Credo che, se l’amniocentesi avesse dato un brutto risultato, non sarei comunque stata capace di abortire: per me la vita è il valore più importante. Ma in questi casi non è solo il cuore che comanda: devi fare i conti con il tuo compagno, con il tuo futuro».
Quando aspettava Jolanda ha scelto di non lavorare, di non esporsi. Ora si è fatta fotografare con il pancione e dal 10 giugno, appena un mese dopo il parto, condurrà il Cornetto Freemusic Festival. Cos’è cambiato?
«Due anni fa mi imbarazzava l’idea di parlare di noi tre come di una famiglia: era qualcosa che neppure io conoscevo bene, come facevo a raccontarlo? Ora, invece, penso che sia bello dare un’immagine positiva della maternità. Spiegare che con la nascita di un figlio la vita non si annulla, il divertimento non finisce».
Dopo le tre serate dal vivo del Cornetto Freemusic Festival tornerà in tv?
«Non subito. Me l’avevano chiesto, ma in questo momento il mio posto è con Jolanda e Leonardo. Non so come la prima reagirà alla nascita del secondo, e voglio esserci per entrambi. Questo non significa che non penserò o non farò progetti per la radio e la televisione: sono il mio mondo».
C’è un programma che manca e che vorrebbe inventare lei?
«No. È come pensare alla canzone più bella del mondo, che probabilmente è già stata scritta. Si possono anche fare delle trasmissioni che non siano il massimo dell’originalità, ma con un tocco personale. Piero Chiambretti, Serena Dandini e Fiorello ci riescono: io li guardo e imparo».
E la tv dei buoni propositi, come A-more di Raffaella Carrà, la guarda?
«Il sabato è uno dei pochi giorni in cui esco di sera, quindi non accendo la televisione. A pensarci bene, il classico varietà non lo condurrei nemmeno. Alle adozioni a distanza, inoltre, preferisco l’impegno in prima persona. Non mi piace l’idea di mandare 10 miliardi a non so bene chi. Molto meglio organizzare una festa per i piccoli ricoverati in ospedale».
Per quali cause è impegnata?
«Francesco e io facciamo volontariato per l’Ail di Brescia (Associazione italiana contro le leucemie, ndr) e per altri piccoli enti della nostra città impegnati contro le malattie del sangue dei bambini. Io, personalmente, agisco d’istinto: in certi contesti c’è davvero poco da chiedersi e poco da rispondersi. Fare qualcosa per gli altri, poi, fa bene anche a me stessa».
Come?
«Il volontariato è un po’ come un bel disco con un messaggio forte: ti metti lì, azzeri tutto, e riparti da capo».
Il personaggio
Ambra Angiolini nasce a Roma il 22 aprile del 1977. Papà
Alfredo è titolare di un’azienda di ingrosso alimentare, dove mamma Doriana si occupa della contabilità. A 15 anni, spinta dalla maestra di danza, Ambra esordisce come ballerina in
tv a Bulli e Pupe. Tra il 1998 e il 1999 ha una storia d’amore con Francesco Forni, musicista. Dal 2002 è fidanzata con il cantante Francesco Renga, 37 anni, vincitore del Festival
di Sanremo 2005. I due hanno
una figlia, Jolanda, nata il 2
gennaio 2004. Ora la famiglia si
allarga con l’arrivo di Leonardo.
I suoi successi
Nel 1993 Ambra viene scelta
tra 15 mila ragazze per partecipare a Non è la Rai, la trasmissione
di Gianni Boncompagni che ne fa una star. Alla tv, dove nel 1996 presenta il Dopofestival a Sanremo,
alterna il teatro, dove nel 2001
è protagonista de La duchessa di
Amalfi. Dopo la pausa per la nascita della primogenita, conduce dal vivo il Cornetto Freemusic Festival nel 2005 e il programma di RaiTre Dammi il tempo nel 2006.